Saggi

Analisi, studi e approfondimenti sul diritto del Terzo Settore

Comunità energetiche e autoconsumo collettivo di energia: regolazione e concorrenza

SOMMARIO: 1. Il diritto dell’energia elettrica e rinnovabile: la competitività attraverso la dimensione orizzontale e reticolare. – 2. Comunità di energia rinnovabile e comunità energetiche dei cittadini: fattispecie metaindividuali e dinamiche commerciali. – 3. Autoconsumo aggregato di energia: profili funzionali e incidenza sul mercato energetico. – 4. Generazione distribuita, decentramento produttivo e tutela della concorrenza. – 5. Efficienza e integrazione dei mercati elettrici: la transizione energetica competitiva.

Le Fondazioni di origine bancaria: un ruolo sociale ancora da definirsi

Come noto, la cosiddetta legge “Amato” (legge delega n. 218/1990 e il D.lgs n. 356/1990) ha avviato il processo di ristrutturazione del sistema bancario italiano incoraggiando la trasformazione delle Casse di Risparmio e degli Istituti di Credito di Diritto Pubblico in società per azioni e introducendo la figura degli Enti Conferenti.

L’amministrazione condivisa e l’“effetto di sistema”: prime valutazioni

L’articolo presenta i risultati preliminari di un progetto di ricerca in corso di realizzazione da parte Patrik Vesan e Federico Razetti dell’Università della Valle d’Aosta, grazie a un finanziamento del CSV-Valle d’Aosta a valere su fondi ministeriali ex DM 44/2020 e di uno studio realizzato da Massimo Papa in collaborazione con il Forum Nazionale del Terzo Settore. Da questo lavoro comune è scaturito il primo tentativo di esaminare gli istituti di amministrazione condivisa ricostruendo un ampio repertorio di avvisi pubblici. Si tratta di un valore aggiunto conoscitivo importante, dal momento che, a nostra conoscenza, le analisi finora proposte da altri ricercatori riguardano campioni di qualche decina di casi.

Associazioni e fondazioni del Terzo settore: le regole di governance

Costituisce ormai un dato acquisito il superamento di quella che per lungo tempo era stata considerata un’intrinseca incompatibilità tra ente associativo e natura contrattuale, in favore dell’applicazione a tutti i fenomeni associativi delle norme in tema di contratti, con un progressivo riconoscimento dell’applicabilità analogica (rectius diretta, secondo una parte della dottrina) anche alle associazioni prive di personalità giuridica delle norme sui contratti plurilaterali e sui contratti in generale, nonché di tutte le norme previste dal capo II del titolo II del libro I del codice civile che non presuppongono il riconoscimento quale ratio della loro disciplina.

Eco-design giuridico (trasformativo) per la “net-zero age” e la sua economia

La transizione ecologica, con la sua urgenza trasformativa, costituisce un laboratorio di eco-design giuridico orientato a ri-formare il diritto e lo spazio-tempo giuridico, nella duplice direzione della capacità di portare a compimento la transizione ecologica (e grandi cambiamenti strutturali) e capacità di una giustizia nella transizione ecologica, lungo le coordinate tracciate dal paradigma della resilienza trasformativa (art. 2, reg. 2021/241/UE).

“Partenariati fra enti locali ed enti del Terzo settore”, il nuovo Quaderno operativo Anci

Il nuovo Quaderno operativo Anci dedicato ai “Partenariati fra enti locali ed enti del Terzo settore” si propone di offrire un contributo a Comuni e Città metropolitane per la predisposizione degli atti dei procedimenti per l’attuazione dei partenariati fra enti locali ed enti del Terzo Settore, alla luce sia della disciplina di settore sia della disciplina speciale prevista in materia di PNRR. Al Quaderno sono inoltre allegati gli schemi degli atti delle procedure finalizzate ad attivare partenariati sociali e speciali con ETS, ai sensi del CTS ovvero del Codice dei contratti.

