promosso da

Fondazione Terzjus

in collaborazione con

Italia non profit

 

Forum Terzo Settore

con il patrocinio di

Unioncamere

 

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Seconda edizione

Il Premio Nazionale
del Volontariato di Competenza

Terzo settore, donazioni in crescita ma ora si teme la stretta sulle detrazioni

[di Luigi Bobba e Gabriele Sepio, pubblicato in Norme e Tributi de «Il Sole 24 Ore» del 09 Gennaio 2025]

Nella rete dei tagli alle detrazioni fiscali, incappano anche i premi fiscali per chi effettua erogazioni liberali. Con la revisione del sistema delle tax expenditures, operata con la legge di Bilancio 2025, assistiamo ad un vero e proprio stravolgimento del sistema delle detrazioni fiscali, che rischia, tra i vari effetti, di vanificare anche gli incentivi alle donazioni verso il non profit prodotti dalla Riforma del Terzo settore. La finanziaria 2025 introduce, infatti, per i contribuenti con reddito compreso tra 75mila euro e 100mila euro, un tetto massimo di spesa detraibile, rispettivamente pari a 14mila euro e 7mila euro annui, modulato sulla base di precisi coefficienti famigliari (0,50 se nel nucleo non ci sono figli a carico; 0,70 in presenza di un figlio; 0,85 con due figli, 1,00 con più di due figli o almeno uno con disabilità). Fuori dai tagli le spese sanitarie, gli investimenti nelle start up (vedi contributo nella pagina) nonché mutui prima casa e assicurazioni sottoscritti entro la fine del 2024 ma nessuna deroga verso le donazioni. A parte le eccezioni indicate la novità finisce, dunque, con il tagliare trasversalmente le detrazioni che modellano il sistema di welfare italiano (i.e. mutuo prima casa, mense scolastiche, rette scolastiche e tasse universitarie, spese per efficientamento energetico, erogazioni liberali  etc..) livellando la leva fiscale per le spese sostenute dai contribuenti oltre la soglia dei 75 mila euro. Questo generale ridimensionamento rischia di compromettere lo sviluppo delle donazioni a favore del non profit che hanno avuto un evidente sviluppo dopo la riforma del terzo settore colpendo proprio la categoria dei contribuenti con maggiore capacità economica e, dunque, statisticamente piu propensi ad effettuare erogazioni liberali. Con il rischio di provocare effetti penalizzanti, prima ancora che nei confronti dei contribuenti, verso i destinatari finali degli atti di generosità, ovvero gli enti non profit impegnati nelle attività di interesse generale.

Terzjus in video

Ultimi Articoli

Bobba (Fondazione Terzjus): adeguamento del limite di spesa del 5 xmille come priorità per il terzo settore. Sono 2.500 le Onlus già nel Runts

Alzare il tetto del 5xmille, visto che non solo crescono i contribuenti che effettuano una scelta in dichiarazione, ma anche gli Enti che ne possono beneficiare. L'anno scorso il limite è stato superato di 28 milioni di euro ed è ipotizzabile che il surplus possa essere ancora più alto quest'anno. Sul regime Iva e la possibile esclusione delle realtà più piccole, la soluzione potrebbe essere accettata dalle istituzioni comunitarie, visto che già esistono situazioni di questo genere in Ue.

La riforma del Terzo settore funziona: crescono donatori e importo delle donazioni

La revisione della normativa introdotta con il Codice del Terzo settore (CTS) a riguardo dei regimi di detraibilità o deducibilità delle erogazioni liberali in denaro effettuate dai contribuenti a favore di fondazioni, Onlus, Aps e Odv, ha prodotto i risultati attesi e gli effetti sperati dal legislatore nel 2017? Una risposta convincente a tale domanda la si può trarre da un'analisi delle tabelle che il MEF-Dipartimento delle Finanze pubblica ogni anno con i dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti "persone fisiche" che, nell'anno fiscale 2022, sono stati oltre 42 milioni.

Imprese sociali senza equiparazione con le start up. Nel decreto 112/17 stessi incentivi per le due tipologie

La manovra di bilancio lascia al di fuori del taglio delle tax expenditures le detrazioni fiscali per gli investimenti in start-up e PMI innovative. Grandi escluse, invece, le imprese sociali che rappresentano un settore cruciale per il sistema del welfare, contribuendo per oltre il 4% al PIL italiano. Si tratta di una scelta che, peraltro, rischia di penalizzare tali realtà in un momento cruciale per il Terzo settore in vista dell’arrivo del placet UE sui nuovi regimi fiscali  (art. 18 del D.lgs. n. 112/2017 attualmente al vaglio della Commissione europea).

Documentazione - Ultimi inserimenti

Soci partecipanti fondatori

Soci partecipanti aderenti

Ricevi aggiornamenti,
news e approfondimenti sulle attività di Terzjus