Il programma di volontariato aziendale di Crédit Agricole

[ di Cristiano Caltabiano, pubblicato su “Il Sole 24 Ore” del 29 ottobre 2024 p. 6]

Attraverso il programma aziendale “Connessioni digitali”, i volontari di Crédit Agricole in Italia si sono trovati tra i banchi di scuola per contribuire a coltivare il senso civico dei ragazzi e delle ragazze che vivono nelle aree svantaggiate del nostro Paese.

Da qualche anno a questa parte è aumentata la consapevolezza di quanto sia urgente superare il problema della povertà educativa, come è stato evidenziato nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, laddove l’istruzione di qualità viene annoverata tra gli obiettivi portanti per rendere più inclusiva la società negli anni a venire, tanto nei Paesi ad alto che in quelli a basso reddito (si tratta in particolare dell’obiettivo n. 4, ovvero “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”).

In Italia il tema è stato posto con particolare forza da Save the Children che, attraverso studi circostanziati e incontri collettivi, ha sensibilizzato l’opinione pubblica mostrando come in numerosi quartieri periferici delle nostre città (e non solo) troppi bambini e adolescenti rischiano di rimanere indietro negli studi in una fase cruciale per la loro formazione personale, a causa di fragilità o carenze di opportunità scolastiche ed extrascolastiche presenti sia nel contesto familiare che sul territorio.

Un modo per ridurre tale gap è quello di agire sulla coscienza civica degli adolescenti più fragili, aiutandoli ad accrescere il senso critico per rendere la loro comunità e il posto in cui vivono uno spazio adatto alla loro crescita.

I punti chiave del programma di volontariato

In coerenza con le proprie strategie di sostenibilità, le società del Gruppo Crédit Agricole in Italia hanno deciso di collaborare con Save the Children per promuovere programmi di educazione alla cittadinanza attiva per gli studenti delle scuole medie inferiori.

Nel 2021 nasce “Connessioni digitali”, il progetto dedicato all’educazione verso l’utilizzo consapevole degli strumenti digitali e all’allestimento di 80 newsroom in altrettanti istituti scolastici, ubicati da Nord a Sud della nostra penisola, perlopiù in aree deprivate, grazie ad un fitto tessuto di associazioni con cui Save the Children collabora a livello locale (per informazioni aggiornate sul progetto: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/progetti/connessioni-digitali).

Il progetto, accompagnato da un ambizioso programma di volontariato, di cui si darà brevemente conto in questo articolo, ha di recente ricevuto una menzione speciale nell’ambito del premio Volontari@Work, promosso dalla Fondazione Terzjus, la cui prima edizione si è tenuta a Roma il 20 marzo 2024.

Vi è un assunto di fondo che sin dal principio ha animato questa buona pratica: l’idea che sia gli studenti che gli insegnanti debbano essere accompagnati in un percorso di apprendimento che mira a creare nell’istituzione scolastica spazi permanenti dove coltivare il senso di responsabilità e il senso civico.

In particolare, si è cercato di far acquisire ai docenti e ai loro alunni le competenze per far funzionare le newsroom anche dopo la fine del programma di volontariato.

Ai docenti sono state trasmesse nozioni di base su come costruire un documento audio per raccontare quel che accade nella comunità locale o come redigere una istanza da presentare all’amministrazione territoriale per denunciare un malfunzionamento o semplicemente per richiedere un intervento che possa migliorare la vita nella scuola o nel quartiere, affinché si possa in seguito riutilizzare tali cognizioni tecniche nella didattica in aula o in laboratorio.

Ai ragazzi, invece, sono stati proposti una serie di stimoli e approfondimenti su questioni socialmente rilevanti quali la cura dei beni pubblici e il cambiamento climatico, oltre ad accompagnarli alla gestione dei nuovi media per agire nel luogo in cui vivono e cambiarlo in meglio, attraverso strumenti di comunicazione e mobilitazione quali lo storytelling, il marketing sociale, le inchieste in forma di podcast, le petizioni online, che come è noto hanno un forte appeal presso i nativi digitali.

Un’operazione culturale di così vasta portata ha necessariamente bisogno di essere pianificata accuratamente in tutte le sue fasi. A partire dall’individuazione dei dispositivi tecnologici che sono stati donati alle scuole per allestire materialmente le newsroom, come fossero redazioni giornalistiche: 4 personal computer, 1 proiettore, 1 kit per lo stoccaggio digitale dei dati, 1 kit per le riprese, 3 smartphone, 3 cuffie, 3 microfoni. Attrezzature fondamentali per cominciare a fare i giornalisti o gli attivisti, ma insufficienti a trasformare gli 11-13enni in redattori sociali o videomaker.

È necessario infatti, ad esempio, garantire l’ascolto di ragazzi e ragazze impegnati nella raccolta firme per far riaprire un parco nel proprio quartiere o destinare un edificio abbandonato a residenza temporanea per i senzacasa.

