[di Gabriele Sepio e Cristiano Caltabiano, pubblicato in Modulo 24 Terzo Settore, inserto de «Il Sole 24 Ore» del19 aprile 2024, p. 18]
Una “case history” nel campo del volontariato di competenza, ove l’impegno nel sociale dei lavoratori non è fine a se stesso, ma rientra in qualche modo nella cultura dell’azienda valorizzando il bagaglio che i volontari acquisiscono grazie all’esperienza nelle scuole o all’interno degli enti del Terzo settore.
Snam è una delle realtà aziendali che contribuiscono a tenere alta la bandiera italiana nel mondo; con oltre ottanta anni di storia dietro le spalle, è il primo operatore europeo nel trasporto del gas naturale con una rete, in Italia e all’estero, di circa 38.000 km. Il Gruppo è inoltre attivo nello stoccaggio del metano (oltre 17% della capacità europea) e nella rigassificazione, con una capacità annua di 13,5 miliardi cubi, che saliranno a 18,5 miliardi di metri cubi nel 2025 per effetto dell’entrata in esercizio del rigassificatore di Ravenna. La società è inoltre alquanto attiva sul versante della transizione energetica: nel suo piano di investimenti 2023-2027 ha stanziato 1,2 miliardi di euro per sviluppare i settori di biometano, idrogeno, efficienza energetica e CarbonCaptureandStorage, una tecnologia che consente di catturare le emissioni atmosferiche di anidride carbonica presso i grandi impianti e di stoccarle permanentemente nel sottosuolo.
La sua ambizione di medio-lungo termine è quella di sviluppare e consolidare un sistema di infrastrutture energetiche per un futuro sostenibile, ponendosi come operatore multi-molecola a livello nazionale ed europeo, puntando sull’innovazione e valorizzando il ruolo del gas come vettore di transizione.
Se queste sono le credenziali con cui il gruppo basato a San Donato Milanese si presenta sui mercati internazionali, in uno scenario geopolitico ed economico assai incerto e complicato, da cui risulta ormai evidente che il futuro dell’umanità dipende da una gestione oculata delle risorse energetiche, non si debbono trascurare alcune iniziative che l’impresa ha lanciato sul fronte della sostenibilità sociale.
Snam, infatti, ha realizzato da qualche anno, insieme alla sua omonima Fondazione, due programmi di volontariato di competenza, che coinvolgono un numero consistente di dipendenti (dai dirigenti manager agli impiegati). Per questa attività, Snam ha di recente ricevuto una menzione speciale nell’ambito di Volontari@work, un premio ideato dalla Fondazione Terzjus di Roma, con l’obiettivo di promuovere esperienze di volontariato aziendale attraverso le quali i lavoratori vengono incoraggiati a impegnarsi collaborando con con gli Enti del Terzo Settore (ETS).
EmpowermentLab(E-Lab)è il primo progetto, varato nel 2021, che si propone di offrire una serie di attività di consulenza e formazione gratuita ai professionisti del Terzo settore, come spiega Marta Luca, Direttrice Generale della Fondazione Snam ETS: «Il programma è nato con l’intento di affiancare le diverse figure professionali che operano nel Terzo settore, supportandole nello sviluppo di competenze gestionali e manageriali che fanno tradizionalmente parte del knowhowposseduto dalle grandi aziende. Il nostro Gruppo mette a disposizione un patrimonio di conoscenze e capacità, per favorire la crescita e il successo delle organizzazioni sociali. Parliamo di realtà talvolta piccole, da supportare nell’utilizzare al meglio i finanziamenti che ricevono, per consentire loro di portare avanti i diversi progetti di utilità sociale. C’è poi il tema della digitalizzazione, per il quale gli ETS hanno una forte necessità di essere affiancati, per rendere più efficaci ed efficienti alcuni processi organizzativi».
