L’esperienza di programmazione di un Piano Sociale di Zona a Pavia

In questo breve articolo presento l’esperienza del procedimento di coprogrammazione del Piano Sociale di Zona 2021-2023 del Distretto sociale di Pavia, che nel corso del 2021 ho contribuito a ideare e facilitare, affiancando il lavoro di Elena Volpato, RUP del procedimento

Il contesto

Il Consorzio Sociale Pavese è stato costituito nel 2009 per gestire in forma associata i servizi socio-assistenziali del Distretto sociale di Pavia e di undici comuni della prima e della seconda cintura del capoluogo pavese (105.000 residenti, di cui 70.000 a Pavia).  Nell’ambito del Consorzio Sociale Pavese è attivo l’Ufficio di Piano, che programma e gestisce il Piano Sociale di Zona. Nel  triennio 2018-2021, il Consorzio Sociale Pavese ha dato vita e animato un importante progetto di innovazione sociale (Fare#BeneComune), cofinanziato da Fondazione Cariplo, che ha rappresentato un vero e proprio laboratorio di collaborazione tra Pubblica Amministrazione e Enti del Terzo Settore per la realizzazione di un sistema di welfare locale capace di miscelare e connettere virtuosamente il welfare pubblico dei servizi con il nuovo welfare di comunità basato sull’amministrazione condivisa.

Le ragioni

Le ragioni che hanno spinto il Consorzio Sociale Pavese a coprogrammare il Piano Sociale di Zona ai sensi del Codice del Terzo Settore sono almeno tre.

La prima è relativa all’ecosistema collaborativo promettente che si è creato grazie al già citato progetto Fare#BeneComune e grazie ad altri progetti che hanno rappresentato una palestra di cooperazione tra Consorzio Sociale Pavese ed Enti di Terzo Settore.

La seconda è che questo contesto fertile è stato ulteriormente alimentato (primavera 2021) dalla realizzazione di una scuola di coprogrammazione e di coprogettazione, che ha avuto come formatori docenti ed esperti di profilo nazionale, alla quale hanno partecipato dirigenti, funzionari, operatori del pubblico e privato sociale e che ha fatto fare al territorio un grande passo in avanti sul piano culturale, sul piano tecnico e sul piano del confronto con altri contesti.

La terza ragione che ha fatto immaginare la possibilità di una coprogrammazione del Piano Sociale di Zona sono state le indicazioni di Regione Lombardia, che nelle linee di indirizzo per la programmazione sociale aveva espressamente richiamato i procedimenti di programmazione e di progettazione.

L’attività istruttoria

L’attività istruttoria (ovvero il percorso partecipato e condiviso di coprogrammazione) è stata messa a punto e realizzata facendo puntuale riferimento alle linee guida ministeriali 72/2021, che prevedono – dopo la pubblicazione dell’avviso – lo sviluppo del processo in più sessioni di confronto, la verbalizzazione delle attività, la redazione e pubblicazione del documento istruttorio conclusivo di sintesi, e che rappresentano davvero un vademecum irrinunciabile per chiunque voglia sviluppare procedimenti di coprogrammazione e di coprogettazione. Già la legge quadro 328 del 2000 richiamava tra le funzioni degli enti locali la programmazione con il coinvolgimento del terzo settore, ma – nel corso del tempo – i tavoli tematici di programmazione istituiti per la realizzazione dei Piani di Zona hanno perso generalmente lo slancio pionieristico dei primi anni 2000. Inoltre, rispetto alla legge 328, le linee guida 72/2021 compiono un grande passo in avanti, regolando “con chiarezza gli istituti della coprogrammazione e della coprogettazione che rappresentano le nuove forme e cornici, anche di carattere amministrativo, all’interno delle quali si sviluppano i rapporti di carattere collaborativo e di responsabilità tra i diversi soggetti pubblici e privati che nella società civile contribuiscono alla costruzione del welfare sociale” (De Ambrogio, Guidetti, 2023), e diventando quindi un riferimento certo per le pubbliche amministrazioni che vogliono praticare la collaborazione.

La modalità di svolgimento

L’attività istruttoria si è svolta tra il novembre e il dicembre 2021 completamente online, utilizzando Zoom per comunicare in plenaria o in piccoli gruppi suddivisi in stanze e Miro per lavorare insieme.

