Paolo Sanna, La personalità giuridica degli enti non societari dal Codice civile alla Riforma del terzo settore, Napoli, Editoriale scientifica, 2025
Antonio Fici, Prefazione al volume
La riforma del terzo settore può già oggi raccontarsi come una “storia di successo”. Nel momento in cui scriviamo, circa 137.000 enti si trovano iscritti al RUNTS e possiedono pertanto la qualifica di ente del terzo settore. Il terzo settore post riforma si è arricchito non solo quantitativamente, ma, altresì, sotto il profilo qualitativo. Tanti più enti rispetto al passato, ma anche diverse tipologie di enti tra loro distinte. La riforma legislativa del 2017 ha sicuramente contribuito a determinare questo risultato positivo, inizialmente non scontato o, quanto meno, non prevedibile in queste dimensioni.
Dalla riforma ha tratto origine un diritto del terzo settore che sempre più costituisce il portato di fonti e formanti diversi ed è anche per questo, e non solo per le sue specifiche caratteristiche e finalità, un oggetto di studio complesso e scivoloso per chiunque. Per affrontare i suoi diversi temi in maniera corretta ed adeguata occorrono sia competenze specialistiche sia visione sistematica. Paolo Sanna riesce nel suo ampio volume a coniugare le due prospettive, offrendo al lettore un prodotto colto e pragmatico allo stesso tempo, e perciò capace tanto di offrire spunti importanti ai lettori maggiormente interessati ai profili teorico-sistematici, quanto di dialogare con i lettori preoccupati di risolvere alcune tra le tante questioni concrete che l’interpretazione ed applicazione del diritto del terzo settore quotidianamente pone.
Del resto, il tema che Sanna analizza nel suo libro, cioè la personalità giuridica, ben si presta a questo duplice esame. L’istituto ha radici antiche, ha affrontato un lungo periodo di “crisi” che ha quasi finito per decretarne la “morte”, ma sembra essere stato “rivitalizzato” dalla riforma legislativa del 2017 in materia di terzo settore. Infatti, questa riforma sembra assegnare alla personalità giuridica una funzione nuova e diversa da quella originaria o quanto meno sottoporla a regole nuove che ne accentuano un certo ruolo nei rapporti tra privati, restituendole, in tal modo, un “senso”. È così che Paolo Sanna orienta il lettore verso la “riscoperta” dell’istituto, puntando sulla nuova disciplina di cui all’art. 22 del Codice del terzo settore, e su altre discipline successive (come quella dello sport dilettantistico) che ad essa si sono ispirate.
Senza pretesa né volontà di “spoilerare” i contenuti dell’opera cui questa prefazione è dedicata, la parola chiave sembra qui essere quella di “stabilità”: la personalità giuridica, per lo meno la personalità giuridica soggetta alle regole del Codice del 2017 ed in particolare al suo art. 22, comma 5, è funzionale alla stabilità degli enti del terzo settore, e ciò nell’interesse non solo dei loro creditori, ma anche – ed a mio avviso, soprattutto – di altri loro stakeholder, in particolar modo i beneficiari delle attività di interesse generale, ma anche i donatori e volontari degli enti del terzo settore, nonché le tante pubbliche amministrazioni che con essi intrattengono rapporti, oggi anche nel segno dell’amministrazione condivisa. La stabilità garantita dal possesso della personalità giuridica ex art. 22 CTS è perciò fonte di ulteriore fiducia nei diversi interlocutori degli enti del terzo settore. Ciò spiega, ad esempio, perché la si imponga per legge ai fini dell’assunzione di determinate qualifiche (come quella di “ente filantropico”) o di certe funzioni (come quella di “centro di servizio per il volontariato”).
Paolo Sanna, in verità, ci consegna due libri in uno. Un’opera che tratta in maniera approfondita del tema della personalità giuridica, e che, allo stesso tempo, fornisce un quadro completo ed accurato del nuovo diritto del terzo settore. Nella ormai sterminata letteratura giuridica generata dalla riforma legislativa del 2017, non sempre si individuano contributi dai quali emerge una conoscenza così approfondita delle specificità del diritto del terzo settore. Ed è questo elemento che rende l’opera di Sanna preziosa anche per chi è semplicemente interessato ad apprendere le dinamiche del nuovo ordinamento giuridico del terzo settore e come esse possano orientare analisi più generali di natura teorico-sistematica.
Oltre ai contenuti, colpisce, dell’opera, anche la forma espositiva. La scrittura di Sanna lascia trasparire innanzitutto la sua passione verso il terzo settore e il suo diritto, poi la grande fatica dal medesimo affrontata per realizzarla nel corso degli ultimi anni. È un’opera sincera, perché l’Autore non indugia in sofismi di vario genere per attrarre la sua audience, ma tende ad andare sempre dritto al punto, analizzando il dato normativo per quello che è, sebbene pur sempre tenendo in debita considerazione le diverse posizioni espresse dalla dottrina, senza alcuna preferenza pregiudiziale per nessuna parte di essa. Giova il fatto che la scrittura di Sanna è particolarmente fluida e mai monotona, anche grazie ad una fortunata scelta della progressione logica mediante la quale sviluppare il tema, ciò che rende agevole la lettura di un lavoro monografico dalle dimensioni notevoli, che però i lettori, come gli spettatori di un thriller di successo, vorranno leggere d’un sol fiato, ansiosi di approdare alle conclusioni.
Sono tutte queste le ragioni per cui, a nostro modesto avviso, l’opera di Paolo Sanna segna un passo in avanti nella dottrina giuridica sul terzo settore. Quale appassionato studioso di questo diritto, non posso dunque che esprimere un sentito ringraziamento allo stesso Autore per aver chiesto ospitalità in questa collana e il sincero augurio che l’opera possa avere, in tutte le sedi, il successo che merita.