Snam raccoglie in sostanza la disponibilità dei propri dipendenti a svolgere attività di volontariato durante l’orario di lavoro, per un totale di tre giornate lavorative l’anno, chiedendo loro di indicare le aree di competenza su cui sperimentarsi; allo stesso tempo, anche attraverso i canali socialvengono lanciate delle calldedicate alle organizzazioni del Terzo settore per raccogliere le loro esigenze. Che sono di vario tipo: pianificazione e controllo del budget, organizzazione di piani formativi per il personale, definizione di strategie di comunicazione per campagne media o per l’attivazione di uno sportello di ascolto dei soggetti fragili, ma anche supporto per lanciare una piattaforma di «crowdfunding» o, in ultima analisi, ottimizzare il proprio sito Internet per renderlo fruibile dallo smartphone.
Notevole, inoltre, è il volume di attività di tutoraggio prestate onlinetramite Teamsdai volontari Snam: in circa tre anni vi hanno partecipato 233 persone, per un totale di 3.646 ore di volontariato svolte durante l’orario lavorativo. Ne hanno usufruito 39 ETS che a vario titolo aiutano le persone fragili che nei propri territori vivono situazioni di povertà energetica, educativa e alimentare. I feedbackdei volontari dimostrano quanto questo impegno rafforzi il senso di appartenenza e motivazione delle persone. Del resto non c’è mai solo un trasferimento unilaterale di cognizioni tecniche alle persone che operano nel Terzo settore: il confronto con organizzazioni molto diverse da quella in cui i volontari sono abituati a operare è non di rado fonte di scoperta e crescita personale. Dà molta soddisfazione, in particolare, capire come le proprie competenze siano trasversali, ossia che possano essere applicate con gli opportuni adattamenti anche nel mondo del “sociale”, aiutando concretamente gli ETS a rendere più funzionale la propria organizzazione.
Un altro ritorno positivo, dal punto di vista dell’impresa, è il fatto che si creano dei gruppi informali tra colleghi che operano in sedi geograficamente distanti sul territorio, sentendosi parte di una communityriconosciuta dall’impresa in cui sono occupati. Non si deve infine sottovalutare l’importanza del dialogo costante, in ottica di miglioramento continuo di questo programma di volontariato. Ad esempio, grazie ai feedbackricevuti saranno attivati veri e propri momenti formativi, che si alterneranno così ai cicli di tutoraggio. Un tratto distintivo del percorso di E-Lab, al pari di altre prassi di volontariato di competenza, è in ultima analisi la circolarità che si innesca tra tutti gli attori coinvolti: l’impresa, gli ETS, i dipendenti-volontari. In questa relazione complessa si creano legami di reciprocità e processi di apprendimento collettivo di cui possono giovarsi tutti i partecipanti. Ma per rendere fruttuosa l’esperienza, allineandola alle esigenze dei diversi soggetti coinvolti, non si può lasciare la sua evoluzione al caso o all’improvvisazione. È necessario dotarsi di alcuni strumenti di pianificazione.
Snam e Fondazione Snam hanno ad esempio puntato su un sistema integrato di monitoraggio, raccogliendo costantemente informazioni tramite questionari, interviste, sessioni di feedbacke focusgroup. I dati qualitativi e quantitativi collezionati con questi strumenti di rilevazione, inoltre, possono essere utilmente inseriti, come classici KPI (indicatori chiave di performance), nei bilanci di sostenibilità.
Il secondo progetto di volontariato di Fondazione Snam, «Donareperimparare», è stato inaugurato nel 2023. Si tratta di una attività volta a migliorare la capacità delle scuole di rispondere alle sfide contemporanee connesse a povertà energetica, educativa, alimentare, temi al centro della strategia di Fondazione. L’iniziativa si rivolge ai protagonisti della Transizione Giusta, ovvero i ragazzi e ragazze degli istituti scolastici di tutta Italia, tramite percorsi formativi tematici realizzati in classe dai volontari Snam, che forniscono loro opportunità di sviluppare competenze per il loro futuro. Marta Luca ne individua le caratteristiche essenziali, a partire dai presupposti culturali: «è un programma di economia circolare, perché è in gioco anche la consegna di device ricondizionati da parte di Fondazione Italiana Accenture, ed è indirizzato a tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado, con un focussulla secondaria inferiore. Il programma ha come mission quella di portare temi rilevanti come la Transizione Giusta all’interno delle classi scolastiche. Coinvolge i ragazzi e le ragazze che frequentano le scuole pubbliche, principalmente in aree disagiate. Scegliamo infatti gli istituti scolastici in base ai punteggi ottenuti con i test Invalsi, privilegiando quelli ubicati in zone marginali o che ottengono risultati meno brillanti in termini di rendimento degli alunni».
