Le donazioni fiscalmente agevolate agli enti dell’economia sociale: un paper del Direttore Scientifico di Terzjus per la Commissione europea

Nel quadro delle azioni a supporto dell’economia sociale europea, la Commissione europea (più precisamente la DG Employment, Social Affairs and Inclusion) ha di recente organizzato un ciclo di tre seminari sulla “tassazione a supporto dell’economia sociale”. In ciascuno di questi seminari sono stati presentati e discussi dai loro autori, assieme a partecipanti provenienti da autorità competenti degli Stati membri e dalla medesima Commissione, tre paper su specifici aspetti della fiscalità degli enti dell’economia sociale. 

Il primo paper, sui profili generali della tassazione e l’IVA, è stato redatto dalla prof.ssa Sigrid Hemels dell’Università Erasmus di Rotterdam.

Il secondo paper, in tema di imposte sui redditi, è stato redatto dalla prof.ssa Giedre Lideikyte Huber dell’Università svizzera di St. Gallen.

Il terzo paper, cui è dedicata questa breve sintesi, è stato redatto dal prof. Antonio Fici dell’Università di Roma Tor Vergata, nonché Direttore scientifico della Fondazione Terzjus.

Il paper del prof. Fici si occupa approfonditamente, ancorché con linguaggio chiaro e accessibile anche ai non tecnici, anche grazie al ricorso a numerosi esempi, del tema delle donazioni fiscalmente agevolate agli enti del terzo settore (o enti equivalenti in altri paesi, usualmente denominati “di pubblica utilità”), che nel nostro paese trovano oggi riconoscimento e disciplina nell’art. 83 del Codice del 2017.

Il paper si preoccupa innanzitutto di descrivere la fattispecie delle donazioni fiscalmente agevolare, distinguendola da altre vicine ma diverse, come il volontariato e l’allocazione di una percentuale delle imposte dovute in sede di dichiarazione dei redditi (il nostro “cinque per mille”).

Particolarmente significativa l’individuazione operata dal prof. Fici degli elementi che contraddistinguono le donazioni fiscalmente agevolate. Costituiscono degli incentivi fiscali che concretamente beneficiano non già il donante (a cui fa comunque carico il costo della donazione) ma gli enti destinatari delle donazioni medesime (che possono attendersi più donazioni e di maggior valore in loro favore), determinando un costo a carico dello Stato (che rinuncia ad introiti fiscali) ma allo stesso tempo consentendo ai donanti (attraverso la scelta dell’ente donatario) di stabilire come le risorse cui lo Stato rinuncia debbano essere utilizzate.

Nel secondo paragrafo si illustrano le ragioni che spiegano e giustificano le donazioni fiscalmente agevolate, che, come il prof. Fici precisa nel paper, esistono negli ordinamenti giuridici di tutti i paesi dell’Unione europea. Le donazioni fiscalmente agevolate sono utili agli Stati perché promuovono enti che risolvono questioni sociali e ambientali di cui gli Stati dovrebbero altrimenti occuparsi e che, per di più, sono in grado di attrarre risorse private aggiuntive, che riducono ancor di più gli oneri per la finanza pubblica. Prova di ciò si è avuta nel nostro Paese: i dati da noi presentati nell’ultimo Terzjus Report dimostrano infatti inequivocabilmente che l’art. 83 CTS ha incrementato il volume delle donazioni fiscalmente agevolate agli ETS, ancorché di più sia possibile ancora fare. 

Inoltre, il fatto che si riservi al donante la facoltà di stabilire l’ente destinatario della donazione agevolata, e dunque delle risorse pubbliche cui lo Stato rinuncia a causa dell’agevolazione fiscale, è un fattore di democraticità di grande rilevanza. La donazione fiscalmente agevolata rappresenta infatti un modo attraverso il quale i cittadini possono “votare” per una certa allocazione delle risorse pubbliche, ciò che rende le donazioni fiscalmente agevolate preferibili ai sussidi direttamente attribuiti dallo Stato agli enti del terzo settore.

Nella successiva sezione del paper, il prof. Fici si sofferma sulla struttura dell’incentivo fiscale, che varia a seconda della legislazione nazionale. In alcuni paesi, infatti, l’agevolazione ha la forma della deduzione dal reddito imponibile, mentre in altri paesi ha la forma della detrazione d’imposta. In Italia, com’è noto, entrambe le misure coesistono allorché donante sia una persona fisica. 

Possono in generale beneficiare dell’agevolazione tanto le persone fisiche quanto gli enti giuridici, ma vi sono anche paesi che limitano l’agevolazione alle sole persone fisiche o ai soli enti giuridici. 

La struttura dell’agevolazione fiscale ha grande importanza sotto il profilo degli effetti. Ad esempio, se l’agevolazione ha la forma della deduzione dal reddito, la misura favorisce i contributi più abbienti (e i loro desiderata riguardo alla destinazione delle risorse), cioè coloro che, in un sistema progressivo di imposizione del reddito, sono soggetti alle aliquote più alte (ad es. il 43% in Italia). Al contrario, neutrale è da questo punto di vista la misura della detrazione d’imposta, che proprio per questa ragione è preferita da alcuni paesi ed alcuni commentatori, anche se, a parità di altre condizioni, la detrazione d’imposta potrebbe ridurre il beneficio complessivo per gli enti destinatari delle donazioni agevolate.

Il paper, infine, si sofferma sul problema del riconoscimento dei medesimi benefici alle donazioni transfrontaliere. Se in linea di principio, secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, ciascuno Stato dell’UE dovrebbe garantire ai donanti di enti con sede in altro Stato membro i medesimi benefici di quando essi donano ad enti residenti, in realtà la situazione a livello europeo non è così chiara e certa, essendovi Stati membri che espressamente negano i medesimi benefici ed altri che, pur non negandoli, pongono ostacoli difficilmente superabili, come la prova di equivalenza dell’ente straniero all’ente residente, tanto più difficile da offrire se posta a carico del donante medesimo. Anche su questo fronte, però, si registrano buone prassi in alcuni Stati membri, come la possibilità accordata da Austria e Germania agli enti stranieri di iscriversi in apposite liste di enti potenziali destinatari di donazioni fiscalmente agevolate.

Il paper del prof. Fici si presta a vari usi e costituirà una lettura utile non solo per gli studiosi della materia ma anche per i law-makers interessati a sviluppare nei propri ordinamenti misura fiscale di cui il paper si occupa. Per la Fondazione Terzjus è un ulteriore passo in avanti nella dimensione europea, cui il concetto e le politiche sull’economia sociale inevitabilmente spingeranno il terzo settore italiano.

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