[di Ilaria Ioannone e Gabriele Sepio, pubblicato su «Il Sole 24 Ore» di venerdì 18 aprile pag. 37]
Il volontario di competenza in crescita come nuova frontiera per il sostegno al terzo settore da parte delle imprese. Questi i dati emersi lo scorso 14 aprile in occasione del Premio “Volontari@work” organizzato dalla Fondazione Terzjus per valorizzare i migliori progetti nel Paese basati proprio sul connubio tra enti non profit e mercato mediante la donazione di competenze. Un modello che, come sottolineato da Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere, è già utilizzato da circa il 4,4 % delle imprese (per un totale di circa 65mila), a fronte di circa 300mila che si dichiarano intenzionate ad attivarlo. Una pratica che diventa, dunque, uno strumento per realizzare progetti virtuosi di corporate social responsability attraverso la capacità delle imprese di mettere a disposizione del terzo settore la propria forza lavoro.
Il dialogo profit/non profit generato dai progetti di volontariato di competenza è stato, quindi, al centro della seconda edizione del Premio “Volontari@work”, con la partecipazione di imprese e, per la prima volta, anche degli enti del terzo settore. Proprio questa ultima categoria è stata voluta per esplorare, come specificato dal Presidente di Terzjus, Luigi Bobba, anche l’altra faccia della medaglia del volontariato di competenza, ovvero quella degli Ets che si sono avvalsi della collaborazione di professionisti delle imprese per avviare progetti sfidanti.
Tanti i progetti presentati e le esperienze promosse in tutta Italia. Tra le imprese che hanno dimostrato capacità di innovazione e crescita rispetto al volontariato la Stmicroelectronics, Luigi Lavazza e Avio Aereo. I premi per le aziende debuttanti, invece, sono andati a Edison, Unicredit e KPMG. Per il Terzo settore a Fondazione AIRC, Opera della provvidenza di S.Antonio e l’Associazione provinciale per i minori di Trento, mentre una menzione speciale è stata assegnata al Borgo ragazzi di don Bosco di Roma.
Il Presidente della giuria, Luciano Violante, ha sottolineato come questi progetti siano espressione di un processo di civilizzazione del Paese che sta modificando la cultura d’impresa e la responsabilità del mercato verso la società. Secondo Daria Perrotta, Ragioniere generale dello Stato, invece, è importante fortificare questi progetti e investire su quelli in grado di diventare modello per tutti come avviene attraverso i fondi per la povertà educativa e Repubblica digitale. Per Francesco Giorgino il volontariato delle competenze opera attraverso un impegno nell’orario di lavoro e dunque si muove in una logica di impresa che va oltre la sostenibilità ambientale e trova spazio in una dimensione sociale e culturale.
Il volontariato di competenza rappresenta, dunque, una forma di donazione inedita e tutta da esplorare, certamente meno diffusa rispetto a quella del denaro o dei beni, ma non meno efficace e che si sostanzia nell’apporto di competenze e professionalità a favore degli enti del terzo settore
Un valore, quello che si genera dai progetti, che viene triplicato grazie al connubio tra attività volontaria e apporto di professionalità. Da un lato un valore per l’ente del terzo settore che riceve competenze utili per poter migliorare la propria organizzazione o svolgere piu semplicemente la propria attività. Dall’altro la possibilità per l’impresa di agire sulla propria reputazione sociale e di creare un rapporto diretto con gli enti del terzo settore anche grazie ad una disposizione fiscale che, sebbene poco conosciuta, consente di guidare le aziende verso questo modello virtuoso (art. 100 tuir). In particolare è prevista la possibilità per le imprese di dedurre, entro il limite del 5 per mille del costo per lavoro dipendente, le spese relative all’impiego di lavoratori a tempo indeterminato, e utilizzati per prestazioni di servizi a favore di ONLUS. Queste ultime saranno sostituite dal prossimo 1 gennaio dagli ETS non commerciali con ampliamento, dunque, degli enti destinatari dell’agevolazione.
