Lotteria Filantropica. Maggiori risorse per il Terzo settore che cresce

L’Europa viaggia a tutta velocità verso un mondo in cui il Terzo settore avrà una funzione essenziale per la ripresa e lo sviluppo all’indomani della crisi pandemica, di fronte a nuove e vecchie sfide sociali ed economiche.

Per questo, anche in Italia è importante ricercare nuovi approcci per mobilitare ulteriori risorse per rafforzare la presenza e l’impatto delle attività degli ETS. Non solo per allinearci a visioni più evolute di non profit e filantropia, come quelle più ampiamente diffuse su scala europea e ancor più negli Stati Uniti, ma perché anche nel nostro paese – e questo da diverso tempo ormai – possiamo riconoscere negli ETS un pilastro per le politiche di welfare e per uno sviluppo inclusivo. Un’economia che ha un interesse sociale e allo stesso tempo produce lavoro e valore, senza cui non si può parlare di ripresa. Come alimentare, quindi, questa “economia che lavora per le persone”[1]? Policy e risorse di donatori istituzionali, certo, ma soprattutto con un investimento di cittadini e imprese, da intercettare promuovendo un nuovo approccio alla filantropia, adottando nuovi strumenti di fund raising. Organizzando una lotteria filantropica, ad esempio.

La nascita dell’istituto delle lotterie filantropiche è stata annunciata lo scorso 10 dicembre con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale del 27 luglio 2021 che ne disciplina il regolamento. In realtà, la decisione sull’istituzione delle lotterie per gli ETS risale a una legge del dicembre 2018 proposta da Fondazione Italia Sociale, il soggetto nato con la riforma del Terzo settore proprio per incrementare le risorse private da dedicare a iniziative sociali nazionali.

La lotteria filantropica è uno strumento innovativo di fund raising che prende spunto dall’esperienza di numerosi altri paesi, in cui è normale che le lotterie finanzino le attività delle organizzazioni non profit: si pensi a Regno Unito, Belgio, Svezia, Norvegia (ed altri ancora). Con la sostanziale differenza, tuttavia, che altrove le risorse destinate al non profit sono solo una parte della raccolta mentre nel nuovo istituto italiano l’intera raccolta è destinata a progetti di ETS.

Quando nel 2017 si è iniziato a pensare alla lotteria filantropica, si pensava a come formulare uno strumento che fosse in grado – da un lato – di attirare nuove risorse private da utilizzare per lo sviluppo del Terzo settore e – dall’altro – attivare a fini sociali almeno una parte dell’enorme ricchezza finanziaria degli italiani,  un patrimonio che nel 2017, ultimo anno disponibile negli studi sul tema, ammontava a € 9.743 miliardi.

Un pensiero che si è evoluto, nella messa a terra dell’idea, con il coinvolgimento di un attore che può giocare un ruolo di primaria importanza per la raccolta di risorse private: le aziende.
L’istituto della lotteria filantropica si propone infatti di promuovere una collaborazione stretta tra aziende, cittadini e Terzo settore, a beneficio di interventi di interesse generale.
Le imprese, attraverso la propria rete di clienti, dipendenti e fornitori, sono infatti lo snodo della distribuzione capillare dei titoli di partecipazione alla lotteria filantropica, collaborando attivamente alla sua promozione e alla realizzazione operativa. Ad esse spetta infatti il compito di individuare le forme più efficaci per coinvolgere le proprie comunità di riferimento nella diffusione dello strumento, ad esempio aggregando piccoli donatori per facilitarne l’accesso alla lotteria o utilizzando la lotteria come meccanismo premiale delle proprie campagne di impegno sociale.

A partire da quest’anno, le organizzazioni iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e con un patrimonio superiore ai 500.000 euro potranno organizzare la propria lotteria nazionale e promuovere la nuova via italiana alla filantropia. Lo strumento lotteria è stato infatti ideato come un utensile in più nella cassetta degli attrezzi del fund raising delle organizzazioni di Terzo settore. Dunque disponibile a tutti, anche se a sperimentarne per primo il funzionamento sarà proprio Fondazione Italia Sociale, attraverso la neo-costituita Fondazione Lotteria Filantropica Italia.

Cos’è Fondazione Lotteria Filantropica Italia Onlus

Un’entità autonoma, costituita da Fondazione Italia Sociale in forma di fondazione di partecipazione, dedicata al fund raising – attraverso il gioco della Lotteria Filantropica – e alla gestione di progetti operativi. Partecipare a Lotteria Filantropica Italia, per le aziende vuol dire aderire a un programma di responsabilità collettiva che passa per la creazione di nuovi legami tra chi può dare e chi ha le competenze per costruire percorsi di sviluppo sociale, per arrivare fino a chi ha bisogno di ricevere.

Le risorse raccolte con il gioco della Lotteria Filantropica Italia sono interamente utilizzate per dare sostegno a progetti di enti di Terzo settore con caratteristiche che li rendono unici nel panorama nazionale, perché:

  • Rispondono ai bisogni sociali diffusi.
  • Operano in una prospettiva di lungo periodo.
  • Sono di scala nazionale o comunque replicabili in tutto il Paese.
  • Creano occupazione qualificata, specie per i giovani.
  • Sono in grado nel medio-lungo termine di auto-sostenersi.

Il biglietto di Lotteria Filantropica Italia è una donazione da 500 euro e possono partecipare aziende e privati, in autonomia – online – o attraverso le aziende partner distributrici.

Alla fine del periodo di gioco, il vincitore – unico, titolare del biglietto estratto –  potrà scegliere e intitolare a suo nome uno dei progetti proposti da Lotteria Filantropica Italia.

Il progetto da lui scelto riceverà il 20% dell’intero ricavato dalla vendita dei biglietti, mentre il restante 80% verrà utilizzato per gli altri progetti istituzionali promossi dalla Fondazione. La Lotteria Filantropica Italia è un utilizzo del gioco per promuovere il bene del paese e una scommessa su un nuovo modo di finanziare il non profit in Italia, che passa per la responsabilità delle aziende e arriva a dare sostegno concreto a decine di realtà che in tutta Italia si occupano di cultura, economia circolare, accesso allo studio, politiche inclusive del lavoro, assistenza socio sanitaria, tutela ambientale, coesione sociale, e molto altro.


[1] Nicholas Schmit, Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. È vietato qualsiasi utilizzo, totale o parziale, del presente documento per scopi commerciali, senza previa autorizzazione scritta di Terzjus.
Torna in alto

Ricevi aggiornamenti,
news e approfondimenti sulle attività di Terzjus