In Piemonte la normativa regionale promuove i temi dell’amministrazione condivisa

La Legge regionale del Piemonte n. 25 del 20 dicembre 2022 - nel disciplinare iniziative di “odontoiatria solidale” con particolare riferimento ai soggetti in condizione di vulnerabilità sociale - accoglie e fa propri gli istituti collaborativi del codice del Terzo settore promuovendo azioni di co-progettazione tra le Aziende Sanitarie regionali e gli ETS sulla base di convenzioni finalizzate a individuare contenuti e modalità di erogazione delle prestazioni a favore delle fasce più deboli della popolazione.

Guida operativa per la creazione di partenariati fra Enti pubblici ed Enti di Terzo settore e soggetti finanziatori

Finalità del presente lavoro, dall’approccio originale ed innovativo, è quello di esaminare le novità introdotte sul tema dalla Riforma del Terzo settore, ma dalla visuale dell’Amministrazione condivisa, ovverosia dall’utilizzo delle diverse forme di raccolta fondi e delle modalità di finanziamento delle attività di interesse generale in funzione dell’attivazione di partenariati fra ETS ed enti pubblici, oltre che agli altri soggetti interessati.

Il patrimonio degli enti ecclesiastici (cattolici) e il Terzo settore

Nei titoli degli interventi e nelle parole dei relatori di una recente Giornata di studi dedicata al patrimonio degli enti ecclesiastici i riferimenti al «Terzo settore» sono stati a tal punto ricorrenti da porre il tema della Riforma al centro degli interessi e del dibattito. Tanto agli organizzatori quanto ai partecipanti è apparso chiaro che una riflessione sul presente e sul futuro della gestione del patrimonio degli enti ecclesiastici cattolici in Italia intercetta inevitabilmente e in modo massiccio le norme sul “nuovo” Terzo settore, ponendo interrogativi di urgente attualità pratica e aprendo prospettive inedite che occorre saper attentamente ponderare.

Un approccio sistemico all’amministrazione condivisa

In quanto professore, però, volevo che nella mia Università la realizzazione del diritto allo studio non si risolvesse nella mera (anche se efficiente) erogazione di servizi di ristorazione o di alloggio, bensì fosse anch’essa parte dell’esperienza universitaria degli studenti, contribuendo alla loro crescita complessiva come persone e come cittadini.

La via italiana al sistema duale

Nell’ambito delle politiche per il lavoro, il PNRR riconosce al sistema duale (basato sull’alternarsi di momenti formativi in aula e di formazione pratica in contesti lavorativi) un ruolo chiave per la formazione dei giovani e per il loro inserimento nel mondo del lavoro. La Fondazione per la Scuola, in collaborazione con Forma (Associazione Nazionale degli Enti di Formazione Professionale), ha condotto un’indagine per approfondire gli effetti dell’applicazione e dell’entrata a regime del sistema duale avviato nel 2016 e per individuare proposte e indicazioni che ne rafforzino il radicamento e la diffusione nella prospettiva di sviluppo indicata.

Verso il consolidamento del diritto vivente del Terzo settore

Il tema del rapporto fra PA ed ETS, ai sensi del Titolo VII del CTS, ampiamente esaminato dall’Osservatorio e sul quale è imminente la pubblicazione del secondo Rapporto, si arricchisce di un contributo tanto autorevole, quanto auspicato. Il riferimento è al parere interlocutorio reso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi, emanato nell’Adunanza dello scorso 12 aprile 2022, spedito il 3 maggio u.s. e pubblicato pochi giorni fa (in avanti solo “parere”).

