Editoriali

Analisi, studi e approfondimenti sul diritto del Terzo Settore

Bobba: “Il Terzo settore valorizzi le novità emerse in questa emergenza alluvione”

In questi giorni si è manifestata una capacità di prendersi cura delle persone e dei territori della Romagna devastati dall'alluvione, in modi e in forme che hanno destato qualche sorpresa, attingendo non solo alla forza delle reti associative organizzate,ma anche alla linfa del volontariato individuale e temporaneo. Lavoriamo per aprire una nuova stagione curando questi nuovi semi. Secondo tre direzioni...

Il “bollino” ministeriale sugli statuti-tipo per ETS predisposti dalle reti associative

Di cosa stiamo parlando? Ci riferiamo alla possibilità riconosciuta dal CTS alle reti associative di predisporre per gli enti del terzo settore “modelli standard tipizzati” di statuto da far approvare dal Ministero del Lavoro con decreto, con l’effetto di rendere gli statuti concretamente conformi allo statuto-tipo “vidimato” dal Ministero inattaccabili da parte degli Uffici del RUNTS (che in questo caso sono incompetenti a verificare la legalità dello statuto) e la procedura di iscrizione degli enti che lo adottano molto più rapida (dovendosi concludere entro 30 giorni piuttosto che entro 60 giorni).

Contro il caro energia arriva il contributo per il Terzo settore

Con il Decreto aiuti ter (Dl 44/2022), per contrastare l’aumento dei costi energetici, il Governo aveva investito nel Terzo settore prevedendo lo stanziamento di due fondi. L’uno da 170 milioni, destinato in misura pari a 120 milioni a enti del terzo settore ed enti religiosi che erogano servizi socio-assistenziali/sanitari a favore di soggetti con disabilità, e per la restante parte (50 milioni) in via esclusiva a fondazioni, associazioni, ex Ipab, enti del terzo settore ed enti religiosi che erogano medesimi servizi in favore di anziani (articolo 8, comma 1). L’altro di 100 milioni destinato a enti del Terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale, Onlus, associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato in fase di trasmigrazione ed enti religiosi che non erogano servizi socio-sanitari/assistenziali (articolo 8, comma 2).

Il tempo della transizione sociale

Il Terzo settore è chiamato a sfide molto importanti per essere protagonista della cosiddetta transizione sociale. Che significa, in particolare: adoperarsi affinché sia rilevante l’accesso a beni essenziali per la vita con le stimmate dell’inclusività; che alle dinamiche di atomizzazioni presenti nella vita quotidiana e alla preoccupante crescita del fenomeno della solitudine si risponda con la costruzione di legami comunitari solidi; che, all’invasività delle piattaforme informative e di intrattenimento si anteponga la cura dei processi partecipativi e democratici.

Da ente profit a non commerciale con regime speciale

Tra i principi e i criteri direttivi relativi alla revisione delle imposte sui redditi, la bozza del disegno di legge prevede l’introduzione di un regime fiscale speciale per le ipotesi di passaggio dei beni dall’attività commerciale a non commerciale, e viceversa, per effetto del mutamento della qualificazione fiscale delle attività.

Imprese sociali, qui sta la differenza

Non solo cooperative come in passato: oggi siamo di fronte ad una nuova generazionedi imprese sociali che origina da fenomeni di spin-off di più solide cooperative sociali oppure dall'utilizzo delle opportunità previste dalla riforma: forme societarie ibride pubblico-ptivato o privato profit e non profit. Sono più di 4.000 le “nuove” imprese sociali nate, o qualificatesi come tali, dopo l'entrata in vigore del Dlgs. 112/17 con il quale il legislatore – nel più ampio quadro della riforma del terzo settore – ha ridisegnato (si veda il contributo di Antonio Fici) il profilo giuridico,organizzativo e fiscale di questa originale forma di impresa.

