Piano di azione europeo

Non profit. Le nuove forme delle imprese sociali: una su tre non è una cooperativa

Imprese sociali in crescita (+4,9%) con amministratori più giovani e forme giuridiche diverse dalla cooperativa sociale, ma anche un accordo politico al Consiglio Europeo per adottare la raccomandazione sul Piano d’Azione per l’Economia Sociale. Il Terzo settore si è trasformato in una componente irrinunciabile della vita a livello comunitario e in una risorsa per le istituzioni nazionali attraverso i 115.798 enti iscritti al Registro unico nazionale del Terzo Settore (Runts) su una platea potenziale di 300mila soggetti. «Un dato significativo e in crescita.

Il piano d’azione europeo per l’economia sociale compie un altro passo avanti

Il testo della raccomandazione ripercorre i motivi che hanno portato al piano d’azione. L’economia sociale è ormai considerata uno dei pilastri centrali della strategia europea. Per dimensioni ed estensione ha la capacità di intervenire in molte delle aree più critiche del nostro tempo. Prima tra tutte, la necessità di correggere la rotta rispetto ad una politica che si era illusa che l’ampliamento del mercato – con una circolazione sempre più libera di persone, merci, servizi e capitali – avrebbe portato magicamente ad un’Europa più coesa ed inclusiva.

Verso il Piano di azione europeo per l’Economia Sociale

La Commissione Europea ha deciso di adottare un Piano di azione per l’Economia sociale nel quarto trimestre di quest’anno, facendo propria una raccomandazione già evocata sin dalla storica Conferenza di Strasburgo del gennaio 2014, a suo tempo promossa dalla stessa Commissione e dal Comitato Economico e Sociale Europeo.
Torna in alto

Ricevi aggiornamenti,
news e approfondimenti sulle attività di Terzjus