Relazione introduttiva di Antonio Chelli, Presidente FIMIV, al Convegno “Le società di mutuo soccorso tra solidarietà e sussidiarietà”, Milano, 31 ottobre 2025

Relazione introduttiva di Antonio Chelli, Presidente FIMIV – FEDERAZIONE ITALIANA DELLA MUTUALITÀ INTEGRATIVA VOLONTARIA, al Convegno “Le società di mutuo soccorso tra solidarietà e sussidiarietà”, Milano, 31 ottobre 2025

Buongiorno a tutti voi, sia a quelli che si trovano qui a Milano che a coloro che sono in collegamento con noi. In particolare, saluto il Sottosegretario Lucia Albano che ci raggiungerà nel corso della mattinata e l’On. Silvia Roggiani che ci onora con la sua presenza. Saluto anche i rappresentanti del MIMIT e del Ministero della Salute che, in collegamento da Roma, ci porteranno un contributo che non dubito sarà molto importante per i nostri lavori seminariali.

Ringrazio poi il Presidente di Terzjus, Luigi Bobba, con il quale abbiamo proficuamente lavorato per organizzare questa giornata e  gli altri relatori che sicuramente arricchiranno il dibattitto incentrandosi sulle tematiche specifiche delle Società di Mutuo Soccorso.

Infine, ma solo in ordine di tempo, ringrazio il Presidente della Mutua Cesare Pozzo, Andrea Tiberti, che ci ha gentilmente ospitato in questa splendida sala, il salone Liberty, sede della mutua e ricco di storia nonché prezioso dal punto di vista artistico facilitandoci il compito della organizzazione logistica e che ci ha portato adesso il suo saluto.

Vi confesso che se avessi dovuto fare questa relazione qualche settimana fa, il tono della stessa sarebbe stato leggermente diverso da quello che avrà stamani. Infatti avrei enumerato una serie di richieste da avanzare al Ministero dell’Economia e delle Finanze circa il mondo del mutuo soccorso che necessita di una maggiore chiarezza legislativa ed una più precisa certezza nel suo operare sia dal punto di vista organizzativo che procedurale. Questo perché, durante l’incontro che facemmo a Roma con il Sottosegretario Albano lo scorso anno, notai una disponibilità al confronto di merito da parte della stessa Sottosegretario.

Invece, pochi giorni fa, è uscito il Piano d’azione nazionale per l’Economia Sociale che, in 38 pagine e 136 punti, si pone l’obiettivo di perimetrare i soggetti facenti parte del vasto ecosistema dell’economia sociale e individuare le azioni e le iniziative che possano supportare la crescita e lo sviluppo del settore. Inoltre declina molte delle caratteristiche degli enti del terzo settore, di cui noi facciamo parte, specificando anche una serie di peculiarità per le società di mutuo soccorso che nella stesura del Codice del Terzo Settore promulgato nel 2017 erano rimaste sullo sfondo e che, quindi, necessitavano di ulteriori chiarimenti.

La stesura del Piano, al contrario, ci aiuta molto in questo percorso e viene incontro a quanto già chiedemmo a suo tempo al Sottosegretario. Mi riferisco, in modo particolare, al punto 22 del documento dove si ribadisce in maniera certa come le Società di Mutuo Soccorso siano enti del terzo settore a tutto titolo. Questa cosa può apparire pleonastica ma, invece, ci troviamo a doverla spesso ricordare ad alcuni dei nostri interlocutori istituzionali che tendono, al contrario, ad assimilarci alle imprese profit sia pure con alcune differenze, riteniamo che aver fatto chiarezza in tal senso sia una cosa  molto positiva. Al punto 59 dello stesso documento, inoltre, abbiamo notato con grande piacere che l’intero paragrafo è stato dedicato esclusivamente al nostro mondo con alcune sottolineature che voglio evidenziare in maniera specifica perché di grande sostanza. In primis abbiamo notato che, per la prima volta a livello normativo almeno per quanto di mia conoscenza, si distingue tra le sms storiche che operano spesso in territori decentrati ed in piccole comunità, dalle sms sanitarie la cui complessità organizzativa e la platea di riferimento per i soci è ben diversa dalle prime. Per questo, poi, il testo fa riferimento alla possibilità di una rivisitazione della legge 3818 del 1886, la legge istitutiva delle nostre sms, perché l’evoluzione storica, ma anche quella sociale, rendono intuitivamente necessario rivedere le modalità di svolgimento delle proprie attività; questa rilettura, però, non dovrà mettere in discussione i principi fondanti che stanno alla base del nostro essere ed a cui non vorremmo assolutamente abdicare, che sono: i principi solidaristici, il patrimonio che deve essere e rimanere intergenerazionale prevedendo quindi il divieto di dare dividendi ai soci, la natura non commerciale delle proprie attività, il principio della porta aperta. Noi riteniamo, dunque, che l’evoluzione normativa delle sms possa contribuire sostanzialmente a migliorare il modo di svolgere il nostro lavoro quotidiano, indirizzato esclusivamente nei confronti dei nostri soci, però riteniamo indispensabile, appunto, mantenere fermi quei principi generali che prima richiamavo e che costituiscono il paradigma etico e solidaristico del mutuo soccorso. Siamo dunque molto favorevoli ad un confronto che riattualizzi la norma e non nascondo che già abbiamo cominciato a riflettere su di un possibile testo che riesca a coniugare tutti questi desiderata, Su questi temi sarà prezioso ascoltare anche il contributo di esperti che potranno aiutarci a sviluppare un confronto ancora più concreto e costruttivo. Penso, in particolare, all’avvocato Gabriele Sepio, membro della Commissione interministeriale per gli enti non commerciali e sportivi, e all’avvocato Gianpaolo Sbaraglia, componente delle Commissioni di esperti per l’IRPEF e l’IRES del Ministero dell’economia e delle finanze, che potranno offrire spunti di grande interesse per il nostro lavoro.

