Oltre 130.000 gli enti iscritti al Runts (+10% in un anno)
[di Michele Damiani, pubblicato in «Italia Oggi» di giovedì 13 febbraio pag. 29]
I terzo settore continua a crescere
All’8 dicembre 2024, infatti, erano 130.852 gli enti iscritti al Runts, il Registro unico nazionale del terzo settore, quando un anno prima erano circa 120 mila. Una crescita del 10% in 13 mesi, se si considera che a gennaio di quest’anno si è arrivati a 132 mila realtà iscritte. Di queste, quasi un terzo (43.403) sono «nuove», ovvero nate a seguito della riforma del 2016-2017. La sezione delle Associazioni di promozione sociale (Aps) continua ad essere la più popolata, assorbendo il 45.6% degli enti iscritti. Una crescita che si manifesta anche a livello universitario, visto che l’offerta formativa sul terzo settore «mostra un numero di corsi decuplicato rispetto al periodo pre-riforma». E quanto emerge dal quarto rapporto della Fondazione Terzjus sullo stato e le prospettive del diritto del terzo settore in Italia, dal titolo «A due passi dalla meta – Verso il completamento della riforma», che sarà presentato oggi, a palazzo Wedekind a Roma. Un report molto corposo, di oltre 500 pagine, che passa in rassegna tutti i numeri del terzo settore italiano (con un occhio al non profit in generale), facendo anche una analisi delle novità normative che hanno interessato il comparto. Lo studio si chiude con una serie di proposte elaborate dagli esperti.
Terzo settore in salute
Nella premessa al report, curata dal presidente della Fondazione Terzjus Luigi Bobba, oltre che da Antonio Fici e Gabriele Sepio, lo stato di salute del terzo settore viene definito «nel suo complesso più che buono. malgrado sfide e difficoltà di varia natura e una riforma incompleta». Un’affermazione che si basa anche sui già citati dati del Runts. Un elemento che «forse è stato il principale merito della riforma, ovverosia aver creato un insieme organizzativo che, per la prima volta, si può (abbastanza agevolmente) contare» affermano gli analisti.
I numeri, anche del non profit
L’analisi dei dati parte da una differenziazione tra Enti del terzo settore e Istituzioni non profit (Ets e Inp). Due segmenti «che non è più possibile oggi sovrapporre acriticamente», visto che «le due categorie non coincidono, né tra le medesime, a ben vedere, sussiste un rapporto di genere a specie».
Se il non profit rinviene infatti nel divieto di distribuzione degli utili il suo (unico) elemento identificativo, «vari, ulteriori e diversi sono invece gli elementi identificativi del terzo settore, al punto che possono esservi enti del terzo settore (le imprese sociali societarie) cui è consentito, sebbene entro precisi limiti (oggettivi e soggettivi), distribuire utili ai soci». Se si guarda, quindi, al numero complessivo di Inp, si osserva come i 130.852 enti iscritti al Runts «siano ancora distanti dalle 360.061 Istituzioni non profit censite dall’Istat al 31 dicembre 2022».
Pur scorporando il numero di Inp che non potrebbero acquisire, per divieti di legge, la qualifica di terzo settore, «il divario tra Ets e Inp è pari a circa 180 mila unità». Alla base di questi numeri anche «difetti di coordinamento tra le normative del settore», che portano alcune realtà alla scelta di non acquisire la qualifica formale di Ets. Un numero destinato, comunque, ad assottigliarsi, visto che gli Ets sono in costante crescita, mentre il numero delle Inp risultava in calo del-1o 0,2% a fine 2022.
Dominano le Aps
Quasi la metà degli enti iscritti al Runts (il 45,6%) è, quindi, una Associazione di promozione sociale. In valori assoluti, son 59.564 le Aps nel registro, oltre 10 mila in più delle 48.486 iscritte al 28 agosto 2023. La sezione Aps continua anche ad essere la più gradita tra i nuovi iscritti: quasi sei enti su dieci, infatti, la prediligono. Secondo gli analisti, sono diversi i fattori che influiscono su questa scelta: «l’anzianità della categoria, che preesiste alla riforma del 2017, il minor grado di definizione legislativa delle Aps rispetto a quello delle Odv (Organizzazioni di volontariato), la maggiore propensione delle Aps ad aderire a reti associative che favoriscono il loro accesso al Runts, ciò che si rivela particolarmente importante per Aps molto piccole, quali bande musicali, pro loco, circoli culturali, oratori religiosi, associazioni sportive dilettantistiche, ecc., che avendo entrate molto limitate (si stima infatti che circa la metà delle “nuove” Aps abbia entrate annue inferiori a 10.000 euro) si affidano alle proprie reti associative per le scelte legate al Runts e le relative procedure (di iscrizione, aggiornamento dati, ecc.)». I tre quarti delle reti associative presenti nel registro, infatti, ha la qualifica di Aps.
Di contro, continua a ridursi il gradimento per la sezione Odv, scelta soltanto dal 16,6% degli enti di nuova iscrizione. «Pesa, qui, la forte caratterizzazione legislativa di questa tipologia di ente del terzo settore, ma anche la minore capacità delle Odv di fare rete, per quanto non manchino importanti reti associative di Odv (6 su 54)».
Gli altri enti del terzo settore
Risulta sempre più apprezzata, invece, la sezione generica degli «Altri enti del terzo settore», preferita da circa un quarto dei nuovi iscritti. Sono quasi 10 mila (9.952), le realtà che ne fanno parte, ovvero il 7,6% del totale delle organizzazioni iscritte al Runts. Un numero quasi raddoppiato rispetto all’agosto del 2023, visto che all’epoca erano 5.268. «Alla base di ciò c’è l’elasticità della fattispecie», spiegano da Fondazione Terzjus.
Onlus e imprese sociali
L’imminente parere Ue sul regime fiscale definito dalla riforma del terzo setto-re, oltre a cambiare le regole per le imprese sociali, «eliminerà la categoria delle Onlus». Stando ai dati più recenti, si legge nel report, ad oggi sono 21 mila le Onlus iscritte all’Anagrafe tenuta dall’Agenzia delle entrate. Circa il 25% di esse ha già spontaneamente scelto il Runts, mentre il restante 75% «ancora tergiversa nel suo stato». Per quanto riguarda le imprese sociali, ne risultano iscritte 22.825 (il 17,5% del totale, in calo rispetto alle 24.314 del 2023).
Lo sport
Quando si parla di terzo settore in Italia il legame con lo sport è praticamente automatico. E, infatti, anche l’attività sportiva trova spazio nel report Terzjus. Si riporta come siano oltre 115 mila le associazioni e società (Asd e Ssd) iscritte al Registro delle attività sportive dilettantistiche; di queste, tuttavia, solo il 2% è anche iscritto al Runts. Un aspetto particolare, visto che, invece, tutti i 14 Enti di promozione sportiva sono iscritti al Registro del terzo settore e il 45% delle Asd e Ssd sono affiliate proprio agli Eps.
L’attività formativa
Un ultimo passaggio, infine, riguarda l’offerta formativa in tema di non profit e di terzo settore. Un’offerta cresciuta fortemente negli ultimi anni: «l’effetto leva del nuovo diritto del terzo settore emerge prepotentemente dalla rilevazione sull’offerta formativa, che mostra un numero di corsi decuplicato rispetto al passato pre-riforma».