La norma 112 della legge di bilancio va contro il principio di sussidiarietà

L’articolo 112, contenuto nella bozza della legge di bilancio 2025, prevede l’inserimento di un rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze negli organi di controllo delle società che ricevono contributi pubblici, anche indiretti, superiori ad euro 100mila. Fondazione Avsi si appella a tutti i parlamentari e chiede che questo articolo sia integralmente soppresso nel dibattito in aula

[pubblicato su Vita.it, 8 novembre 2024]

L’art.112 della Legge di Bilancio 2025 – ora in esame al Parlamento – recita: «Ferme restando le disposizioni dettate dall’articolo 16 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, al fine di potenziare le funzioni di controllo e di monitoraggio della finanza pubblica, è assicurata la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato, di entità significativa. Il livello di significatività del contributo è stabilito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. In sede di prima applicazione il predetto livello di significatività è stabilito nell’importo di 100mila euro annui».

Fondazione Avsi, rivolgendosi ai tutti i parlamentari, chiede che tale articolo sia integralmente soppresso nel dibattito in aula per le seguenti ragioni:

1) va contro il principio di sussidiarietà stabilito dalla Costituzione Italiana(art. 118); 
2) si configura come una misura anacronistica e illiberale di controllo e ingerenza dello Stato nel settore privato;
3) lede il principio di libera espressione della società civile in quanto viola la libertà di nomina dei componenti dell’organo di controllo da parte dell’assemblea dei soci;
4) l’ordinamento italiano prevede e impone già sistemi efficaci di controllo e monitoraggio delle risorse pubbliche assegnate a soggetti privati, che sono obbligati a rendicontare ogni contributo pubblico ricevuto secondo precise regole e sono soggetti ad audit finanziari costanti;
5) il livello di significatività stabilito nell’importo di 100mila euro annui implica che la norma si applichi a migliaia di organizzazioni in Italia, cosa che rende difficile se non irrealistica la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali dei destinatari di tale contributo.

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