Infine, un valore importante si genera per il lavoratore/volontario che acquisisce consapevolezza rispetto alla cultura della solidarietà come valore centrale nei modelli organizzavi del terzo settore al punto che molti scelgono di proseguire l’esperienza di volontariato anche dopo il pensionamento. L’interesse crescente delle aziende sottolinea, dunque, l’importanza di iniziare ad assegnare un valore alla gratuità e spontaneità del volontariato come veicolo di promozione di un dialogo sano tra mercato e terzo settore.
Le testimonianze
“Migliorata la reputazione aziendale” di Claudia Angelini Country Manager ST Foundation Italia
Siamo molto orgogliosi del premio Terzjus e vogliamo dedicarlo a tutti i nostri volontari. STMicroelectronics ha deciso di partecipare al premio “volontari @Work” per far conoscere il volontariato di competenza in azienda. Nel 2001, sotto la guida dell’ingegnere Pasquale Pistorio, ST ha creato ST Foundation, rispondendo alla richiesta della Task Force ONU sulle ICT, con l’obiettivo di colmare il divario digitale nel mondo.
Da quel momento abbiamo toccato la vita di oltre 1 milione di beneficiari finali, migliorando la loro qualità di vita grazie alle competenze digitali, oggi sempre più imprescindibili. Il progetto di educazione informatica nelle carceri candidato al premio è partito nel 2009.
Credo che le aziende abbiano oggi più che mai una grande responsabilità sociale e il volontariato aziendale è lo strumento per donare alle comunità nelle quali operano. Grande il ritorno generato: si migliora la reputazione aziendale e si crea una cultura aziendale positiva, elementi chiave per motivare i colleghi e attrarre nuovi talenti.
Tra i benefici per i dipendenti vedo lo sviluppo personale, maggiore soddisfazione sul lavoro, riduzione dello stress, oltre a sviluppo di competenze trasversali come empatia, spirito di squadra, flessibilità e agilità. Porto come esempio una collega del sito di Catania di ST, madre di tre figli piccoli, che desidera far parte del team dei volontari per donare tempo e competenza, nonostante i mille impegni. ST incoraggia la partecipazione al volontariato anche in orario lavorativo, fornendo un monte ore annuale che i dipendenti possono estendere con le loro ferie.
“Obiettivo generare valore nei territori” di Matteo Marullo Reedtz, Fondazione EOS- Edison Orizzonte sociale
“Siamo molto orgogliosi/e di questo riconoscimento che va a tutti i colleghi e le colleghe di Edison che hanno proposto, sviluppato e gestito i progetti di Good Idea, creando una connessione profonda tra Edison e Fondazione EOS, una vera e propria intelligenza sociale collettiva, allo stesso tempo concreta e legata alle comunità locali.” Con queste parole, Francesca Magliulo, Direttrice di Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale ETS, ha raccontato il significato profondo del progetto.
In Edison, il volontariato aziendale è parte integrante della cultura d’impresa e riflette la volontà condivisa di generare valore nei territori. Con Good Idea – I buoni progetti nascono da dentro è stato attivato un percorso virtuoso che parte dalle persone e mette al centro la conoscenza del contesto locale, la partecipazione attiva e il desiderio di costruire impatti sociali autentici.
Nel 2024 sono stati avviati i primi progetti in seguito alla call to action volta a supportare i progetti sociali sviluppati direttamente dai colleghi/e che vivono nei territori in cui l’azienda opera e che conoscono da vicino i bisogni delle proprie comunità.
Nel 2025 oltre 120 le persone di Edison coinvolte, più di 1.000 ore di volontariato – di cui oltre il 50% svolte fuori dall’orario di lavoro – e benefici concreti per più di 700 persone, tra cui adolescenti, classi scolastiche, insegnanti, educatori e realtà del Terzo Settore.
I progetti vanno dall’insegnamento dell’italiano per stranieri alla creazione di percorsi di integrazione per adolescenti, fino a iniziative pensate per persone con disabilità, come uscite in barca a vela e attività sportive. Anche ragazze e ragazzi delle scuole sono stati coinvolti attraverso laboratori ambientali e culturali.
