Giuseppe Brandi, “Riforma del terzo settore. Codice ragionato ed essenziale” (Editoriale Scientifica, 2024). Oltre 4000 pagine nella versione aggiornata

Presentazione di Alessandro Lombardi*, Capo Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Tra i tanti effetti generati dalla legge delega n. 106/2016 e dai successivi decreti legislativi attuativi del 2017 uno dei più importanti è stata l’affermazione di un diritto del Terzo settore, che ha trovato, per effetto dell’approccio organico seguito dal legislatore della riforma, piena cittadinanza all’interno dell’ordinamento giuridico italiano. Il diritto positivo è stato poi alimentato dal diritto vivente, inizialmente sviluppatosi grazie ai numerosi documenti di prassi amministrativa prodotti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e poi ulteriormente arricchitosi, all’indomani del 23 novembre 2021 – data di avvio dell’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) – attraverso la quotidiana gestione dei procedimenti amministrativi condotta dagli uffici del RUNTS.

Da ultimo, devono essere considerati gli statuti standard approvati, a partire dal 2023 dal medesimo Ministero, e predisposti dalle reti associative, secondo un modello di costruzione dal basso delle regole organizzative e di funzionamento degli enti del Terzo settore.

Il dinamismo e la multidisciplinarietà di tale esperienza giuridica trova la sua plastica rappresentazione all’interno della seconda edizione del Codice ragionato ed essenziale, che restituisce agli operatori e agli studiosi un quadro completo ed aggiornato sulla riforma del Terzo settore.

L’opera risulta arricchita di una novità di particolare pregio, costituita dall’indice analitico-alfabetico, che intende contribuire a favorire il corretto approccio sistemico alla normativa sul Terzo settore: solo tale sguardo prospettico d’insieme, infatti, permette di cogliere appieno l’equilibrio complessivo del sistema normativo, che rischia di essere pretermesso da una lettura schiacciata su di una singola disposizione.

La consultazione dell’opera restituisce con vivida forza uno degli elementi maggiormente caratterizzanti la riforma: la valorizzazione della relazionalità, intesa nella sua portata multidimensionale. Si fa riferimento al tema dei rapporti collaborativi tra P.A. e Terzo settore; al rapporto, in termini di coinvolgimento, tra l’impresa sociale e i lavoratori, gli utenti e gli altri stakeholders; più in generale al rapporto tra ogni singolo ente del Terzo settore e la generalità dei cittadini, assicurata dal regime di pubblicità del RUNTS.
Il codice del Terzo settore e la revisione della disciplina sull’impresa sociale contengono un forte invito, rivolto in primo luogo agli stessi enti del Terzo settore, ma che vuole raggiungere anche altri mondi, da quello accademico, a quello delle professioni fino alle organizzazioni profit, a superare gli angusti limiti dell’autoreferenzialità, ad essere aperti alla costruzione di reti, sinergie, alleanze, che possano permettere il raggiungimento di più elevati livelli di soddisfacimento dei bisogni delle singole comunità in cui questi diversi attori operano, nella direzione del rafforzamento della coesione sociale.

*Le considerazioni contenute nel presente testo sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza

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