Terzjus: osare il futuro

Era il 9 dicembre 2019. I primi quattro soci fondatori – Airc, Auser, Fondazione Italia Sociale e Rete Misericordie e solidarietà – mettevano le basi per l’Associazione Terzjus – Osservatorio del diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale – trasformata poi in Fondazione nel giugno 2022. Il battesimo pubblico dell’associazione avvenne poi nel giugno del 2020 in modalità da remoto in quanto eravamo in pieno lockdown a causa della pandemia da Covid.

Sono trascorsi esattamente cinque anni e, nel frattempo, siamo cresciuti e cambiati. I soci fondatori sono ora 19 e i soci aderenti 2 e altri stanno valutando l’adesione alla Fondazione. Dunque, una compagine di 21 soggetti che vede insieme le grandi reti associative e del volontariato del Terzo settore; due consigli di ordini professionali – i notai e i commercialisti –; alcune importanti fondazioni e qualche soggetto di natura pubblica, oltreché una start-up a vocazione sociale. La sfida nel creare un think-tank di enti che potessero dialogare per costruire insieme il futuro del Terzo settore italiano ha preso forma in una compagine plurale che ha condiviso una comune missione. Non è cambiato solo il nostro “essere”, ma anche il nostro “fare”.

Da un’associazione con un solo prodotto – il Terzjus Report – siamo passati ad una Fondazione che ha diverse linee di attività di ricerca, formazione ed elaborazione di “policies”. Fin dall’inizio, con il “Rapporto sullo stato e l’evoluzione del diritto del Terzo settore”, abbiamo cercato di perseguire la nostra missione: costituire un qualificato punto di osservazione, monitoraggio e ricerca circa lo stato di attuazione della riforma del Terzo settore, nonché avanzare proposte normative e nuove politiche volte a conseguire lo scopo primario della riforma: riconoscere, regolare e, soprattutto, promuovere gli enti di terzo settore.

Scorrendo velocemente i titoli dei tre rapporti pubblicati finora (il Terzjus Report 2024 vedrà la luce ai primi di febbraio 2025) si può cogliere la direzione di marcia del nostro lavoro nonché un giudizio motivato e articolato sia sulle difficoltà e gli ostacoli, sia sui successi e le innovazioni derivanti dalla attuazione della legge delega n.104 approvata dal Parlamento nel maggio del 2016. Verrà poi il tempo – allo scadere dei 10 anni, ovvero nel 2026 – , per proporre un bilancio compiuto di questa rilevante opera di ridisegno del terzo settore italiano. Basti, per ora, ricordare i più di 130.000 enti iscritti al RUNTS, (di cui circa 35.000 nuovi ETS): un indicatore rilevante di quanto (e non è poco) è stato fatto per dare attuazione al Codice del terzo settore.

Ma accanto al prodotto principale – realizzato grazie al supporto di alcune importanti Fondazioni bancarie – hanno preso vita cinque diverse linee di lavoro. Il LAC – Laboratorio per l’amministrazione condivisa – dedicato a valutare quanto gli art. 55, 56 e 57 del CTS abbiano trovato applicazione nelle azioni e nei comportamenti della PA e degli ETS; il “volontariato di competenza”, originale individuazione di un segmento del più generale fenomeno del volontariato d’impresa, in forza del quale le aziende mettono a disposizione degli ETS propri collaboratori per sviluppare progetti e attività innovative e, per far emergere questo singolare fenomeno, Terzjus ha lanciato un Premio – volontari@work -, giunto ora alla II edizione, che ha visto la partecipazione di grandi imprese operanti nel nostro Paese; il mondo degli enti sportivi, molto poco conosciuto e ancor meno studiato negli intrecci, nelle correlazioni e contraddizioni con il Terzo settore; la prospettiva e la legislazione europea: nell’aprile 2024 è uscito il nostro primo Rapporto sul diritto del Terzo settore e dell’economia sociale in Europa; e, infine, l’Osservatorio dell’economia sociale, strumento a supporto della predisposizione del Piano d’azione per l’economia sociale che il Governo dovrebbe varare entro il 2025, ma anche occasione per portare in emersione il significativo contributo dei soggetti dell’economia sociale allo sviluppo del Paese oltreché alla tenuta della coesione sociale.

Pure l’attività di formazione – secondo importante ramo di azione della fondazione – è progressivamente cambiata. Da formazione generalista mediante i Quickinar di Terzjus (siamo all’ottavo ciclo), è ora diventata più mirata e specialistica anche con l’apporto – in partnership – con cinque diverse Università nello sviluppo di Master e corsi di laurea proprio sul diritto del Terzo settore.

Come presidente della Fondazione non posso non esprimere un plauso ai soci, ai componenti del Cda, ai collaboratori e al Comitato scientifico per aver accompagnato, sostenuto e promosso questo qualificato sviluppo della Fondazione.

Ora, però, non dobbiamo attardarci nel guardare a ciò che è stato realizzato, ma individuare e affrontare le sfide future. Certamente c’è da consolidare il nostro prodotto di punta – il Terzjus Report – che sta diventando sempre più l’espressione del variegato lavoro di ricerca della Fondazione. Allo stesso tempo, le linee di lavoro prima richiamate, – LAC, sport e terzo settore, volontariato di competenza, prospettiva europea e Osservatorio dell’economia sociale – debbono ora essere perseguite con maggior sistematicità e continuità in modo da far diventare la fondazione un punto di riferimento per gli altri attori del sistema.

Così la traiettoria per l’attività di formazione potrebbe trovare sbocco in una vera Terzjus Academy anche in relazione allo sviluppo sia delle collaborazioni con Università e Centri di ricerca che con la rivista DETES, Diritto ed Economia del Terzo settore. Circa le nostre pubblicazioni – si veda la scheda in altra parte della newsletter –, oltre a dare continuità ai Quaderni di Terzjus e alle ricerche, debbono essere messi in cantiere anche strumenti di più facile accesso ed utilizzo, quali brevi video, podcast nonché un sito più amichevole e ricco di informazioni, strumenti e approfondimenti. In ultimo, è nostra intenzione coinvolgere maggiormente i nostri soci, ascoltandoli e facendoci interpreti dei loro bisogni per indirizzare a loro sia proposte formative specifiche, sia accompagnandoli nel cogliere le molte opportunità non ancora valorizzate della riforma. Così come, la più ampia “community” di Terzjus – chi partecipa ai nostri incontri in presenza, ai webinar, ai Quickinar, chi utilizza il nostro sito, chi segue i Quaderni e i video (tutti sempre disponibili sul sito www.terzjus.it) e chi si è iscritto alla newsletter (siamo più di 7000) – può diventare una risorsa importante – oggi ancora sottotraccia – nella elaborazione di proposte per lo sviluppo della Fondazione nei prossimi anni. Camminiamo dunque senza sosta, ma senza mai perdere di vista la meta; procedendo insieme, possiamo arrivare lontano.

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