Associazioni a base sociale diffusa, associazioni di secondo livello e reti associative: fattispecie, disciplina e questioni di governance

L’attenzione prestata dal legislatore della riforma del terzo settore alle diverse articolazioni del fenomeno associativo si è manifestata anche attraverso la previsione e il riconoscimento, nel Codice del terzo settore, sia di specifici status del terzo settore, come quello di rete associativa (nazionale e non), sia di particolari tipologie associative, come quelle delle associazioni a base sociale diffusa e delle associazioni di secondo (o ulteriore) livello. Nell’articolo – che costituisce il testo scritto di una relazione presentata ad un recente convegno – si esaminano le suddette fattispecie soggettive, dando risalto alle principali questioni di governance da esse poste. La figura delle reti associative appare quella più problematica, sia per ciò che attiene ai suoi aspetti identitari, sia per ciò che riguarda i suoi profili di organizzazione interna.

La realtà che si fa diritto. Una nuova recensione del 1 Terzjus report sulla Riforma del Terzo settore

Il Rapporto (https://terzjus.it/rapporto/) ha rappresentato il primo tentativo, sicuramente riuscito, visti i numerosi articoli ed eventi[1] che si sono susseguiti dalla sua presentazione, di coniugare entrambi gli obiettivi, arrivando a costituire una significativa chiave di lettura per gli operatori del settore.

Si parla di riforma del Terzo Settore in: “Viaggi con la speranza. Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio”

Un libro è studio, sacrificio, pensiero. “Viaggi con la speranza. Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio” di Gianluca Budano e Cristiano Caltabiano (a cura di) viene alla luce però per diventare anche azione, per dare una soluzione adeguata dal punto di vista sociale a una delle peggiori vicende umane che una famiglia può vivere: la malattia grave di un figlio e la migrazione sanitaria che dilania ogni equilibrio e spesso conduce a problemi ulteriori dal punto di vista sociale, di cui lo Stato si occupa marginalmente e a macchia di leopardo, lasciando ad enti locali e Terzo settore un ruolo sostitutivo, laddove questi ci sono ed operano.

Identità e funzione degli enti del Terzo settore nella giurisprudenza della Corte costituzionale

La Costituzione italiana non menziona gli enti del terzo settore, ma la loro natura giu-ridica li colloca indubitabilmente in posizione di rilievo nell’ordinamento costituziona-le. Gli ETS contribuiscono alla realizzazione dei principi e degli obiettivi di cui agli articoli 118, comma 4, 2 e 3, comma 2, della Costituzione, e la loro legislazione costi-tuisce pertanto una disciplina di attuazione costituzionale, inspiegabilmente assente si-no alla riforma del 2017. Nello scritto da una parte si esamina il ruolo che la Corte Co-stituzionale, con diverse sue pronunce, anche antecedenti alla fondamentale sentenza 131/2020, ha svolto in supporto del terzo settore, dall’altra parte si sottolinea il contri-buto decisivo del Codice del terzo settore, soprattutto nell’aver attribuito agli ETS una precisa identità, all’inquadramento costituzionale degli enti e alla giustificazione della disciplina promozionale loro riservata, a cominciare dall’art. 55.

Profili di diritto transitorio del terzo settore

Il diritto del terzo settore versa ancora in una fase transitoria a causa della mancanza di due eventi necessari alla sua messa a regime: l’avvio del RUNTS e l’autorizzazione europea alle norme fiscali. Nel presente contributo si presentano e discutono alcune fondamentali questioni legate alla complessa fase transitoria che terminerà soltanto quando le suddette condizioni si saranno realizzate.

Attuare e completare la riforma del Terzo settore: un necessario cambio di passo

Possiamo dire che la riforma del Terzo settore sia stata attuata e che gli obiettivi che si poneva siano stati raggiunti? Esistono degli indicatori che consentano di verificare il raggiungimento di questi obiettivi? Quale percorso è necessario intraprendere per rendere del tutto efficace la riforma e poterla considerare completata? A queste domande risponde il Presidente Bobba nel saggio pubblicato nel volume curato da G. Abbate “Gli adeguamenti statutari e il diritto transitorio del Terzo settore” Editore Giuffre'.

Appunti e spunti in tema di impresa sociale degli enti ecclesiastici.