Registro unico del Terzo settore: perché non è un flop

A più di un anno dall'apertura ufficiale del Registro unico del Terzo settore, le nuove iscrizioni sono 8mila. Fra Odv e Aps, che già erano iscritte a registri regionali, la metà è ancora fuori. Nei fatti, su 360mila istituzioni non profit, solo 81mila sono già nel Runts. L'analisi di Luigi Bobba, presidente di Terzjus: «Ci sono luci e ombre, ma non è tempo di rallentare. Ecco tre proposte da introdurre nel 2023 per semplificare il processo di iscrizione»

Niente deposito del bilancio 2021 per gli Ets neo iscritti nel Registro

Un primo aspetto riguarda il deposito dei bilanci 2021 nel Runts. Su questo il ministero del Lavoro chiarisce che per gli enti che hanno conseguito la qualifica di ente del terzo settore (Ets) nel corso del 2022, e costituiti prima di quest’anno, non sia previsto alcun obbligo in tal senso nel caso in cui il bilancio sia stato approvato successivamente alla presentazione dell’istanza di iscrizione.

Repubblica solidale con un nuovo fondo

Un passaggio atteso da almeno 5 anni e che si spera possa concludersi nella primavera del 2023. Nel documento inviato a Bruxelles, infatti, sono state illustrate non solo alcune norme del Codice del Terzo settore e del D.lgs. 112 relativo alle imprese sociali, ma anche gli emendamenti di natura fiscale approvati nell'agosto di quest'anno con il dl “Semplificazioni”, che vanno a correggere o ad integrare le norme poco sopra richiamate.

Fisco agevolato, via libera dalla UE

Uno step certamente importante per arrivare ad una definitiva consacrazione del Terzo settore nel sistema italiano è legato alla approvazione da parte della Commissione europea delle misure fiscali soggette ad autorizzazione comunitaria. Il vaglio della UE diventa un obiettivo fondamentale che consentirà di dare il via libera a strumenti fiscali agevolati.

Tempi stretti per il dossier alla UE sul fisco agevolato per il Terzo settore

Per il terzo settore occhi puntati sull’autorizzazione Ue dopo l’approvazione ieri alla Camera del pacchetto di emendamenti ai decreti di riforma contenuti nel Dl Semplificazioni. Quest’ultimo completa la parte fiscale e incrementa il plafond (servizi di interesse economico generale, Sieg) degli aiuti di Stato di cui potranno beneficiare gli enti del terzo settore fino a un massimo di 500 mila euro in tre anni.

Imprese sociali: la sfida del RUNTS

È emerso un quadro che rivela non poche novità. Innanzitutto lo stock di imprese sociali attive e inattive presenti nel Registro prima dell'avvio della riforma era pari a 16.252, di cui il 97,1% costituite nella forma di cooperative sociali. Un dato non inatteso in quanto era chiaro al legislatore che la qualifica di impresa sociale era fino ad allora quasi esclusivamente assunta dalle cooperative sociali.

Con l’Action Plan UE un cambio di passo

Se l'obiettivo di fondo del Piano d'azione per l'economia sociale è valorizzare e rafforzare un'economia al servizio delle persone, allora per gli Enti del Terzo settore, pur nella varietà delle loro configurazioni giuridiche ed organizzative, si presenta come un'opportunità: rimettersi in gioco per attraversare questo tempo di trasformazione, non subendo gli eventi, ma mettendosi in sintonia con il sentire delle generazioni più giovani.

Le “nuove” imprese sociali nel Registro unico. Quali vantaggi

A partire dal 20 luglio 2017 è possibile, a tutte le tipologie di società (esclusa la ditta individuale) e anche alle fondazioni ed associazioni, assumere la qualifica di “impresa sociale”. La stessa qualifica viene attribuita ex lege anche alle cooperative sociali (e loro consorzi) costituite ai sensi della l.381/91. Sono altresì iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese anche le Società di mutuo soccorso.

Lo stato dell’arte del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

A quattro mesi dall’avvio della piattaforma telematica del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), istituito presso Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in attuazione degli artt. 45 e seguenti del Codice del Terzo Settore, è utile fare un primo bilancio delle attività realizzate e prendere in esame gli ulteriori step di attuazione previsti per i prossimi mesi.

Con l’indagine “Riforma in movimento 2022” possiamo contribuire a fotografare il “sentiment” degli ETS sul RUNTS e sulle novità della Riforma. Partecipa anche tu!

