Osservatorio Isnet. Istantanee della XVI edizione

di Laura Bongiovanni, Direttrice Osservatorio Isnet

Caratteristiche dell’indagine  

L’Osservatorio Isnet giunto alla sua XVI edizione, realizzato con il patrocinio del Ministero del Lavoro e dell’Istituto Italiano di Tecnologia, rappresenta un appuntamento consolidato per aggiornare gli indicatori economici dell’impresa ad impatto sociale e restituire una fotografia delle principali dinamiche e direzioni di sviluppo. Ad oggi L’Osservatorio dispone di una banca dati serie storiche e approfondimenti con focus tematici su temi di attualità per un totale di oltre 100 variabili monitorate. L’ultima edizione è dedicata agli effetti della crisi energetica e alle prospettive legate al ricambio generazionale. Il Panel Isnet è composto dalle imprese ad impatto sociale in Italia: Cooperative Sociali di tipo A e B,  loro Consorzi e Imprese Sociali ex Lege, Società Benefit B-Corp e SIAVS, le Start Up innovative a vocazione sociale.  Fin dalla prima edizione gli obiettivi conoscitivi sono caratterizzati da una elevata spendibilità delle informazioni raccolte per la verifica dei percorsi intrapresi, delle piste di sviluppo e delle principali tendenze. Proprio per questo posizionamento la banca dati viene utilizzata dalle imprese ad impatto sociale e dai relativi stakeholders per interrogazioni mirate e l’avvio di progettualità e percorsi di apprendimento per comprendere il ruolo delle imprese sociali, sia quelle tradizionali che le nuove espressioni, nel contribuire all’affermazione e allo sviluppo di modelli organizzativi originali. 

Metodologia

Di seguono vengono presentate alcune istantanee dall’ultima indagine sui principali ambiti tematici. L’analisi è stata condotta in particolare sulle cooperative sociali in quanto espressione storicamente  più significativa del fare «impresa sociale» con interrogazioni al Panel di 400 organizzazioni. Rilevamento:  CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) e CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) su Panel ISNET. 

Il Panel è un campione interrogato a cadenze periodiche. Una parte del Panel viene rinnovata ad ogni rilevazione (rotazione parziale dal 10,0% al 30,0%). Il Panel Isnet è organizzato per ottenere una sostituzione completa dei componenti ogni 5 anni.

Una parte della ricerca ha interessato anche le imprese sociali Post Riforma, le Società Benefit e B-Corp™ e le SIAVS (start up innovative a vocazione sociale), con un focus qualitativo centrato sulle motivazioni all’assunzione della forma giuridica, suscettibile di approfondimenti che permettano di monitorare l’evoluzione della nuova generazione di imprese sociali. 

Le serie storiche aggiornate 

I dati sull’andamento economico rivelano che continua la tendenza positiva, malgrado la crisi energetica in atto: le imprese sociali interpellate stimano un +3,1% di aumento del volume delle entrate, e un +5,3% di aumento dei posti di lavoro. Dati che confermano la capacità delle imprese di esser soggetti che generano valore economico e sociale: gli indicatori confermano una presenza superiore alla media nazionale delle donne (62,5% dei dipendenti) e degli under 30 (20,4% della forza lavoro). Assai significativa anche la presenza di lavoratori svantaggiati (42,2% nelle Cooperative Sociali di tipo B) un valore ben al di sopra al 30% previsto dall’obbligo di legge, che sale al 49,5% se si considerano anche le categorie di lavoratori svantaggiati extra Legge 381/91. Anche sul versante della propensione all’ innovazione si confermano gli investimenti orientatati al miglioramento dei processi e dei servizi (74% di segnalazioni) e all’identificazione di nuove categorie di clienti (40%). 

