[di Daniele Gro e Gabriele Sepio, pubblicato in «Il Sole 24 Ore» del 12 ottobre 2024, pag. 30]
Comunità energetiche: fuori campo Iva la ripartizione dei contributi del Gse per i soli partecipanti al sodalizio. Con la risposta a interpello 201/2024, pubblicata ieri, l’agenzia delle Entrate torna sul tema del trattamento fiscale da riservare alle componenti “restituite” ai componenti delle configurazioni di autoconsumo collettivo di energia green (Cer). Si tratta di un modello innovativo di produzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, basato sulla cooperazione attiva tra persone fisiche, piccole e medie imprese, enti non profit e soggetti pubblici, che si associano con la finalità di creare benefici economici, ambientali e sociali per la comunità di riferimento. Il chiarimento reso dall’Agenzia riguarda, in particolare, la posizione dei produttori che, pur non essendo componenti della comunità, mettono a disposizione della Cer una struttura produttiva e si impegnano a collaborare nella gestione dell’impianto per massimizzare la disponibilità di energia prodotta.
Nel caso di specie, l’istante – una società proprietaria di un impianto fotovoltaico – riferisce di aver conferito alla Cer un mandato senza rappresentanza per la gestione dell’energia rinnovabile prodotta.
In cambio, questa corrisponde alla società una quota-parte dei benefici economici derivanti dalla condivisione dell’energia. Si tratta, nello specifico, della tariffa incentivante erogata dal Gse e delle componenti tariffarie che spetterebbero, in via ordinaria, ai componenti della Cer, o comunque per coprire le spese di funzionamento e gestione della comunità. In questo contesto, facendo leva sul rapporto di mandato in essere con la comunità, la società chiede se tali somme debbano considerarsi contributi a fondo perduto e, quindi, essere escluse dal campo di applicazione dell’Iva.
Nel rispondere al quesito, l’Agenzia conferma i suoi precedenti orientamenti (risposta 37/2022) secondo cui le somme erogate dal Gse alle Cer, e redistribuite ai partecipanti rappresentano contributi a fondo perduto, fuori campo Iva. In proposito, si ricorda che la Cer può agire in qualità di mandataria dei suoi membri, interfacciandosi con il Gse per la gestione delle partite di incasso e pagamento e assumendo così un ruolo “trasparente”. Tuttavia, come rilevato, la posizione dell’istante si discosta da quella dei partecipanti della Cer. Difatti, nel caso di specie, la società agisce in qualità di produttore terzo, esterno al sodalizio. Questa, cioè, si relaziona con la Cer attraverso un rapporto sinallagmatico, che prevede – lato società – la messa a disposizione dell’impianto e la co-gestione della produzione energetica. In cambio, la Cer remunera tali servizi corrispondendo quota-parte dei contributi premiali erogati dal Gse. Una circostanza che, di fatto, comporta che le somme percepite dalla società non possano essere considerate contributi a fondo perduto, bensì come veri e propri corrispettivi resi a fronte di una prestazione di servizi, da assoggettare ad Iva.