Incontro con il Dott. Luigi Bobba (eletto Senatore della Repubblica nel 2006 e Deputato nel 2008, firmatario della legge di Riforma del Terzo settore – Presidente di Terzius (Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale) – da sempre impegnato nel Sociale e nel mondo Non Profit sul quale ha anche scritto uno dei circa trenta testi pubblicati dal 1984 ad oggi).
intervista a Luigi Bobba di Mauro Bianchi, dalla rivista «Lions. Organo di informazione dei Distretti Lions di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta» n. 195, giugno 2022, pagg. 10-11.
Innanzi tutto grazie Onorevole della sua partecipazione. La nostra Rivista rappresenta circa seimila soci delle regioni Ligure, Piemontese e Valdostana, raccolti in circa centottanta club che di fatto possono essere tutti soggetti di iscrizione al RUNTS.
Abbiamo ascoltato più volte la descrizione della riforma dal punto di vista tecnico, io gradirei conoscere da lei lo spirito con il quale i Club devono interpretare la riforma nei vantaggi che essa può offrire ed affrontare le difficoltà che potrebbero incontrare.
Io credo che l’approccio debba essere innanzi tutto di ordine culturale ovvero rispetto alla missione che si è data ciascuna associazione della sua libertà di determinarsi e di perseguire uno scopo sociale. Bisogna quindi guardare alla norma ed alla riforma non tanto come un adempimento, ma come un’occasione e come uno strumento che sia, da un lato di riconoscimento e dall’altro di promozione dei soggetti che sviluppano questa tipologia di attività e che perseguono questi scopi di bene comune.
Se manca questo approccio c’è il rischio di considerare le norme come semplici adempimenti e come vincoli alla libertà di associarci per perseguire delle giuste cause. Assistiamo quindi ad una rivoluzione culturale che non è e non deve essere considerata un impedimento del proprio indirizzo di azione, ma bensì un fondamentale rafforzamento.
In questo senso penso che la riforma abbia come intento primario proprio quello di rafforzare le reti sociali comunitarie per il perseguimento di buone cause sociali, se ciò non avvenisse essa sarebbe completamente fuori strada. Essa, come primo passo, riconosce l’esistenza delle succitate reti sociali. Non è infatti una pagina bianca quella che si scrive nella riforma, ma il primo passo è proprio quello di riconoscere che esiste una pluralità di famiglie, di soggetti e di realtà che si ispirano all’azione volontaria, all’azione mutualistica e all ’imprenditorialità sociale per perseguire delle finalità comuni.
Il secondo passaggio è quello di rendere trasparente questo processo, che non vuol dire limitare la libertà dell’associarsi, ma riconoscere in loro lo scopo di un bene comune e conseguentemente al fatto che le istituzioni costituzionalmente hanno il dovere di favorire tutti quei cittadini che si organizza- no e si associano per causa di bene comune, la legge impone che questo favor maggiore sia reso trasparente, negando qualsiasi limitazione alla libertà di associarsi favorendo invece la possibilità che l’agire, lo statuto, gli organi, i bilanci di queste organizzazioni possano diventare trasparenti per qualsiasi cittadino, istituzione, operatore dell’informazione pubblica.
Oggi purtroppo non è così e questa situazione di mancata trasparenza ha consentito anche il formarsi di fenomeni marginali, ma comunque degenerativi, che poi nei termini di opinione pubblica hanno creato un danno a tutti coloro che invece fanno le cose per bene e con la finalità di bene comune. Se quindi un’associazione intende avvalersi dei sostegni, dei supporti e della fiscalità propria di questo settore, deve rendere trasparenti i propri dati. Terzo ed ultimo aspetto è proprio quello che quest’azione promozionale è volta fondamentalmente a quattro scopi.
Il primo scopo è quello di rafforzare la diffusione dell’azione volontaria in tutte le forme diverse in cui si è costituita senza rinchiuderla solo in una forma organizzata. Infatti il registro ha ben sette sezioni riconoscendo quindi questa pluralità, fra le quali anche una sezione un po’ indistinta dalle altre ETS, consentendo quindi uno spazio a chi non si riconosce nelle altre sei.
Un secondo dato è quello che la legge vuole consentire nonché promuovere lo sviluppo delle donazioni e delle erogazioni liberali sia di denaro che di beni, attraverso diverse norme della legge che spingono in questa direzione. Si può fare di meglio? sicuramente sì, però intanto cerchiamo di far conoscere e utilizzare nel miglior modo possibile queste opportunità, ulteriormente rafforzate in una forma particolare di sussidiarietà fiscale del cinque per mille.
Terzo aspetto: la riforma ha anche collegato l’insieme delle norme anche con la revisione del servizio civile volontario, una forma particolare e distinta di azione volontaria con una indennità determinata dallo Stato che vuole immettere energie giovani nel campo largo dell’azione volontaria e della finalità di bene comune attraverso delle esperienze che i giovani fanno e che possono essere viste come una specie di seminagione duratura nel tempo.
Infine la legge intende anche promuovere quelle forme di impresa che, pur mantenendo una corretta gestione economica non perseguono in via prioritaria una finalità di profitto, ma perseguono una particolare utilità sociale.
Esse non sono contrapposte alle imprese di profitto, ma sono altra cosa distinta con caratteri propri, tanto che la stessa Unione Europea nel dicembre scorso ha varato un piano di azione per l’economia sociale proprio rivolto a quelle imprese e a quelle attività che hanno rilevanza economica occupazionale pur perseguendo una finalità prevalentemente di carattere sociale.
È importante comunque non perdere mai di vista questi obiettivi nel leggere, adattare, correggere anche, le norme purché siano funzionali e strumentali a questi obiettivi che se venissero disattesi rischieremmo di perderci nel ginepraio normativo e non fare più quello che è necessario ed importante fare.
Grazie soprattutto per la chiarezza dei suoi suggerimenti. Personalmente vedo molte perplessità e preoccupazioni in gran parte dei nostri Club, nonostante le grandi potenzialità che essi esprimono nella loro attività di servizio. Pensa che un’opportunità possa essere quella di creare realtà sinergiche che possano aiutare il loro percorso Sociale?
Certamente, la legge consente a diversi club di dar vita a un ente strumentale comune, che potrà perseguire finalità che il singolo club non riuscirebbe a raggiungere. Faccio questo esempio domani diverse pro-loco, che hanno gli stessi obiettivi e finalità, inaugureranno una fondazione strumentale, un ente strumentale, al fine di poter realizzare i suddetti scopi nelle forme di gestione dell’attività economica tecnicamente più appropriate e consone alle norme.
Quindi di per sé la flessibilità che le norme della legge consentono va utilizzata anche al fine di poter arrivare agli scopi che si vogliono perseguire, senza andare a “complicare” la vita di realtà di piccole dimensioni che possono così mettersi insieme al fine di realizzare scopi più impegnativi nonché più rilevanti sul piano economico, utilizzando appunto un ente strumentale che non cambia la natura del soggetto originario, ma che, come dice la parola stessa, diventa strumentale a realizzare al meglio uno scopo sociale ed una determinata attività.
Grazie, chiuderei con un suo parere sulle difficoltà che potrebbero incontrare i nostri Club con l’iscrizione al registro nazionale, ringraziandola ancora per la sua disponibilità.
Io penso che all’interno dei vostri club possano esserci già ora le risorse che possono sostenere l’impegno dell’iscrizione al RUNtS, considerando anche che, fatta questa, gli aggiornamenti annuali sono abbastanza semplici anche rispetto ai vantaggi che dalla legge si possono trarre.
Sono io che ringrazio voi per il lavoro che svolgete per il bene sociale.