La proposta di legge presentata da Fondazione Terzjus e sostenuta anche dal Cnel
[di Michele Damiani, «Italia Oggi» del 31/07/2025]
Enti del terzo settore (Ets) come amministratori di sostegno. Questo sia per tutelare meglio le persone sia per restituire all’amministrazione di sostegno quell’anima sociale che ha ispirato l’istituto – nato 20 anni fa in Italia – e che si è persa nel tempo. È l’obiettivo della proposta di legge predisposta dalla Fondazione Terzjus e sostenuta dal Cnel, presentata al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro durante l’evento «Amministrazione di sostegno e terzo settore. Sinergie per un Sistema Integrato di protezione giuridica e sociale».
La proposta prende spunto dal report della Fondazione dal titolo «Terzo settore e amministrazione di sostegno. Questioni, scenari e prospettive», a cura di Antonio Fici e Marco Renna, su incarico della fondazione Ravasi Garzanti. Un report nel quale viene analizzata la situazione di altri sette paesi per capire come venga gestita l’amministrazione di sostegno e il ruolo affidato agli Ets. «Gli Enti del terzo settore», le parole di Fici al convegno, «specializzati nell’amministrazione di sostegno, dopo la riforma del 2017, sono enti capaci di essere affidabili, di dare fiducia, perché non hanno scopo di lucro, ma perseguono solo l’obiettivo di agire nell’interesse degli altri».
Le motivazioni della proposta di legge
A spiegare le motivazioni alla base della proposta è Luigi Bobba, presidente della Fondazione Terzjus, a colloquio con ItaliaOggi: «la legge che istituiva l’amministrazione di sostegno risale al 2004, più di vent’anni fa. Aveva un’ispirazione originaria sicuramente condivisibile, in quanto l’amministratore doveva essere, in un certo senso, una persona che andava a sostenere, ad accompagnare la persona. I dati ci mostrano, però, alcune incongruenze emerse negli anni: nel 65% dei casi l’amministrazione di sostegno viene usata come mero strumento di gestione patrimoniale. E conti alla mano: circa 260mila persone su 400mila non hanno più capacità di autodeterminazione, partendo dal loro patrimonio. Dati giustificati sia dalla lentezza della giustizia italiana, sia dalla crisi demografica che stiamo vivendo, con una crescita imponente del numero degli anziani». Da qui la necessità di rivedere l’istituto, anche prendendo come riferimento i casi virtuosi di altri paesi, analizzati con il report: «in Austria e in Germania», spiega ancora Bobba, «esiste già la possibilità per il giudice di affidare l’amministrazione di sostegno anche a un ente del terzo settore, o comunque a un’organizzazione non profit». Ma perché un Ets sarebbe la scelta giusta? «L’ente può garantire da un lato una struttura organizzativa più adeguata ad assolvere quel compito e le relative competenze e dall’altro, direi soprattutto, una finalità etico-sociale che rispecchia quanto previsto proprio dalla legge del 2004».
Il ruolo degli Ets secondo il ministero per le disabilità
Nel corso dell’evento al Cnel è intervenuta anche il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli che ha sottolineato come il tema dell’amministrazione di sostegno sia un tema delicato e una sfida per il paese da affrontare e come gli Ets siano interlocutori privilegiati, perché comprende persone realmente interessate agli altri, alla presa in carico dei più fragili in tutto il loro percorso di vita, con una formazione professionale e umana di grande valore.
Oltre alla proposta di legge che proporrà gli Ets come amministratori di sostegno a tutela dei diritti della persona e del suo patrimonio con la modifica dell’articolo 408 del Codice civile, comma 1 e 4, Bobba ha prospettato anche una modifica al disegno di legge delega 2393, già approvato in Senato ed ora in discussione alla Camera, che prevede un progressivo superamento dello strumento dell’interdizione a favore invece di un robusto rafforzamento dell’amministrazione di sostegno. «Potremmo, dunque, – ha concluso Bobba – seguire due strade in modo parallelo per arrivare allo stesso obiettivo. Da un alto, l’elaborazione con il Cnel di una proposta di legge più compiuta e analitica, dall’altro, inserire un emendamento nel ddl 2393 in modo da consentire successivamente al governo di elaborare un decreto legislativo finalizzato ad attribuire agli Ets il ruolo di amministratori di sostegno con lo scopo di tutelare le persone più vulnerabili. Siamo pronti a fare la nostra parte», la chiosa del presidente di Terzjus. (riproduzione riservata)