Grazie, grazie di cuore.
Scusandomi per non essere presente a Roma, mi fa piacere portare a tutti voi il saluto dei quattordici Presidenti delle Fondazioni di origine bancaria appartenenti alla Consulta del Piemonte e della Liguria che ho l’onore di presiedere. Un ringraziamento particolare al Presidente di Fondazione Terzjus Luigi Bobba e ai suoi collaboratori per il contributo di idee di questo Rapporto.
Il documento, infatti, apre a utili proposte e riflessioni sul presente e sul futuro del Terzo Settore, la cui riforma viene definita, correttamente, “in cammino”.
La Consulta delle Fondazioni del Piemonte e della Liguria ha ritenuto naturale sostenere le attività di Terzjus in questo grande sforzo di analisi critica e di monitoraggio dell’evoluzione normativa, regolamentare e operativa: tutto ciò che si sta concretizzando costituirà un “nuovo mondo” cui tutti i variegati e multiformi operatori del non profit dovranno fare riferimento.
Come si ricorda nell’introduzione del testo, le Fondazioni di origine bancaria, pur non essendo formalmente enti del Terzo Settore, svolgono un ruolo insostituibile in suo supporto: i primi beneficiari del sostegno delle Fondazioni sono proprio quei soggetti che, maggiormente, sono coinvolti dalla riforma del Terzo Settore.
L’articolo 2 del D.lgs 153/1999 che è la Magna Carta delle Fondazioni, nel definire la natura e gli scopi delle stesse, le riconosce come “persone giuridiche private senza fine di lucro, dotate di piena autonomia statutaria e gestionale” che “perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico, indirizzando la propria attività dando preferenza ai settori a maggiore rilevanza sociale”.
L’attesa legge delega 106/2016, che ha delegato il Governo ad attuare una riforma organica del Terzo Settore, non a caso le definisce come enti che concorrono al perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale della legge stessa.
Quindi tale dettato normativo legittima le Fondazioni di origine bancaria quali soggetti che perseguono con lo Stato le finalità citate, così altamente meritorie da avere tutela costituzionale.
Nel rimandare al Decreto Legislativo 117/2017 (il c.d. Codice del Terzo Settore) e ai concetti riguardanti l’amministrazione condivisa, mi piace sottolineare un aspetto che è stato poc’anzi richiamato: il dettato delle sentenze della Corte Costituzionale 131 del 2020 e 72 del 2022, con la sottolineatura che le Amministrazioni Pubbliche devono assicurare il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione.
Anche noi Fondazioni di origine bancaria riteniamo di poter concorrere a co-programmare e co-progettare le linee di sviluppo delle comunità e dei territori in una sorta di alleanza tra le istituzioni, che devono per prime indicare la linea, le Fondazioni e il mondo dell’associazionismo il cui valore è riconosciuto dalla Costituzione e ribadito dalle sentenze della Corte: insieme possiamo collaborare a livello nazionale e locale per il bene comune, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita delle persone nella comunità.
Occorre, a mio avviso, che ci sia un forte riconoscimento reciproco delle varie realtà del Terzo Settore e, più in generale, del mondo dell’associazionismo: riconoscere è una parola che la Costituzione richiama nell’articolo 2, che riconosce la famiglia e le formazioni sociali, e nell’articolo 5 che riconosce le autonomie locali.
Ecco, riconoscere.
Questo approccio non implica solo un rinnovato investimento nell’instancabile protagonismo di imprese sociali, cooperative, associazioni e fondazioni, ma anche un profondo ripensamento del loro significato, in termini di creazione di valore sociale, e non solo di riparazione o redistribuzione: un protagonismo, cioè, che deve aprirsi alla creazione di nuove intelligenze, di nuovi scenari, nuove economie, nuove forme di governance da tradurre in amministrazione condivisa. Ecco, dunque, l’importanza di lavorare insieme, di fare rete, di aprire relazioni.
Finisco ricordando che, nel corso degli Stati Generali della Fondazione CRT che ho l’onore di presiedere, gli Enti del Terzo Settore e il mondo del non profit ci hanno chiesto – già prima della pandemia – di aiutarli a conoscersi, a lavorare insieme, a fare rete, a creare occasioni di confronto, di approfondimento e di dialogo.
Io credo che al raggiungimento di questo obiettivo concorrano le attività della Fondazione Terzjus in modo molto puntuale, impegnativo e positivo, come testimonia questo secondo rapporto sullo stato e le prospettive del Terzo Settore in Italia: dalla conoscenza possono derivare indicazioni di miglioramento e, soprattutto, di sempre più proficue collaborazioni.
Le Fondazioni di origine bancaria sono alleate del mondo del Terzo Settore e continueranno, almeno quelle che ho l’onore di rappresentare, a collaborare convintamente!
Grazie, buona giornata e buon lavoro.