L’attività istruttoria si è sviluppata in cinque sessioni di lavoro: una sessione introduttiva; una sessione conclusiva e tre sessioni tematiche sulle politiche giovanili, sulla non autosufficienza e vulnerabilità e sulle metodologia della coprogrammazione e della coprogettazione. Le sessioni tematiche sono state declinate in diversi tavoli di lavoro che hanno affrontato temi più specifici. Complessivamente, hanno partecipato all’attività istruttoria 59 organizzazioni, per un totale di 148 persone iscritte. Ogni sessione tematica ha previsto un momento introduttivo con la presentazione del tema a cura dell’Ufficio di Piano, il confronto sui temi specifici in tavoli di lavoro e la presentazione in plenaria degli esiti dei lavori dei tavoli.

I metodi e gli strumenti di lavoro

Nelle sessioni di lavoro, i partecipanti hanno utilizzato Zoom per comunicare, alternando momenti di lavoro in plenaria a momenti di lavoro in piccoli gruppi sui temi specifici (Zoom consente di lavorare suddivisi in stanze). Attraverso la piattaforma è stato anche possibile registrare in plenaria le sintesi dei portavoce dei tavoli di lavoro, sintesi che sono state successivamente trascritte per produrre prima i verbali (obbligatori nei percorsi di coprogrammazione) e successivamente il documento conclusivo.

Nelle medesime sessioni, e tra una sessione e l’altra, è stata messa a disposizione la piattaforma Miro, una lavagna digitale che ha consentito di rendere disponibili i materiali via via prodotti (l’avviso pubblico, il calendario del percorso, l’agenda dei cinque sessioni, le slide delle presentazioni delle cinque sessioni, le istruzioni su come lavorare nei gruppi sui temi specifici) e sulla quale i partecipanti hanno appuntato, in appositi quadranti di sintesi come quelli rappresentati nelle due figure qui sotto, i post-it con gli appunti emersi dal confronto.

I gruppi di lavoro

I gruppi di lavoro sono stati guidati da semplici istruzioni. I partecipanti sono stati invitati innanzitutto a presentarsi e poi a individuare un portavoce. In seguito, sono stati invitati a leggere le domande di guida sui quadranti di sintesi depositati su Miro: quali sono le questioni problematiche storiche ed emergenti; quali sono le risorse già disponibili (i servizi, le esperienze, le pratiche);  quali sono le possibili proposte concrete di lavoro per affrontare le questioni; quale contributo può dare il lavoro di rete. Successivamente si è chiesto ai partecipanti di riflettere individualmente, poi di confrontarsi, poi di elaborare post-it con degli spunti emersi dal confronto appuntandoli mano a mano sui  quadranti di sintesi di Miro, infine di riordinare i post-it sul quadrante e di preparare la presentazione da svolgere in plenaria.

Il documento istruttorio di sintesi e il Piano Sociale di Zona

Una volta concluso il confronto nei gruppi di lavoro, i portavoce hanno svolto in plenaria presentazioni che sono state registrate. Come già accennato, le registrazioni sono state in seguito trascritte in modo da poter redigere innanzitutto i verbali e poi il documento istruttore di sintesi. Questo documento è stata una delle fonti informative per l’elaborazione del Piano di Zona. Il lavoro di elaborazione dell’Ufficio di Piano ha potuto basarsi, in questo modo, non soltanto sui dati quantitativi disponibili e sulla valutazione dei risultati del vecchio Piano, ma anche su una lettura qualitativa, più calda e più soggettiva, e certamente arricchente, che è derivata dall’ascolto degli operatori quotidianamente impegnati sul terreno delle politiche sociali.

È interessante notare come nel testo del Piano di Zona 2021-2023 siano correlati puntualmente gli obiettivi del Piano con quanto emerso nelle diverse sessioni tematiche del procedimento di coprogrammazione.

I punti di forza del percorso

Di seguito, alcuni dei punti di forza del percorso realizzato.

