La revisione della normativa introdotta con il Codice del Terzo settore (CTS) a riguardo dei regimi di detraibilità o deducibilità delle erogazioni liberali in denaro effettuate dai contribuenti a favore di fondazioni, Onlus, Aps e Odv, ha prodotto i risultati attesi e gli effetti sperati dal legislatore nel 2017? Una risposta convincente a tale domanda la si può trarre da un’analisi delle tabelle che il MEF-Dipartimento delle Finanze pubblica ogni anno con i dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti “persone fisiche” che, nell’anno fiscale 2022, sono stati oltre 42 milioni. È utile ricordare che i dati disponibili riguardano le erogazioni liberali per cui è prevista una detrazione pari al 26% dell’importo a favore di Onlus e di iniziative umanitarie, religiose o laiche, gestite da fondazioni, associazioni, comitati ed enti individuati con decreto del PCdM; quelle che godono di una detrazione del 30% e sono destinate ad Onlus ed Aps; (30%) e, infine, le donazioni con detrazione al 35% destinate ad Odv iscritte al RUNTS. Oltre a questi, si esamineranno i dati relativi alle erogazioni liberali a beneficio di Onlus, Aps e Odv per le quali i contribuenti hanno optato per il regime di deducibilità previsto proprio dal CTS.
Il primo dato che balza agli occhi riguarda il numero totale dei contribuenti che effettuano una donazione e usufruiscono di una detrazione che è pari al 2,2% del totale. Escludendo i soggetti che si trovano nelle fasce di reddito sotto i 15.000 euro (che comprendono la no tax area e gli incapienti) tale quota sale al 3,26% con un tasso incrementale pari al 42%. Questo dato conferma – come era prevedibile – che la maggior propensione a donare è correlata alla maggiore disponibilità di reddito. Sommando i contribuenti che optano per la deducibilità con quelli che scelgono la detrazione, si raggiunge, nell’anno fiscale 2022 (dichiarazione dei redditi 2023), un totale di 1.834.000 contribuenti, pari al 4,3% dell’intera platea. Dunque, il numero totale delle persone fisiche che sostengono le Onlus e gli ETS con erogazioni liberali in denaro rimane esiguo, forse a causa della frammentazione delle categorie di enti verso cui è possibile effettuare una donazione, come enti sportivi, associazioni culturali, università, fondazioni, enti lirici, ecc. Una frammentazione che non aiuta il contribuente a orientarsi in modo semplice e trasparente nell’utilizzo di questo strumento di sussidiarietà fiscale.
Osservando il trend tra l’anno fiscale 2018 e il 2022 – cioè tra il dato del primo anno della introduzione nuova normativa del CTS e quello più recente disponibile – emerge una crescita pari a 111.000 contribuenti/donatori con un incremento complessivo di circa il 12%. Parallelamente, l’ammontare complessivo delle erogazioni liberali (v. grafico 1) per cui sono state richieste detrazioni, mostra una crescita pari al 25%, passando dai 257 milioni nel 2018 a più di 322 nel 2022.
Ancora più marcato l’incremento del beneficio fiscale concesso: dai 70 milioni del 2018 ai quasi 93 milioni del 2022, con una crescita del 32,5%. Un aspetto particolarmente interessante riguarda le scelte dei contribuenti rispetto alle diverse categorie dei beneficiari e, conseguentemente, delle rispettive aliquote specifiche (26%, 30% e 35%). Il numero dei contribuenti che hanno indirizzato le proprie erogazioni liberali verso i soggetti per cui è prevista una detrazione del 26%, è diminuito da 600.308 a 429.203 ovvero di circa 171.000 unità, pari ad un calo del 28,5%. Al contrario, i soggetti che hanno scelto le Aps e altri Ets con aliquota al 30% aumentano di circa 216.000 unità, pari ad un incremento del 107%. Ancora più significativo il dato relativo alle Odv (detrazione al 35%) che hanno visto una crescita di 66.000 unità, con un incremento del 270%. Dello stesso segno la variazione percentuale, tra il 2018-2022, dell’ammontare totale delle erogazioni liberali che crescono del 25,3% (v. grafico 2); aumento che per le Odv è del 244,7% e per le Aps del 116%, mentre invece per le Onlus/Ong diminuisce del 23,7%.