Per il secondo anno consecutivo il progetto torna a interpellare direttamente le organizzazioni sui temi della Riforma e della loro convivenza con essa, valutandone il grado di conoscenza e recepimento, soprattutto delle norme più recenti. In particolare, l’obiettivo di quest’anno è quello di comprendere come gli enti del Terzo Settore si stiano approcciando al RUNTS e al suo iter di iscrizione, e le percezioni e aspettative rispetto alle nuove opportunità e ai, provvedimenti attuativi emanati dal Ministero del Lavoro nel corso del 2021.

Terzo settore: usiamo il Registro unico come leva per il 5×1000

Il presidente di Terzjus, Luigi Bobba, commenta i primi dati sul Runts: 61mila organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale trasmigrate, 3mila nuove richieste di iscrizione. Propone di realizzare una campagna che convinca quell'italiano su due che ancora non déstina il 5x1000 a farlo e ipotizza un Fondo per la repubblica solidale analogamente a quanto fatto per la povertà educativa

I primi dati sulle nuove iscrizioni al RUNTS: un’analisi giuridica

L'analisi dei dati ad oggi 18 febbraio a quasi tre mesi dall'avvio del RUNTS. Fra gli enti sin qui iscritti: 68 sono fondazioni, 2 sono società di mutuo soccorso, i restanti 415 sono associazioni. Si tratta di enti che precedentemente non comparivano nei vecchi registri di settore delle organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e Onlus

Amministrazione condivisa: 5 leve per portarla a terra.

La sfida per rimettere al centro la comunità, per realizzare rapporti collaborativi tra Enti del terzo settore e le Pubbliche amministrazioni e per accompagnare con adeguati provvedimenti e interventi la transizione sociale in corso in modo che sia sostenibile, equa e inclusiva, dipenderà grandemente dalle azioni che intraprenderanno sia i quadri degli ETS che gli amministratori eletti nei Comuni e nelle Regioni

Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale: sarà la svolta?

"Ogni giorno, quasi 2,8 milioni di entità dell'economia sociale in Europa offrono soluzioni concrete e innovative alle sfide cruciali che stiamo affrontando. Esse creano e mantengono impieghi di qualità, contribuiscono all'inclusione sociale e nel mercato del lavoro dei gruppi svantaggiati e all'eguaglianza di opportunità per tutti, perseguono uno sviluppo economico e industriale sostenibile, promuovono la partecipazione attiva dei cittadini in seno alle nostre società, svolgono un ruolo rilevante nei sistemi di welfare europei e rivitalizzano le aeree rurali e spopolate". Con queste parole si apre il Piano d'azione per l'economia sociale, adottato dalla Commissione Europea lo scorso 9 dicembre. Un impegno atteso, previsto in modo esplicito nel Piano di azione per la messa in opera del Pilastro sociale dell'UE, adottato a Lisbona la scorsa primavera, ma soprattutto il coronamento di un percorso iniziato oltre dieci anni fa.

L’Europa scommette forte sull’economia sociale. E l’Italia?

Con il Piano presentato dalla Commissione all’economia sociale viene finalmente riconosciuto il potenziale di rimodellare lo sviluppo economico secondo principi di sostenibilità ambientale e sociale, stimolando la trasformazione di cui si avverte sempre più il bisogno. E sollecita la nomina di coordinatori nazionali che si intestino la guida di queste strategie e il coordinamento sul tema delle varie autorità pubbliche. Roma saprà essere all'altezza della sfida?

Iva e Terzo settore: come uscire dall’impasse

L'intervento del tributarista e segretario generale di Terzjus: "Sul tema incombe una procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea ai danni dell’Italia e trovare una soluzione rapida e coerente è quindi di fondamentale importanza. Quale strada seguire dunque? Potrebbe aiutare l’impostazione seguita dalla riforma del terzo settore che considera fiscalmente “non commerciali” le attività istituzionali svolte senza l’effettivo conseguimento di un utile

Tre sfide per il Terzo settore che verrà

In questo contributo - pubblicato nel volume "Mutamenti", edito di recente da Marsilio -, provo a delineare attraverso tre efficaci immagini le sfide che il Terzo settore ha di fronte. Infatti, la Riforma, il PNRR e il Piano d'azione dell'economia sociale UE spingono i soggetti del non profit a compiere scelte di futuro. Il Terzo settore che verrà può diventare struttura portante del Paese se saprà essere vettore di una crescita inclusiva; sentinella dei territori e delle persone che si sentono abbandonati; e attore non subalterno della democrazia digitale. Tre compiti che delineano un orizzonte dell'equità, il solo che ci può condurre ad una società giusta e più inclusiva.