  • L’organizzazione online ha consentito un’ampia partecipazione. Sicuramente è possibile organizzare un percorso analogo anche in presenza, ma altrettanto certamente l’impegno logistico e quello per la facilitazione sarebbero più consistenti.
  • La definizione, fin dalla pubblicazione dell’avviso di coprogrammazione, di un calendario ben cadenzato ha consentito a tutti di programmare per tempo la propria adesione alle sessioni di lavoro. Rispettare i tempi e le agende delle persone è fondamentale per favorire la partecipazione.
  • La partecipazione al percorso e il confronto nei gruppi, ha consentito a operatori che lavorano negli stessi settori o in settori complementari di conoscersi o di approfondire la conoscenza, arricchendo il capitale sociale e relazionale sul territorio.
  • Il confronto in piccoli gruppi ha consentito a tutti di prendere parola e le restituzioni in plenaria hanno permesso di allargare l’ascolto e il confronto.
  • Gli appunti presi progressivamente sulla lavagna Miro in formato di post-it digitali hanno costituito la base per le scritture di restituzione, facendo sì che il procedimento collaborativo realizzato non si limitasse a essere un percorso di elaborazione collettiva, ma fosse un vero e proprio laboratorio di scrittura.
  • La disponibilità durante le sessioni di lavoro e anche tra una sessione e l’altra della lavagna Miro con i materiali via via prodotti ha consentito a tutti, anche a chi non ha partecipato a tutti gli incontri, di rimanere agganciati e aggiornati sull’evoluzione del procedimento.
  • L’elaborazione e la pubblicazione dei verbali e del documento finale ha restituito ai partecipanti il senso di un percorso concreto e produttivo.

Gli impatti

Per concludere, di seguito i quattro principali impatti generati dall’esperienza di co-programmazione.

  1. Mettendosi in ascolto e confrontandosi con gli operatori del Terzo Settore impegnati tutti i giorni a stretto contatto con le persone e i loro bisogni, il Consorzio Sociale Pavese e i Comuni soci hanno arricchito il loro punto di vista sui problemi del territorio e sulle possibili risposte alle questioni messe a fuoco.
  2. Il percorso di coprogrammazione ha contribuito ad accrescere le competenze sugli istituti collaborativi di tutte le parti in causa, creando le basi per successive coprogettazioni.
  3. Si sono create le condizioni per integrare maggiormente e ricomporre virtuosamente risorse, progetti, attività e servizi.
  4. Le sessioni dell’attività istruttoria, che hanno offerto ai partecipanti la possibilità di confrontarsi virtuosamente dando a tutti la possibilità di prendere parola in una situazione paritetica, ha favorito la crescita di fiducia tra gli operatori, creando le condizioni per successive collaborazioni.

Davvero possiamo dire che, per il Distretto Sociale di Pavia, il Codice del Terzo Settore e le linee guida 72/2021 hanno rappresentato una grande occasione per rimettere energia e slancio della coprogrammazione del Piano Sociale di Zona.

Bibliografia

Barrilà L., Cau M., Maino G. (2020), Una mappa di possibili format per lavorare e collaborare online, in Grison D., Maino G. (a cura di), Writing and working smart, Percorsi di Secondo Welfare.

Cau M., Maino G. (2020), (a cura di) (2017), Progettare in partnership. Idee e strumenti per collaborazioni cross-sector tra organizzazioni nonprofit, imprese, enti pubblici e gruppi informali di cittadini, Maggioli, Santarcangelo di Romagna.

Cau M., Volpato E., La co-programmazione di un Piano Sociale di Zona. L’esperienza del Distretto di Pavia, Impresa Sociale, numero 3/2022.

Ciceri G., Cau M., Maino G. (a cura di) (2019), Welfare dei servizi e welfare di comunità. L’esperienza di Sercop azienda speciale consortile per i servizi alla persona del rhodense, Maggioli, Santarcangelo di Romagna.

Consorzio Sociale Pavese (2021), Avviso pubblico per la co-programmazione del piano sociale di zona 2021-2023.

De Ambrogio U., Guidetti C., (2023) La coprogrammazione sociale in Italia: dai piani di zona all’art. 55 del Codice del Terzo Settore, in De Ambrogio U., Marocchi G., (a cura di) Coprogrammare e coprogettare. Amministrazione condivisa e buone pratiche, Carocci, Roma

Maino G., Setting nella facilitazione e nella partecipazione, Percorsi di Secondo Welfare, 04 maggio 2023.

Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (2021), Linee guida sul rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed enti del Terzo Settore(decreto 72/2021).

Regione Lombardia, (2020), Linee di indirizzo per la programmazione sociale territoriale per il triennio 2021-2023.

Volpato E. (a cura di) (2019), Piano Sociale di Zona – Distretto Sociale di Pavia – Programmazione 2018-2020.

Volpato E. (a cura di) (2022), Piano Sociale di Zona – Distretto Sociale di Pavia – Programmazione 2021-2023.

Link

www.consorziosocialepavese.it
www.farebenecomunepv.it
www.pares.it/pubblicazioni
www.secondowelfare.it/category/collaborare-e-partecipare
www.welfareinazione.fondazionecariplo.it
www.welforum.it/linee-guida/collaborazione-enti-pubblici-terzo-settore

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