Partite finanziarie attive e patrimoni più robusti per erogatori e beneficiari

[di Felice Scalvini, pubblicato su «Il Sole 24 Ore» del 11 gennaio 2024, pag. 32]

Il parere della direzione centrale dell’agenzia delle Entrate, in risposta alla richiesta di consulenza giuridica presentata da Assifero, l’associazione nazionale della filantropia istituzionale, conferma l’originalità che caratterizza gli enti filantropici e l’importanza decisiva del ruolo che sono chiamati a svolgere per lo sviluppo delle organizzazioni del Terzo settore e più in generale per il sostegno delle molteplici attività di interesse generale previste dal Codice.

Confermando e ancor meglio articolando l’interpretazione data da Assifero all’articolo 37 del Codice del Terzo settore, l’Agenzia riconosce che gli enti filantropici hanno una nuova freccia nel loro arco. Possono cioè intervenire a favore di organizzazioni, pubbliche amministrazioni e persone svantaggiate non solo attraverso donazioni, ma anche attraverso sottoscrizione di capitale sociale, prestiti e varie forme di finanziamento. A una condizione: che le risorse messe a disposizione non generino alcuna forma di remunerazione. Ciò al fine di escludere che si possa configurare una qualsiasi forma di attività commerciale, che altererebbe la natura filantropica dell’ente.

Appare evidente come ciò configuri una nuova e potente leva di intervento, diversa dalla «finanza d’impatto»che, malgrado una notevole risonanza mediatica e qualche esperienza, anche interessante, non è mai riuscita veramente a decollare.

Due sono infatti le novità degli «investimenti filantropici»: una sul fronte dei soggetti erogatori e una su quello dei beneficiari.

Per i primi si configura un investimento realizzato con una quota parte delle erogazioni, da collocare in un fondo ad hoc, al quale corrisponderanno partite finanziarie attive e temporanee, distinte dagli investimenti realizzati col patrimonio e destinati principalmente a produrre rendite da utilizzare per finanziare le attività istituzionali.

Per i beneficiari significa avere a disposizione mezzi finanziari realmente solidali e pazienti, che non chiedono alcuna forma di remunerazione, avendo esclusivamente l’obiettivo di irrobustire, per il tempo necessario, la struttura patrimoniale del destinatario. Con tutti i riflessi positivi che ciò può determinare anche presso altri soggetti finanziatori.

A oltre vent’anni dalla nascita di Assifero si compie così un altro passo lungo il percorso che l’associazione ha promosso per il riconoscimento degli enti filantropici come soggetti tipici, caratterizzati da un regime civilistico, fiscale e operativo peculiare, in grado di permettere loro di svolgere appieno la loro funzione strategica. Grazie a un’adeguata gamma di strumenti, partecipare da protagonisti col mondo del Terzo settore al progresso delle molteplici comunità locali e di tutto il paese, nel segno della solidarietà, dell’innovazione e dell’uguaglianza.

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