“Né terzi né primi, semplicemente inclusivi”

Il termine Terzo settore sembra voler sminuire l'effettivo "valore sociale" che gli Enti associativi che ne fanno parte producono. Ma il tema non è una "questione di classifiche" ma di reale capacità di migliorare il benessere della popolazione soprattutto dei più fragili: in sintesi "vera inclusione sociale" perno sui cui ad esempio ruota la Missione 5 del PNNR. Ecco il cuore del workshop presente all'interno del calendario degli eventi del Global Inclusion 2021.

Riforma del Terzo settore: cosa aspetta il Governo a portarla a termine?

La riforma è apprezzata da più dell'80% dei soggetti interessati, ma rischia di essere sprecata in quanto la sua attuazione procede con passo troppo lento. Di rinvio in rinvio che fine hanno fatto il Registro unico del Terzo settore, l'invio alla Ue del pacchetto fiscale, il social bonus e il titolo di solidarietà? Eppure potrebbe essere un traino decisivo nella costruzione di un nuovo modello di politiche pubbliche nell'ambito del piano di Recovery

Social Lending pronto al via

Con il decreto semplificazioni (d.l. 77/2021, art.66 bis, co.10) convertito in legge il 3 agosto scorso, è stata cancellata la norma, contenuta all'interno del Codice del Terzo Settore, che prevedeva l’emanazione di un decreto del Ministero dell’Economia per la determinazione delle modalità attuative del social landing che è così diventato immediatamente attivabile.

Il terzo settore trova una nuova opportunità con l’avvio delle piattaforme di social lending.

Con il decreto semplificazioni le piattaforme saranno immediatamente operative. Saranno destinate a raccogliere piccole e grandi somme investe da persone fisiche e imprese per progetti degli enti del terzo settore. Tante le novità per chi decide di investire nel terzo settore tra cui l'estensione della fiscalità di vantaggio prevista per i titoli di stato. Ne ha parlato lo scorso 15 settembre su Il Sole 24 Ore il Segretario Generale di Terzjus Avv. Gabriele Sepio.

Ets degli enti religiosi, obbligazioni garantite dal patrimonio destinato.

Pubblichiamo l'estratto dell’articolo apparso su il Sole 24 Ore del 14 agosto a cura di Andrea Perrone e Gabriele Sepio che tratta dell'ultima modifica al D.Lgs. 117/2017 riguardante l'effetto segregativo per il patrimonio destinato dall’ente religioso civilmente riconosciuto al ramo Ente del Terzo Settore (ETS) o Impresa sociale.

Caro ministro Orlando, ecco i 10 passi per compiere (finalmente) la Riforma del Terzo settore

Più dell'80% dei 1171 rispondenti, ha un giudizio positivo della riforma, in quanto ha introdotto una normativa unitaria per tutti gli enti del terzo settore (ETS); ma,altrettanti lamentano un iter troppo lungo e tempi di attuazione eccessivamente dilatati. La coincidenza della fase attuativa della Riforma con l'avvio delle misure del PNRR è un'occasione imperdibile per fare del Terzo settore – come ha detto il Presidente Mattarella “una struttura portante, non di supplenza ma di autonoma e specifica responsabilità per l'intero Paese.

Terzjus al Quirinale per presentare il primo rapporto sullo stato e sulle prospettive della legislazione sul Terzo Settore in Italia.

Oggi pomeriggio, in occasione dell'evento di presentazione del Terzjus Report 2021 che si svolgerà domani 2 luglio, nella sala Capitolare del Senato, una delegazione di Terzjus ha incontrato e consegnato il Rapporto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Terzo settore senza frontiere – 1. Verso una legge europea sugli enti del terzo settore.