Infine, se si osserva il valore medio della donazione per l’anno 2022 per ciascuna delle tre categorie richiamate, per le Onlus/Ong l’importo medio della donazione è pari a 312 euro; per le Aps è di 375 euro e per le Odv è pari a 349 euro. Se si prendono in considerazione solo i contribuenti che hanno un reddito imponibile sopra i 15.000 euro, i valori medi per ciascuna fascia di reddito mostrano un andamento crescente e fortemente correlato alla maggior disponibilità di reddito. Per le donazioni alle Onlus/Ong, si passa dai 250 euro per i contribuenti/donatori che hanno un reddito tra 15 e 20.00 euro per arrivare a 1.020 euro per chi supera i 300.000 euro (v. grafico 3).
Un andamento simile, ancora più marcato, si osserva per le Aps e le Odv. Per le prime si passa da 300 euro a 1.470; per le seconde da 280 a 1.450 euro. Ne discendono due conclusioni: c’è una correlazione diretta e linearmente crescente tra reddito disponibile e importo medio della donazione; e, in secondo luogo, le aliquote introdotte con il CTS si rivelano significativamente più attrattive sia in assoluto (numero dei contribuenti/donatori che se ne avvalgono), sia in relazione all’importo medio della donazione stessa.
Anche il regime di deducibilità, introdotto dal CTS per le erogazioni liberali, ha mostrato un andamento positivo. Tra il 2019-2022, il numero dei contribuenti che ha optato per questa scelta, è aumentato del 39%, passando da 645.424 a 897.344. Dello stesso segno l’incremento dell’ammontare donato: più 36,4%, con una variazione da 245 milioni del 2019 (primo anno di applicazione della norma) ai 334 del 2022. L’importo medio della donazione, sempre per l’anno fiscale 2022, non è molto diverso da chi si è avvalso della detrazione, pari a 372 euro.
Quali conclusioni trarre? Ovvero, le novità normative del CTS – aumento delle aliquote di detrazione e possibilità di optare per il regime di deducibilità – hanno influenzato i comportamenti dei contribuenti/donatori? Hanno cioè premiato chi ha deciso di metter mano al portafoglio per sostenere l’azione di un ETS/Onlus?
La risposta è complessivamente positiva. Innanzitutto, il numero dei contribuenti/donatori è cresciuto nonostante nel quadriennio fosse compreso “l’annus horribilis” del Covid; in secondo luogo, si è verificato un significativo trasferimento delle erogazioni liberali dei contribuenti dalle Onlus/Ong (aliquota del 26%) verso quelle organizzazioni che usufruiscono delle nuove aliquote (Aps, Odv e altri ETS), Insomma un progressivo svuotamento delle erogazioni verso Onlus/Ong pari ad una diminuzione del 28,5%, insieme ad un deciso incremento delle scelte per le Aps, +101% , e ancor di più per le Odv (+ 270%). Infine, l’altra operazione di successo è stata l’introduzione dell’opzione alternativa della deducibilità: l’aumento del numero dei contribuenti che hanno preso questa strada è stato del 39% e l’ammontare del valore delle donazioni è salito del 36.4%.
Per il futuro è auspicabile che il legislatore escluda le erogazioni liberali dal computo dall’ammontare massimo delle detrazioni fruibili per coloro che hanno redditi sopra i 75.000 euro. Norma che è stata inserita nella legge di bilancio 2025 e che sicuramente andrà a penalizzare quei contribuenti che avendo redditi mediamente più elevati, potrebbero effettuare in futuro donazioni di maggiore importo (v.grafico n.3).
In secondo luogo, il Governo consideri altresì la possibilità di un ulteriore innalzamento delle aliquote di detrazione, portandole almeno al 35% per la generalità degli ETS e al 40% per le Odv. In tal modo si faciliterebbe la possibilità per gli ETS – cosa che accade in diverse altre nazioni della UE e ancor di più nei paesi anglosassoni – di finanziare le proprie attività sollecitando donazioni da privati cittadini. L’obiezione che la misura sia costosa, non regge, in quanto l’incremento qui ipotizzato per le aliquote di detrazione, avrebbe un costo non superiore a 10 milioni. Qualora tale misura venisse accolta, il Governo dovrebbe altresì impegnarsi a promuovere una campagna informativa in modo da far conoscere un’opportunità – ovvero la possibilità di avere un significativo incentivo fiscale per le erogazioni liberali effettuate da persone fisiche – che è oggi ignorata da non pochi contribuenti. Questa la via da percorrere per rafforzare l’azione di quegli enti che – ai sensi del CTS – perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale nello svolgimento di attività di interesse generale.