Due anni di tempo per l’Iva nel Terzo Settore

Come già rilevato in un precedente articolo, si tratta di una modifica che prende le mosse da una procedura di infrazione aperta da parte dell’UE nei confronti dell’Italia e che porta gli enti non commerciali ad attrarre in campo Iva, seppure in regime di esenzione, le operazioni rese a fronte di corrispettivi specifici e contributi supplementari nei confronti di soci, associati e partecipanti.

Esenti Iva anche la somministrazione di alimenti e bevande rese nei confronti di indigenti da parte delle associazioni di promozione sociale (Aps) e le cui finalità siano riconosciute dal Ministero. Novità che interessano anche il mondo dello sport dal momento che vengono considerate esenti le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport, rese dalle associazioni sportive dilettantistiche alle «persone che esercitano lo sport e l’educazione fisica».

Restano escluse dall’esenzione le sole organizzazioni di volontariato e le Aps che abbiano conseguito ricavi annui non superiori a 65mila euro e che, in attesa dei nuovi regimi fiscali previsti dalla riforma del Terzo settore, potranno applicare ai soli fini Iva le disposizioni concernenti il regime forfettario.

Una disposizione, quella introdotta in sede di conversione del Dl 146/2021, che aveva evidenziato alcuni aspetti controversi quali, ad esempio, la mancanza di un’indicazione in merito all’efficacia di tale disposizione che, in assenza di opportuni chiarimenti avrebbe trovato applicazione a partire dal 1° gennaio 2022. Questione a cui l’emendamento proposto con la legge di bilancio pone di fatto una soluzione rinviando al 2024 il nuovo regime Iva. Un differimento, però, che non fa venir meno le ulteriori problematiche evidenziate su queste pagine e che si auspica potranno essere risolte entro il 2024.

Tuttavia, l’intervento si accompagna a un ulteriore giallo in quanto sembra avere integralmente sostituito un intero pacchetto di emendamenti segnalati dal governo e contenenti modifiche al Codice del Terzo settore in vista della operatività del Registro unico e del vaglio UE sulle misure fiscali. Proposte importanti come quella della valorizzazione del costo figurativo dei volontari ai fini dell’inquadramento delle attività non commerciali o della defiscalizzazione dei corrispettivi ricevuti dai partecipanti e iscritti e tesserati con riallineamento della disciplina del terzo settore alle regole del Tuir. Si tratta di capire quale sarà il destino di queste altre rilevanti modifiche auspicando che possano trovare spazio nella manovra di bilancio.

Estratto da un articolo dello stesso autore sul Sole24Ore del 22.12.2021

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