La legislazione italiana sul terzo settore, per quanto originale e fortemente innovativa, non costituisce tuttavia un caso isolato in Europa. Allo stesso modo, l’Italia non è l’unico paese in cui il settore non profit è ampiamente diffuso. A livello europeo si stanno riproponendo forti spinte verso l’adozione di una legge europea sul non profit o il terzo settore. Lo scritto – che costituisce una breve sintesi di un più ampio studio condotto dall’Autore su incarico del Parlamento europeo – introduce al tema presentando le possibili strategie che possono essere adottate per giungere all’auspicata legislazione europea. La soluzione raccomandata dall’Autore, ove accolta, porrebbe la legislazione italiana in una posizione di primo piano nel panorama legislativo internazionale in materia.

Attività commerciali del Terzo settore, Orlando firma il decreto.

Via libera dal ministro del Lavoro alla disciplina delle cosiddette attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle Finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Quali sono, dunque, i criteri per lo svolgimento delle attività diverse e, in particolare, quali i limiti alle entrate derivanti da queste ultime? Le risposte in questo editoriale.

Verso il Piano di azione europeo per l’Economia Sociale

La Commissione Europea ha deciso di adottare un Piano di azione per l’Economia sociale nel quarto trimestre di quest’anno, facendo propria una raccomandazione già evocata sin dalla storica Conferenza di Strasburgo del gennaio 2014, a suo tempo promossa dalla stessa Commissione e dal Comitato Economico e Sociale Europeo.

Contributo di Terzjus alla Consultazione della CE per il Piano d’Azione UE e per l’Economia Sociale (PAES)

Di fronte alle inevitabili tensioni e squilibri sociali e territoriali che sono conseguenti alle trasformazioni accelerate nel campo della doppia rivoluzione green e digitale, cui si aggiungono le pesanti conseguenze sociali ed economiche generate dalla pandemia, è necessaria una accelerazione delle innovazioni trasformative, che bilancino gli interventi di ripresa e rilancio in direzione sociale, inclusiva, territorialmente distribuita, con capacità maggiore di adattamento alle differenze delle diverse comunità e territori. E’ ciò che un numero crescente di economisti chiama quel passaggio crescente da una economia estrattiva e poi redistributiva, ad una economia che riscopra un nuovo sense of purpose e diventi pertanto generativa di nuove forme di imprenditività diffusa e di crescita sostenibile. Per tutto questo l'Economia Sociale deve diventare una delle principali strategie e azioni parallele necessarie per promuovere una reale inclusione sociale Europea.

Bene i 600 milioni sull’apprendistato duale nel PNRR. Ma….

In questo editoriale affronto il tema dell'apprendistato duale sottolineando che i 600 milioni si affiancano alle risorse per gli istituti tecnici superiori (ITS). Sarebbe necessario che, nella terza bozza del piano, queste risorse venissero incrementate e che allo stesso tempo si avviassero vere politiche attive del lavoro nonché una rimessa a punto delle norme che riguardano l'apprendistato.

Amministrazione condivisa, coprogrammazione e coprogettazione: si può aprire una nuova stagione degli enti del Terzo Settore.

La presentazione del primo quaderno di terzjus è stata un'occasione per discutere delle possibili interazioni tra Istituzioni ed enti del Terzo Settore così come previsto dalla Riforma. Il 09 dicembre ne hanno discusso docenti, giuristi ed esperti, auspicando l'avvio di un potenziale nuovo processo di gestione dei Beni Comuni.

Sussidiarietà, ora si può!

Due interventi – uno di tipo giurisprudenziale, l'altro di carattere normativo – hanno impresso una svolta importante circa l'interpretazione e l'applicazione degli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore (CTS). Una sentenza della Corte Costituzionale ed un emendamento al decreto “Semplificazioni” rendono finalmente possibile una vera sussidiarietà. Ora la sfida è alla Pubblica Amministrazione ed al Terzo settore.

