Dopo la pandemia nel settore del welfare si è affermata sempre più la consapevolezza dell’importanza di agire insieme. In un contesto di policrisi contrassegnato da guerre, inflazione e cambiamento climatico è infatti fondamentale l’apporto di tutti gli attori che possono migliorare l’ideazione e l’implementazione di misure a sostegno del benessere delle persone e delle comunità.
Partendo da questo presupposto Laboratorio Percorsi di secondo welfare ha scelto di dedicare la nuova edizione del proprio Rapporto biennale alle pratiche collaborative, e in particolare agli istituti della coprogettazione e della coprogrammazione.
Il Rapporto, intitolato Agire insieme. Coprogettazione e coprogrammazione per cambiare il welfare, rappresenta il frutto delle ricerche svolte dai ricercatori e dalle ricercatrici di Secondo Welfare, che hanno approfondito come le pratiche collaborative possano cambiare le politiche sociali, specialmente a livello locale.
Il Rapporto è stato presentato il 4 dicembre presso l’Università degli Studi di Milano nel corso di un evento che è possibile rivedere rivedere qui. Di seguito si propone una sintesi dei principali contenuti del documento.
I contenuti del Sesto Rapporto
“Agire insieme” è suddiviso in tre parti che mettono al centro tre dimensioni diverse ma tra loro fortemente correlate: conoscere, realizzare e ideare.
Conoscere
La prima parte del Sesto Rapporto descrive il contesto di crisi multiple in cui ci troviamo e offre una panoramica della nascita e della diffusione della coprogettazione e della coprogrammazione in Italia alla luce dei principali sviluppi normativi in materia. Oltre a una approfondita analisi della letteratura, questa sezione contiene i risultati di una ricerca che abbiamo condotto nel corso della prima parte del 2023 coinvolgendo esperti e professionisti.
Le pratiche collaborative sono state approfondite con metodi qualitativi quali interviste, focus group e analisi del contenuto. Nello specifico sono state svolte 21 interviste che hanno coinvolto complessivamente 26 persone tra professionisti, esperti accademici e rappresentanti di enti pubblici e del Terzo Settore. In questa fase sono stati coinvolti anche referenti di organizzazioni di rappresentanza e sindacali, allo scopo di approfondire anche il possibile ruolo svolto dalle imprese profit. Successivamente sono stati organizzati 4 focus group rivolti a gruppi omogenei di persone appartenenti a enti del Terzo Settore, Consorzi socio-assistenziali, Pubblica Amministrazione, Fondazioni di impresa e Fondazioni di origine bancaria. Grazie all’analisi empirica sono stati individuati diversi elementi che riguradano coprogettazione e coprogrammazione: gli aspetti definitori e le visioni; i punti di forza e di debolezza; i fattori facilitanti e ostacolanti; le sfide e le opportunità che le pratiche collaborative portano con sé.
Realizzare
Nella seconda parte sono analizzate alcune esperienze concrete di coprogettazione e coprogrammazione, che abbiamo anche avuto modo di anticipare in alcune articoli usciti nelle scorse settimane sul nostro portale.
Gli approfondimenti sono dedicati: alla relazione tra welfare aziendale e coprogettazione; al ruolo delle Reti Territoriali di Conciliazione che in Lombardia da anni promuovono iniziative e percorsi per favorire la conciliazione vita-lavoro grazie ad alleanze multiattore; al programma Equilibri della Fondazione Compagnia di San Paolo, lanciato in Piemonte per sostenere l’occupazione femminile e contrastare la povertà educativa; al ruolo delle Fondazioni di comunità nel facilitare le pratiche collaborative; a Cambia Terra, progetto promosso da ActionAid Italia nell’area dell’Arco Ionico per tutelare i diritti delle donne impiegate in agricoltura attraverso azioni di empowerment e coprogettazione di servizi.
Ideare
La terza e ultima parte del Rapporto propone raccomandazioni, direttrici di miglioramento e prospettive utili a rendere le pratiche collaborative una leva di cambiamento del welfare locale nella prospettiva dell’inclusione e della sostenibilità.
Per consolidare il ricorso alla coprogrammazione e alla coprogettazione e rafforzare l’efficacia e la legittimazione di questi istituti, il Rapporto indica come sia necessario favorire un cambiamento culturale che apra maggiormente alla collaborazione gli enti pubblici e del Terzo Settore, anche attraverso la definizione di modelli di governance collaborativa e con il supporto di figure professionali che favoriscano facilitazione e coordinamento. È inoltre necessario predisporre processi di confronto che riconoscano la multidimensionalità dei fenomeni e, di conseguenza, la cross-settorialità degli interventi, lavorando sulla visione politica e strategica e sviluppando competenze tecniche e attuative aggiornate.
Infine i processi di coprogettazione e coprogrammazione, per essere sempre più solidi e condivisi, dovranno perseguire lo scopo non solo di proteggere dai rischi, ma anche di ampliare le opportunità per cittadine e cittadini, con una particolare attenzione ai più fragili, dando loro voce e potere attraverso la partecipazione ai processi decisionali e attuativi.
La presentazione nazionale
Questi e altri contenuti sono stati approfonditi lunedì 4 dicembre in occasione dell’evento nazionale di presentazione del Sesto Rapporto sul secondo welfare. Dopo i saluti istituzionali di Roberto Pedersini e Maurizio Ambrosini si è svolta la presentazione vera e propria della ricerca da parte di Franca Maino, Anastasia Guarnae Chiara Lodi Rizzini. Spazio poi alla tavola rotonda con Luca Gori, Gianfranco Marocchi, Giorgia Nesti e Flaviano Zandonai. Le conclusioni sono state curate Maurizio Ferrera. L’evento, moderato da Elisabetta Cibinel, può essere rivisto online.
Il Sesto Rapporto è consultabile liberamente in un mini-sito realizzato appositamente da Secondo Welfare insieme a TechSoup. Ogni capitolo del documento, così come il Rapporto nella sua forma integrale, è scaricabile in pdf dal portale.