Ogni iniziativa è nata da un’idea interna ed è stata realizzata grazie all’impegno di team multidisciplinari che hanno messo a disposizione tempo, competenze e passione. Un esempio concreto di come l’energia delle persone possa diventare motore di cambiamento, rafforzando il senso di appartenenza e dando vita a una comunità aziendale attenta, solidale e attiva.
“Un marketplace della competenza” di Roberto Battaglia – Chief Operating Officer Fondazione AIRC
Il programma “AIRC Angels” nasce nel 2022 dall’esigenza di accompagnare la crescita della Fondazione, oltre l’investimento in nuove assunzioni, con l’affiancamento di professionisti disponibili a mettere a disposizione la propria competenza specialistica su progettualità e processi di particolare complessità.
L’esperienza sviluppata si basa essenzialmente su un “marketplace della competenza” che incrocia alcune esigenze evolutive della Fondazione (ad esempio su ambiti come recruiting, formazione, compliance, logistica e IT) con le conoscenze di volontari provenienti da esperienze aziendali capaci, non solo di elaborare e consegnare una soluzione, ma soprattutto di cooperare con le persone di AIRC per trasferire parte della loro expertise.
A tre anni di distanza i risultati sono incoraggianti:
L’organizzazione di AIRC beneficia di un apporto professionale di alto livello che in una condizione ordinaria non si sarebbe potuta permettere.
I dipendenti AIRC possono contare sul trasferimento di esperienza diretta che deriva dall’affiancamento degli AIRC Angels.
I volontari toccano con mano l’impatto tangibile che deriva dal loro contributo e testimoniano gratitudine e orgoglio nel far parte della comunità di AIRC.
Le aziende partner possono valorizzare un capitale interno fatto di altruismo e solidarietà che si trasforma in valore sociale, ma anche maggiore senso di appartenenza.
In sintesi, il programma ha finora dimostrato, da un lato lo straordinario impatto che un volontariato di competenza non episodico, ma con un buon progetto alle spalle, può avere per una realtà non profit e dall’altro gli effetti benefici per le imprese che intraprendono questa strada con una visione di medio-lungo termine integrata con nuove politiche di sviluppo del proprio talento.
“Un futuro per i giovani in difficoltà” di Daniela Fratantonio, Responsabile relazione esterne Borgo Ragazzi don Bosco Roma
Come Casa Salesiana Borgo Ragazzi don Bosco siamo molto onorati di avere ricevuto la menzione speciale per il premio Volontari@Work, promosso da Fondazione Terzjus.
Crediamo moltissimo nel volontariato di competenza e da diversi anni, insieme a molte aziende del panorama locale e nazionale, abbiamo sviluppato un modello di intervento innovativo ed efficace, finalizzato all’inserimento lavorativo dei giovani più in difficoltà.
Il progetto che ha portato a questo riconoscimento importante, vede in particolar modo la collaborazione tra Alice Pizza e il Borgo Ragazzi Don Bosco. Una collaborazione che ha permesso la formazione professionale e l’inserimento lavorativo di 30 ragazzi in situazione di emarginazione e disagio sociale.
Si è realizzato un processo virtuoso in cui le risorse e le competenze dell’azienda, messe generosamente a disposizione, hanno incontrato le competenze e le risorse del terzo settore e insieme, con spirito di intenzionalità e reciprocità, hanno inciso positivamente e concretamente nella vita e nel futuro di tanti giovani.
Questo sodalizio tra profit e non profit, ha raggiunto un duplice obiettivo: quello di formare professionalmente giovani in uscita dalle strutture di accoglienza e quello di reperire risorse da inserire nell’organico dell’azienda stessa che ha erogato la formazione. Un esempio concreto di politica win win.
Il volontariato di competenza si conferma come una risorsa preziosa che consente di condividere e mettere a servizio le competenze, trasformandole in opportunità per le persone.