Sono davvero tante le circostanze in cui Papa Francesco ha parlato del volontariato. Senza ombra di dubbio, si può dire che è uno dei temi più ricorrenti del suo magistero. Basti contare quante sono state le udienze con le associazioni, le fondazioni e tutte le altre organizzazioni che formano il Terzo settore, oltre ai saluti e ai messaggi che ha inviato loro.
Se n’è occupato, sin dagli inizi del suo pontificato. Senza limitarsi a mettere in luce l’importanza che riveste nella società odierna e senza ridursi a ringraziare le tante organizzazioni non profit per il fondamentale ruolo che svolgono nei vari luoghi di missione. È andato oltre. Infatti, si è adoprato moltissimo per esortare a vivere questa esperienza così nobile.
A onor del vero, del volontariato se n’è sempre interessato. Ancor prima che salisse sul soglio di Pietro. Come peraltro comprova una famosa intervista concessa alla sede argentina di Radio Maria, i cui stralci si trovano in molti siti web di enti del Terzo settore.
A questo punto, è il caso di chiedersi: quali sono le principali modalità attraverso cui Francesco esalta il valore del volontariato e, allo stesso tempo, provvede alla sua promozione?
Innanzitutto, utilizza i princìpi della dottrina sociale della Chiesa, quali dignità della persona umana, bene comune, solidarietà, sussidiarietà, gratuità e reciprocità – a cui aggiunge personalmente quelli di umanità, imparzialità e neutralità –, per porre in risalto come il volontariato costituisca un servizio pienamente virtuoso mediante il quale favorire lo sviluppo umano integrale e il rispetto delle persone. Soprattutto di quelle vivono nelle periferie dell’umanità, la cui dignità non solo viene negata o calpestata, ma, nel peggiore dei casi, addirittura rubata. Ecco perché indica nel volontariato un’“arma” per difenderla e riscattarla.
Di seguito, dà una grandissima importanza ad alcune figure sante, proposte come modelli di riferimento. Di ognuna di queste, mette in risalto gli insegnamenti che offrono a chi fa volontariato. Si tratta di Maria, della quale magnifica la straordinaria capacità di agire, stando vicino a chi necessita di aiuto e soffre (come ha fatto con sua cugina Elisabetta in attesa del parto e con Gesù ai piedi della Croce); del buon samaritano, la cui lezione di soccorso insegna a donarsi a tutti unicamente per amore e senza secondi fini; di Priscilla e Aquila, quali icone di accoglienza libera e gratuita; di Madre Teresa di Calcutta, maestra di misericordia che abbraccia qualsiasi bisognoso, senza badare a razza, religione, ceto, età e provenienza. Chiaramente, di Cristo, perfetto esempio di carità – per il quale, fa notare Francesco, «malattia e povertà non sono mai state un ostacolo per incontrare l’uomo» –, nonché immagine da riconoscere in ogni sofferente.
Proseguendo, Papa Bergoglio fa emergere la rilevanza della formazione permanente, da arricchire con percorsi di spiritualità e momenti di preghiera. Per di più, fornisce una serie di consigli e suggerimenti, per vivere in maniera davvero edificante l’impegno del volontariato. Si pensi, ad esempio, al fare attenzione agli scandali della “doppia vita”, ossia a quelle contraddizioni che scaturiscono da una bontà esclusivamente di facciata; che derivano, inoltre, dall’accettare qualsiasi donazione senza averne accertato la legittimità; che provengono, ancora, dall’intendere il volontariato come un’occasione di business. Pertanto, fa benissimo Francesco a rammentare che il servizio del volontariato va offerto al riparo dai mali del denaro e dall’“esibizionismo incoerente”, nel silenzio e nella discrezione.
Infine, Francesco esorta particolarmente i giovani a vivere questa esperienza così bella e gratificante, per varie ragioni. Quali? Ad esempio, perché il volontariato rinforza il vincolo fra generazioni; perché dà significato e pienezza alla loro vita; perché ottimizza la loro forza nell’aiutare gli altri; perché consente loro di affinare la propria sensibilità a riconoscere la sofferenza altrui.
Egli, però, incoraggia a fare altrettanto anche coloro che vivono la stagione della terza età. Così che possano condividere la loro saggezza e la loro esperienza con i più giovani e, nel contempo, possano continuare a sentirsi protagonisti del proprio cammino di vita. Peraltro – fa notare –, percorrendo questa via, essi contribuiscono a diffondere forme dinamiche di vivere l’invecchiamento e una nuova percezione dell’anzianità. Che contrastano la cultura dello scarto degli stessi anziani e dei vecchi.
Papa Francesco, tuttavia, bussa pure alle porte delle istituzioni. In particolar modo, a quelle di scuola e università. Invitandole ad avviare collaborazioni con gli enti del Terzo settore e a sperimentare attività di volontariato, in maniera tale che gli studenti possano avere una crescita non solo sul piano culturale, ma anche su quello umano; e istituti e atenei diventino sempre più interlocutori del territorio e costruttori del bene comune.
Sono queste, dunque, le principali modalità mediante cui Francesco promuove ed esalta il volontariato. Dispensando, peraltro, dritte, raccomandazioni, piste di riflessione, suggerimenti, consigli veramente preziosi. D’istinto, si potrebbe pensare che questi siano indirizzati esclusivamente ai volontari cattolici. A ben vedere, non è così. Perciò, sarebbe il caso che siano presi in considerazione da tutto il mondo del volontariato. E, magari, che vengano anche seguiti.
N.B.: per approfondire l’argomento, si rimanda a V. Comodo, Il volontariato nel cuore di Papa Francesco, IF-Press, Roma 2020 (Pref. S.E. Mons. Nunzio Galantino).