La Fondazione ha attivato una piattaforma digitale per agevolare l’incontro fra le scuole che chiedono di partecipare al progetto e i dipendenti di Snam, che dopo aver seguito una formazione specifica danno la loro disponibilità ad entrare in classe. Per ciascun percorso sono stati elaborati dei materiali didattici in collaborazione con gli enti partner che hanno collaborato con la Fondazione nella progettazione dei moduli didattici. I materiali su «Latransizioneenergeticaelacuradell’ambiente» sono stati sviluppati con il concorso della Fondazione Banco per l’Energia, mentre per «L’alimentazionesana», le lezioni sono state pensate insieme alla Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, per trasmettere messaggi persuasivi, volti a prevenire e a contrastare l’obesità fra gli adolescenti.
Con la Scuola di Robotica di Genova è stato invece definito un ciclo di interventi propedeutici all’acquisizione di competenze digitali: l’ultimo argomento scelto sono state le materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) per cui, con l’apporto del divulgatore scientifico Massimo Temporelli, è stato progettato e realizzato un kit per condurre esperimenti in classe. In questo modo si è cercato di rendere accessibili le discipline scientifiche e far sì che gli studenti e le studentesse delle medie si avvicinino ad esse. Due fattori sono stati decisivi per portare a compimento tali ambiziose attività d’aula composte da diverse sessioni, svolte in presenza o a distanza dai volontari Snam: da una parte, l’aver adottato un approccio fondato sulla didattica laboratoriale ed esperienziale, per creare l’interesse e stimolare la partecipazione dei ragazzi durante le lezioni; dall’altra, la costruzione di un rapporto di collaborazione con i dirigenti scolastici, senza il quale i moduli formativi non potrebbero neppure iniziare. Pur essendo nato da appena un anno (febbraio 2023), «Donare per imparare» ha già avuto un impatto significativo: sono 85 i volontari che hanno aderito al progetto e sinora hanno erogato 421 ore di insegnamento in 75 scuole del nostro Paese, alle quali sono stati anche consegnati più di mille dispositivi rigenerati.
In conclusione, c’è un punto sul quale è necessario soffermarsi e riguarda il significato che Snam attribuisce al volontariato di competenza nei suoi disegni di sviluppo. In proposito la Direttrice della Fondazione è stata abbastanza esplicita: «quando un dipendente si iscrive ai programmi di volontariato, ci segnala le competenze su cui intende migliorarsi, prendendo spunto dal nostro modello di competenze manageriali del Gruppo, un modello che promuove la leadership diffusa ed è attuato in tutti i livelli organizzativi. E quindi poniamo l’accento sulla trasversalità dell’esperienza di volontariato, un’attività in cui si maturano competenze che vengono riportate nel lavoro». Ciò vuol dire che l’impegno nel sociale dei lavoratori non è fine a se stesso, ma rientra in qualche modo nella cultura dell’azienda, proprio perché si valorizza il bagaglio che i volontari acquisiscono grazie all’esperienza che compiono nelle scuole o a stretto contatto con gli ETS. Tutto ciò aumenta il senso di appartenenza delle persone Snam, oltre a creare legami fra colleghi che hanno partecipato a questi programmi. Per queste ragioni, Snam vuole puntare anche in futuro sul volontariato di competenza, sperando che un numero sempre maggiore di persone siano disposte a dedicare del tempo alla solidarietà.