I fabbisogni formativi dell’economia sociale. L’indagine 2023 del Sistema Informativo Excelsior sull’economia sociale è stata realizzata da Unioncamere con la collaborazione di Fondazione Terzjus ed Euricse

  1. INTRODUZIONE*

Questo approfondimento dell’indagine Excelsior è dedicato ai fabbisogni professionali e formativi delle imprese dell’economia sociale. Unioncamere, in collaborazione con Euricse e Terzjus, mutua dal dibattito europeo un concetto relativamente nuovo per l’Italia. Come verrà illustrato nel corso di questo rapporto, tale novità ha origine dalla percezione che le strategie di sviluppo economico e sociale in tempi tanto complessi abbiano bisogno di aprirsi a nuove categorie di analisi e azione.

L’attenzione per il concetto di economia sociale nasce in una fase di transizione in cui si impone l’interesse per forme organizzative in grado di coniugare le ragioni dello sviluppo economico con quelle della coesione sociale. Non è un caso che per prime siano state le istituzioni internazionali – la Commissione europea, con il suo Piano d’azione (2021) e con la Raccomandazione del Consiglio europeo (2023), e su scala mondiale le Nazioni Unite con la Risoluzione 77/281 del 18 aprile 2023, l’ILO con la Risoluzione del 10 giugno 2022, e l’OCSE con la Raccomandazione sempre del 10 giugno 2022 – a cogliere un fenomeno di portata globale. Nell’economia sociale si vede un approccio che può contribuire a misurarsi con le esigenze indotte da trasformazioni della portata del cambiamento climatico, della crisi demografica e della sfida lanciata dall’intelligenza artificiale all’organizzazione delle nostre società e delle nostre stesse vite individuali.

Quello di economia sociale è un concetto preciso ed elastico al tempo stesso. Come verrà detto più avanti, non nasce per introdurre una nuova categoria giuridica ma per consentire di dare una rappresentazione unitaria di un settore fatto di forme organizzative tanto diverse quanto le cooperative e le associazioni, le società mutualistiche, le fondazioni e le imprese sociali. Il suo scopo principale è dare visibilità e riconoscimento a tutte queste forme, valorizzando ciò che hanno in comune, non da ultimo per orientare strumenti e misure di politica pubblica.

Non tutti i soggetti dell’economia sociale – nella definizione della Commissione europea – rientrano nel perimetro di osservazione dell’indagine Excelsior. Nei capitoli successivi verrà fornito sia un quadro più generale, che include tutti gli enti che figurano nel concetto europeo di economia sociale, sia un quadro che restringe invece l’analisi agli enti presenti nei registri gestiti da Unioncamere. Come si noterà, i due insiemi non coincidono, essendo il primo più ampio del secondo.

Il tema qui, tuttavia, non è tanto la completezza della rilevazione statistica relativa all’economia sociale in Italia – che pure resta una questione rilevante e aperta – bensì quello di estrarre dalle conoscenze a disposizione del sistema camerale alcune indicazioni utili a tracciare una mappa dei fabbisogni professionali e formativi delle imprese dell’economia sociale. Un ambito più ristretto ma non per questo meno utile. Specie alla luce dei testi e degli indirizzi delle istituzioni europee, che al tema delle competenze e della formazione stanno dedicando un’attenzione puntuale proprio in relazione alle politiche per lo sviluppo dell’economia sociale.

L’Unione europea, come è noto, rivolge una considerevole attenzione al tema della doppia transizione, digitale ed ecologica. La Twin Transition ha un suo snodo nella creazione di competenze adeguate al compito di riqualificare (upskilling) e riposizionare (reskilling) una porzione consistente dei lavoratori europei. Il lancio lo scorso anno di un “Patto per le competenze” ha avuto il fine di sollecitare imprese, governi e società civile ad accelerare insieme questo percorso. Nel quadro di questo Patto sono stati previsti dei partenariati specifici per ognuno dei sottosistemi in cui la Commissione europea classifica la politica industriale. Ed uno di questi sottosistemi è dedicato appunto all’economia sociale e di prossimità. La Large Scale Partnership nata in questo contesto riunisce imprese, agenzie formative, enti di ricerca, enti pubblici di tutta Europa e ha il compito di creare una base comune di conoscenze e pratiche. Tra i primi risultati prodotti si possono citare un Blueprint sulle competenze avanzate e la formazione nell’economia sociale e il progetto ESIC che tratta delle Sistema Informativo Excelsior 2023 – Economia sociale | 6 | competenze di innovazione sociale per la riqualificazione e il ricollocamento dei lavoratori interessati dalla doppia transizione.

È da sottolineare come gli avvenimenti che hanno portato l’economia sociale ad acquisire un ruolo non marginale nelle strategie europee siano stati anche una ragione per riconoscere a questo approccio un ambito di intervento più ampio che in passato. L’economia sociale non è più concepita solo come modello utilizzabile nel campo delle politiche sociali, bensì è entrata a pieno titolo nel quadro della politica industriale europea, come una modalità specifica che, oltre ai settori tradizionali, può applicarsi anche a settori diversi: dall’energia alla cultura, dall’housing alla gestione delle risorse naturali.

Considerata questa ampiezza di obiettivi, il compito che nei prossimi anni richiederà un impegno sempre maggiore consiste nel collocarsi all’interno di questo percorso europeo senza rinunciare alle specificità e agli adattamenti richiesti dal contesto italiano. Facendo emergere i bisogni formativi e professionali delle organizzazioni dell’economia sociale, tanto in termini di competenze tecniche quanto di soft skill e competenze informali, che nel caso di queste organizzazioni sono più che rilevanti. Perciò nelle pagine che seguono viene proposto un approfondimento che si articola in un secondo capitolo che tratta la definizione dell’economia sociale a livello europeo, al quale fa seguito un terzo capitolo di analisi della dimensione giuridica dell’economia sociale in Italia, misurata a partire dalla definizione proposta dalla Commissione europea, con un quarto capitolo che riporta invece i risultati dell’indagine Excelsior sulle competenze richieste nell’economia sociale, basata sui dati relativi agli enti presenti nei registri camerali, per finire con un quinto capitolo dedicato alle raccomandazioni per le politiche di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori nell’economia sociale.

*Claudio Gagliardi – Vice Segretario Generale Unioncamere, Antonio Fici – Direttore Scientifico Fondazione Terzjus ETS e Gianluca Salvatori – Segretario Generale European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises (Euricse)

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