Altri aspetti registrano un upgrade importante, in particolare l’avvio di percorsi di ricambio generazionale (+5% rispetto alla scorsa edizione) e la partecipazione a corsi di formazione per il miglioramento e la ripresa (+10%).  In controtendenza il miglioramento dei processi e dell’organizzazione interna che fa registrare un decremento di 7 punti (da 67,5% a 60,5%). Un ambito che dovrà essere monitorato, perché l’Osservatorio rivela invece che lavorare sui processi e l’organizzazione interna è al secondo posto tra gli investimenti in innovazione che influiscono sulla performance economica: l’avvio o il rafforzamento di processi di trasformazione interni, di consapevolezza ed evoluzione permettono il raggiungimento di nuovi obiettivi di valore. Siconferma l’accelerazione dei processi di innovazione tecnologica, facendo registrare un +15% di innovatori tecnologici (41,5% contro il 26,5% dell’ultima edizione).  L’analisi di dettaglio rivela però percentuali sempre molto basse di relazioni con i centri di ricerca e le Università (solo l’1,5%, lo scorso anno era l’1%) che andrebbero invece incrementate: l’impresa sociale non deve solo recepire il cambiamento ma anche influenzare i processi per una tecnologia ad impatto sociale.

I processi di innovazione premiano 

Gli innovatori sono il 48% del Panel e presentano un miglior andamento occupazionale (+8,5% rispetto al campione complessivo) e un miglior andamento economico (+6,7%). Questa porzione di campione presenta migliori performance anche sugli investimenti per l’efficientamento energetico, e la realizzazione di iniziative per affrontare i bisogni della comunità sulla crisi energetica

Crescono anche gli innovatori tecnologici sono pari al 64% contro il 41.5% del campione generale

L’emergenza giovani

Malgrado l’incremento dei processi di ricambio generazionale, il coinvolgimento degli under 30 rappresenta un ambito a forte criticità: quasi 7 imprese su 10 dichiarano difficoltà nel reperimento di giovani under 30, un dato su cui riflettere per programmare interventi mirati. Tra le principali leve suggerite dall’indagine il miglioramento dei sistemi diricerca e selezione (37,3% del Panel) e il raccordo con università e centri di formazione che risultano non performanti per il 22,4%.

Gli effetti della crisi energetica 

La particolare congiuntura con la crisi energetica in atto, ha impattato anche sull’impresa sociale, con il 78% delle organizzazioni che segnala ripercussioni su attività, scelte e decisioni. Tra i provvedimenti oltre alla riduzione dei costi per sostenere gli aumenti (76,9%) si prevedono investimenti su efficientamento energetico (45,5%) e energie rinnovabili (35,3%). Oltre una impresa sociale su due (53% del campione) si è attivata per affrontare i bisogni della comunità sulla crisi energetica: contributi a soggetti fragili per calmierare i costi (41,5%) contributi ai dipendenti (54,7%) e iniziative per stimolare l’efficientamento energetico (45,3%) e l’autoproduzione attraverso ad esempio le comunità energetiche (34%) sono tra i principali ambiti segnalati. 

Alcune piste di lavoro 

Le istantanee restituiscono l’immagine di un impresa sociale che anche a fronte della crisi energetica in atto non si fa trovare impreparata dimostrando la consueta capacità di attivare soluzioni anche inedite. 

Aumenta la consapevolezza dell’importanza dei processi di ricambio generazionale  ma si tiene poco conto degli elementi di valorizzazione con ad esempio, la  definizione dei piani carriera, o di processi decisionali inclusivi con  valorizzazione dello spirito d’iniziativa. È richiesta una più importante assunzione di responsabilità e l’avvio di percorsi dedicati per il rilancio di attrattività di questa tipologia di impresa.

Balzo in avanti delle imprese sociali che utilizzano tecnologie. Tuttavia, un dato rimane ancora da migliorare ed è il rapporto con i centri di ricerca e università per trovare soluzioni tecnologiche, che rimane molto basso e troppo stabile. Questo per far si che l’impresa sociale non solo recepisca il cambiamento ma sia capace di influenzare i  processi per una tecnologia ad impatto sociale e vocata all’umano.

Le serie storiche dell’Osservatorio certificano la buona tenuta dell’andamento economico e occupazionale. L’impresa sociale conferma la propria capacità di resilienza anche se la sfida ad oggi è proseguire e rafforzare l’approccio trasformativo già evidente ad esempio nella gestione della crisi energetica, con l’adozione di approcci inclusivi della comunità. L’impresa sociale è consapevole di esser un attore protagonista del cambiamento, un agente di trasformazione in cui impatto ambientale e sociale sono componenti «core» e non secondari?

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