[intervista di Maria Carla De Cesari, «Il Sole 24 Ore» del 9 novembre 2025, pag. 25]
Mettere al centro la persona e la comunità. Promuovere lo sviluppo insieme con la coesione sociale, valorizzando attori presenti sul territorio, gli enti del terzo settore, le associazioni a livello sociale, le cooperative, le realtà religiose. Tutti soggetti che possono cooperare insieme con la pubblica amministrazione e anche con le imprese private secondo un modello di sussidiarietà circolare». Il sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, riassume cosi il piano dell’economia sociale che è stato posto in consutazione nelle scorse settimane e sul quale, fino a venerdì 14 grazie alla proroga, è possibile formulare proposte e osservazioni.
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Sottosegretario, perché l’economia sociale è strategica?
Tutto parte da una raccomandazione Ue del 2023: linee di azione che ci hanno indicato un punto di partenza per valorizzare un tessuto, rilevante e ricco, presente nel nostro Paese. Il nostro sforzo, raccogliendo secondo un principio di inclusione e partecipazione contributi e sollecitazioni, è valorizzare gli enti dell’economia sociale, sostenendo un’infrastruttura che, tra l’altro, ha una funzione anticiclica. Al centro le persone e le comunità.
Che tipo di risposta avete riscontrato nella consultazione?
La partecipazione è numerosa e caratterizzata da enorme interesse. Fin dall’inizio del nostro percorso abbiamo coinvolto tutti gli attori: il primo punto è stato censire i soggetti interessati, le modalità di azione si concretizzeranno man mano, anche attraverso un costante monitoraggio. D’altra parte alcuni strumenti, come l’amministrazione condivisa – la coprogrammazione e la coprogettazione – e il partenariato pubblico-privato, sono già presenti rispettivamente nel Codice del Terzo settore e nel Codice degli appalti. Ancora: la responsabilità sociale dell’impresa e la sostenibilità caratterizzano sempre più la vita delle aziende, basti pensare all’importanza del welfare o dell’housing sociale. C’è bisogno di conoscere gli strumenti e l’infrastruttura. Tutto questo è anche un’operazione culturale, per avere sempre più consapevolezza della ricchezza che già è insita nel sociale.
La costruzione del piano è stata coordinata dal ministero dell’Economia. Sono già previste risorse per dare spinta al piano?
Il nostro obiettivo è stato prima di tutto definire la platea e gli strumenti. Poi passeremo a quantificare le risorse necessarie. Crediamo che prioritari siano l’accesso al credito, la destinazione di fondi Ue e nazionali, continuando nel confronto con la Commissione europea per determinare un quadro favorevole rispetto agli aiuti di Stato. Una delle leve è costituita dal nuovo fisco del Terzo settore cui continua a lavorare il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo.
Costituirete una cabina di regia?
Per ora continueremo con il tavolo di lavoro al Ministero dell’Economia, supportato da una struttura amministrativa dedicata e da un coordinamento che possa accompagnare i percorsi, anche con il coinvolgimento di tutti i ministeri interessati – dal Lavoro al dipartimento per la Famiglia, dall’Agricoltura al ministero delle Imprese. La struttura amministrativa si occuperà anche del monitoraggio, in modo che i progetti possano essere seguiti nell’attuazione e si possa rei dello là dove sia necessario.