Così la riforma del Terzo Settore può incoraggiare la filantropia d’impresa

Pubblichiamo l'intervista realizzata da Percorsi di secondo welfare, in collaborazione con la Fondazione Bracco, all'interno di un ciclo di approfondimenti sulle Fondazioni di impresa italiane. L'obiettivo è quello di ragionare trasversalmente sul ruolo che le Corporate Foundations del nostro Paese potranno giocare nel prossimo futuro, inserendo tali riflessioni in un una cornice analitica il più possibile ampia e articolata. Nell’ambito di tale iniziativa Luigi Bobba, Presidente di Terzjus, ha raccontato in che modo la filantropia di impresa si inserisce nel più ampio quadro della riforma del Terzo Settore.

Ancora un rinvio per il Decreto del RUNTS

Ancora una frenata dalle Regioni per l'approvazione del decreto di istituzione del RUNTS, fondamentale strumento previsto dalla Riforma del terzo Settore. Nella seduta della dello scorso 06 agosto della Conferenza Stato Regioni, l'opposizione del rappresentante della Provincia Autonoma di Bolzano ha impedito l'approvazione del Decreto. Il Ministro Boccia, che presiedeva la riunione, ha inserito nuovamente il punto all'Odg. nella prossima riunione che si terrà il 10 settembre.

Formazione digitale, welfare di comunità e borghi. Ecco l’Action plan del Terzo Settore del futuro

La crisi dovuta all'emergenza Covid-19 non ha risparmiato gli enti del Terzo Settore che hanno comunque svolto un ruolo determinante durante il lockdown. Con le misure di sostegno del Decreto Rilancio l'associazionismo ha sicuramente tutte le possibilità di riprendersi ma anche una nuova opportunità per pensare a macroprogetti strategici per la coesione sociale del Paese.

Decreto Rilancio, 4 proposte per rimettere al centro i giovani

L'ex sottosegretario al Welfare: "Nelle misure del governo finora le nuove generazioni sono state ignorate. Come rimediare? Si potrebbe destinare un miliardo a quattro nuove misure orientate a sviluppare nuove competenze, rafforzare ed allargare il sistema duale di apprendimento, favorire l’inserimento lavorativo dei giovani e proteggere il nuovo lavoro “on demande” gestito dalle piattaforme"

Assistenti civici? Il Governo cambi strada, più Servizio civile e una App per i volontari

La proposta, per fortuna cassata, di Boccia e Decaro favoriva una sorta di statalizzazione soft del volontariato. Se si vogliono aiutare i Comuni, esigenza giustissima, si incrementi in modo significativo – 150 milioni – il Fondo per il Servizio civile. Ovvero si raddoppi il numero dei giovani che nel prossimo autunno potranno accedere al Servizio civile universale. E si segua l'esempio inglese della App per i volontari

Al Recovery Plan serve completare la riforma del Terzo settore

Esattamente quattro anni fa la veniva varata la legge 106 del 6 giugno 2016 oggi ancora in buona parte inattuata: registro unico, 5 per mille, servizio civile universale, impresa sociale, social bonus. Portare a termini i relativi provvedimenti attuativi significherebbe dare corpo alle parole del ministro Gualtieri e dotare il Paese di uno strumento importante per immaginare un nuovo modello di politiche economiche e sociali. L'intervento dell'ex sottosegretario e presidente di Terzjus, l'osservatorio sulla riforma del Terzo settore

Possiamo permetterci il lusso di lasciare a casa 80.000 giovani che vorrebbero fare servizio civile?

La Rappresentanza Nazionale dei Volontari in Servizio ha lanciato una proposta concreta e convincente: si approvino subito e tutti insieme i progetti che gli enti accreditati stanno presentando, in modo da far partire negli ultimi mesi dell’anno più di 50.000 volontari in servizio, raddoppiando di fatto i posti oggi disponibili con le risorse attribuite al Fondo nazionale per il servizio civile nel 2020. Se non ora quando?

#CuraItalia & Terzo settore: adempimenti, assemblee e versamenti

Un approfondimento tecnico in tre puntate a cura dell'avvocato ed esperto di legislazione non profit, Gabriele Sepio. I prossimi due focus verteranno sulle erogazioni liberali per finanziarie iniziative legate al contenimento e alla gestione dell’emergenza epidemiologica e sulle previsioni di carattere finanziario e amministrativo per i settori di interesse generale
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