Dobbiamo essere orgogliosi della filantropia italiana e ancora più orgogliosi del Terzo Settore italiano: le evidenze mostrano che la filantropia e il Terzo Settore in Italia hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo di modelli alternativi per la società e ancora di più potranno accelerare la visione di un paese sostenibile ed inclusivo, agendo nuove sperimentazioni nei territori, nella finanza, nelle politiche.
Questa accelerazione è ancora più evidente se consideriamo il fermento in essere che porta molte organizzazioni genericamente non lucrative verso il “nuovo” Terzo Settore: i numeri rendono chiara la tendenza e l’attrattività che si è sviluppata e che ancora potrà crescere sulla base anche di una Riforma che mi piace poter pensare “sempre in cammino” non perché “mai chiusa” ma perché tempestivamente aperta e agile nel rintracciare la grande generatività sperimentale degli Enti del Terzo Settore.
Si tratta di adottare e agire un mindset di “diritto vivente”.
Il convegno di Terzjus “Dal Non Profit al Terzo Settore”, presentazione del prezioso secondo Terzjus Report 2022, ben identificano la complessità del nostro comune cammino: non solo l’evoluzione del diritto del Terzo Settore in Italia ma anche lo sguardo interno/esterno sulle reti, le comunità, le risorse, la rappresentanza, le storie.
Il recente Report OECD sugli ecosistemi di innovazione ed economia sociale identifica il tema della nuova rappresentanza come un punto chiave aperto per l’Italia, le recenti azioni internazionali di filantropia innovativa proiettano esempi di evoluzione che leggono l’interazione filantropia/terzo settore non solo come un continuum di visione ma come un sense-making journey, un viaggio di senso e per costruire senso attraverso sperimentazioni di frontiera.
Il confronto quotidiano che la mia esperienza mi regala con i giovani imprenditori sociali ma anche gli stakeholder filantropici e del Terzo Settore sottolinea la necessità di essere ambiziosi, di agire coordinati sulla base della visione comune, di smobilizzare le tante risorse tangibili e intangibili ancora dormienti; significa riconoscer-si nelle rispettive differenze, significa evolvere nello storytelling, una narrazione non solo “rendicontativa” ma “generativa” di dibattito, riflessioni e pratiche.
Ecco che appare chiara la portata della Riforma così come la sua accelerazione nella prospettiva politica dell’Italia post-elezioni: la nuova disciplina del Terzo Settore non è un “maggior onere” ma una “leva di opportunità” che può essere agita in modo costante e nuovo dal centro e dai territorii solo se scegliamo il coraggio della sperimentazione giusta, di senso, non opportunistica, sostenibile e nell’intenzionalità autentica di costruire a lungo termine per il bene comune, insieme.
In questa prospettiva aperta, cogliere la conoscenza prodotta e resa disponibile da Terzjus aiuta tutti noi ad avere migliori strumenti di confronto e costruzione, consapevoli che la strada che sapremo costruire potrà anche modificare il nostro cammino.
Sarà possibile seguire il convegno in diretta web attraverso il canale Youtube di Terzjus cliccando qui.