In tal senso, è necessario rimettere al centro della didattica l’educazione civica, in modi e forme che possano sollecitare i ragazzi e le ragazze.

A questo hanno lavorato manager, collaboratori e collaboratrici, delle società del gruppo Crédit Agricole in Italia, che hanno deciso di mettere le proprie competenze al servizio del programma di volontariato aziendale, dedicando in media tre giornate lavorative dopo adeguata formazione.

Per fare qualche esempio, i colleghi e le colleghe hanno tenuto lezioni sull’economia circolare e sulle città sostenibili, su come rendere incisivo il testo di una petizione o attività per lanciare una campagna sociale, hanno creato delle pillole video su un ampio ventaglio di argomenti, e hanno riconosciuto il lavoro di studenti e studentesse al termine del percorso didattico.

Tra i temi affrontati nei video vi sono stati i valori, i diritti e le forme di governo della costituzione italiana, l’Ue, le Nazioni Unite, il ruolo delle Ong, limiti e potenzialità degli strumenti della cittadinanza digitale.

Infatti, un punto qualificante di “Connessioni Digitali” è quello di rilasciare agli studenti una certificazione sulle competenze digitali acquisite attraverso la partecipazione alle attività laboratoriali.

La certificazione si basa su un modello di valutazione delle skill messo a punto dal Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

I numeri del programma, 6000 studenti e 80 newsroom

I numeri di questo programma di volontariato sono assai significativi: in quasi tre anni dal suo avvio (2021-2024) sono stati impegnati nelle attività didattiche quasi 200 collaboratori delle società di CA in Italia, raggiungendo circa 6000 studenti e oltre 1000 docenti della scuola secondaria di primo grado.

Sono state, inoltre, attivate 80 newsroom, all’interno delle quali sono stati complessivamente elaborati oltre 2000 prodotti multimediali (petizioni online, podcast, voci su Wikipedia, video storytelling, campagne di marketing sociale, ecc.).

I risultati dell’esperienza

Un ampio sforzo profuso per ridurre le disparità educative in tutte le regioni italiane, offrendo agli adolescenti occasioni per essere protagonisti nei quartieri difficili in cui crescono.

Lilly Barbaro Bour, Responsabile del coordinamento delle Società del CA in Italia e della rete de Le Village by CA, ha seguito il progetto sin dagli inizi e parla con trasporto degli esiti di questa esperienza: “ho visto realizzare una newsroom dal vivo, in contesti di periferia svantaggiati, multietnici, composti da ragazzi molto propensi a utilizzare gli strumenti di cittadinanza digitale. Questi ragazzi hanno espresso non solo l’interesse per queste forme di attivismo, ma anche l’impegno di chi vuole fare qualcosa per il proprio quartiere richiedendo ad esempio la pulizia degli spazi pubblici, l’apertura di giardini e rivolgendo un appello ad un assessore o al preside della propria scuola per attivare un corso di fumetto dopo l’orario scolastico”.

Di seguito alcuni ritorni scritti direttamente dai ragazzi e dai professori sul progetto: “Siamo particolarmente sensibili ai problemi ambientali (…). Consideriamo un serio problema quello di ridurre e smaltire correttamente le cicche di sigaretta, che vengono incautamente buttate dai fumatori per le strade di Napoli” (Petizione delle alunne e degli alunni dell’IC Cuoco Schipa di Napoli).

“Il lavoro del futuro sarà con la tecnologia e imparare ad usarla è molto importante, soprattutto se si inizia a farlo nelle scuole” (Francesco, alunno di progetto).

“Noi docenti stiamo lavorando con i ragazzi e impariamo insieme come si usano alcuni siti come Wikipedia” (Docente referente di progetto).

Come sottolinea Lilly Barbaro Bour “è la forza della cittadinanza attiva in cui crediamo moltissimo. È molto formativo osservare come giovani di 12 anni possano informarsi, prendere posizione e fare qualcosa di utile per trasformare il posto in cui vivono. È una lezione che non si dimentica ed aumenta il loro senso nel diventare i veri protagonisti del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Si prova un grande orgoglio per questo progetto, come tutti i miei colleghi che da volontari hanno dato un contributo all’iniziativa”.

Vi è anche un altro motivo per cui la manager del Gruppo può dirsi soddisfatta per gli esiti di un’esperienza come Connessioni Digitali: i dati raccolti dal gruppo creditizio attraverso alcuni studi di monitoraggio mostrano come venga apprezzata dai dipendenti la possibilità offerta dall’azienda di svolgere attività a carattere sociale durante l’orario di lavoro, in particolar modo dai giovani che da poco sono entrati a far parte di Crédit Agricole in Italia.

Una buona ragione per continuare ad insistere con il volontariato di competenza, in quanto rappresenta un investimento sul futuro.

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