L’ente ecclesiastico non può, in senso stretto, né assumere la qualifica di ente del terzo settore né quella, più specifica, di impresa sociale, ma può avvalersi della disciplina di cui al d.lgs. 112/2017 (come in generale di quella di cui al Codice del terzo settore) per esercitare, direttamente o indirettamente, un’attività d’impresa d’interesse generale. Ciò può avvenire in due modi: o costituendo un “ramo impresa sociale” oppure costituendo un’impresa sociale strumentale in forma di s.r.l. o di s.p.a. unipersonale. Nello scritto si conduce un’analisi costi-benefici delle due opzioni alla luce della disciplina applicabile al “ramo impresa sociale” da un parte e alla società impresa sociale dall’altra. All’argomento molto dibattuto in dottrina della separazione patrimoniale si aggiunge l’elemento della governance come fattore in certi casi determinante ai fini della scelta. Lo scritto riprende e sviluppa i contenuti della relazione presentata dall’Autore al seminario “Ente ecclesiastico e gestione delle proprie opere. Ente collegato e ramo. Opportunità e criticità”, organizzato da USMI e CISM il 27 novembre 2020.

Gli enti ecclesiastici e il diritto del Terzo settore

Per le loro caratteristiche istituzionali, gli enti ecclesiastici svolgono tradizionalmente numerose attività di interesse generale regolate dalla riforma del Terzo settore. Nel contempo, gli accordi intervenuti tra lo Stato e le singole confessioni religiose vincolano l’applicazione della disciplina italiana al rispetto della struttura e della finalità di tali enti. La riforma ha, pertanto, previsto alcune norme particolari, che consentono agli enti ecclesiastici di beneficiare del regime promozionale previsto per gli enti del Terzo settore nel ricorrere di determinate condizioni. Il presente lavoro illustra la disciplina di legge e discute, in particolare, due di tali condizioni: il regolamento, che gli enti ecclesiastici sono tenuti ad adottare per consentire, mediante un atto di autonomia privata, l’equiparazione funzionale con gli enti di Terzo settore; e il patrimonio destinato, che gli enti ecclesiastici debbono costituire per lo svolgimento delle attività regolate dalla riforma. Il presente lavoro riproduce, con l’aggiunta delle note, la relazione svolta al Convegno, Il Terzo settore tra pubblico e privato nel prisma della comparazione (Genova, 30 novembre 2020) e ripropone, con alcune modifiche, le riflessioni contenute in A. Perrone - V. Marano, La riforma del Terzo settore e gli enti ecclesiastici: un rischio, un costo o un’opportunità?, in Stato, Chiese e pluralismo confessionale, Rivista telematica (www.statochiese.it), Novembre 2018 e in A. Perrone, Gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in G. Sepio (a cura di), La riforma del Terzo settore, di prossima pubblicazione.

Enti del Terzo Settore: erogazioni liberali più sistematiche e organiche con il nuovo Codice

In vista dell’imminente messa in funzione del Registro unico nazionale (RUNTS), il presente contributo intende illustrare la disciplina dei benefici fiscali che il Codice del Terzo Settore (CTS) riconosce alle erogazioni effettuate a favore degli Enti del Terzo settore (ETS). Il d.lgs. 117/2017 ha unificato l’articolato sistema di agevolazioni previsto dalla normativa previgente, introducendo apposite misure di vantaggio per le persone fisiche e giuridiche che sceglieranno di erogare denaro o beni in natura agli enti non profit (art. 83 CTS), in vigore già dal 1° gennaio 2018 nei confronti di Onlus, organizzazioni di volontariato (ODV) e associazioni di promozione sociale (APS). Come vedremo nel prosieguo, la convenienza delle diverse agevolazioni messe in campo è strettamente legata alla tipologia di erogazione effettuata e al soggetto donatore. Si cercherà quindi di esaminare le singole scelte a disposizione del contribuente, tenuto conto anche di questa fase di transizione dove, in attesa dell’attuazione del RUNTS e degli specifici decreti ministeriali di attuazione, non tutte le disposizioni sono pienamente operative.
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