Salutiamo poi con grande favore quanto previsto dal punto 71, cioè la possibilità di coordinamenti regionali bilaterali e di un organismo nazionale tra i soggetti della sanità integrativa presso il Ministero della Salute, perché questa scelta riteniamo possa andare a vantaggio delle politiche di sostegno al sistema sanitario pubblico contribuendo ad individuare strategie e comportamenti virtuosi nonché realmente integrativi. Sappiamo che il Ministero sta lavorando da tempo in questa direzione, con una metodologia che apprezziamo, soprattutto riguardo al tema della trasparenza dei comportamenti nelle prestazioni, a cui noi assolutamente non ci sottraiamo. Spero, quindi, che questa mattina la dott.sa Giovanna Giannetti, persona molto esperta anche sui Fondi Sanitari, possa darci ulteriori elementi conoscitivi. Far parte dell’organismo nazionale, come richiamato nel Piano, sarebbe per Fimiv motivo di grande utilità e soddisfazione perché consentirebbe, a tutti noi, di poter svolgere un prezioso lavoro di supporto e consulenza verso le nostre associate stimolandole a seguire le indicazioni che il Mistero della Salute vorrà darci. In particolare sulle linee di prevenzione pensiamo di poter essere assolutamente efficaci dal momento che molte mutue storiche, in accordo con le ASL di competenza, già svolgono questo lavoro nei loro territori sia direttamente nei confronti dei propri soci che anche sensibilizzando la popolazione con la quale sono permanentemente in contatto.

Infine, richiamando il confronto tra le parti, il Piano stimola a cercare di realizzare un ecosistema cooperante. Si tratta di un titolo azzeccato per una procedura inclusiva. Ecco, su questo noi siamo particolarmente sensibili perché troppo spesso ci imbattiamo in una “ignoranza culturale” dei livelli istituzionali, ma non solo di questi, circa il nostro essere. Per chiarezza: noi comprendiamo la situazione perché non è da molti anni che le società di mutuo soccorso si sono riaffacciate sulla scena nazionale in maniera significativa, infatti oggi il nostro ruolo ed il nostro numero sta crescendo esponenzialmente e questo deve essere oggetto di attenzione da parte di tutti.

Questo fatto è sottolineato anche nel Piano quando si dice, riferendosi alle società di muto soccorso “che in questi ultimi anni hanno registrato un notevole incremento di attività” e, mi permetto di dire, anche di crescita numerica sia di mutue che di soci. Supportiamo questa affermazioni con i dati delle nostre aderenti che vi saranno presentati, in maniera precisa e ragionata, dalla nostra Direttrice Loredana Vergassola che ha svolto un prezioso lavoro di analisi sulle risposte ad un questionario che abbiamo diffuso tra le associate alla nostra Federazione per verificarne il trend di crescita di questi ultimi anni. Ne approfitto per ringraziare Rosamaria Nania della Fimiv che ha supportato la Direttrice Vergassola in questo lavoro.

Questo crescita è  reale, dunque, ed è per noi motivo di soddisfazione ma anche di preoccupazione come ricordo spesso. Infatti, stiamo assistendo al nascere di società di mutuo soccorso che operano in campi di attività molto diversi tra loro, spesso lontani da quelle previste dalla legge 3818, addirittura anche in ambiti puramente finanziari quali il rilasci di fidejussioni non solo verso soci ma anche verso imprese e privati, oppure che prevedono dividendi ai propri soci in base al capitale versato o che svolgono una vera e propria attività commerciale. E’ il fenomeno delle mutue “spurie”, così le chiamiamo noi, che richiama quello ben più ampio delle cooperative spurie ma che, proprio per la nicchia nella quale operano le società di muto soccorso, sono più difficile da individuare. Un tale comportamento, oltre a creare indebitamente un vantaggio competitivo verso quelle imprese che operano in quei settori, rischia di creare un danno reputazionale a tutto il nostro movimento. Il motivo dell’utilizzo indebito della forma del mutuo soccorso è ben conosciuto: quello di poter ottenere quei vantaggi fiscali che la legge ci riconosce ma che trovano il loro fondamento proprio in virtù di quei principi normativi solidali che in questo modo, invece, vengono elusi.

Devo dire che il MIMIT, a cui compete il lavoro di vigilanza, ha molto incrementato il numero dei controlli effettuati e sta facendo un lavoro egregio di verifica dei presupposti di legge e sulla correttezza della attività svolta dalle società di mutuo soccorso. Spero che il dott. Luciano Sacco possa darci ulteriori ragguagli su quanto sta facendo il suo ufficio premettendo che noi non presumiamo di essere irreprensibili, ma assicuriamo di essere pronti a mettere in atto tutte quelle azioni correttive che ci venissero indicate dai revisori, con l’obbiettivo di essere in regola con le norme che ci regolamentano.

Infine: come si capisce da queste mie riflessioni, noi rivendichiamo con forza la nostra intima essenza solidaristica. Riteniamo che questa nostra caratteristica, mi permetto di dire questo nostro marchio etico di fabbrica, debba continuare ad essere il fil rouge che guida la nostra azione quotidiana. 

A fianco di ciò, inoltre, comprendiamo anche come oggi siamo chiamati a svolgere anche un lavoro sussidiario ed integrativo rispetto a ciò che svolge il sistema pubblico. Si tratta, anche in questo caso, di un impegno che riteniamo debba essere considerato moralmente corretto, perché svolto da chi non mette il profitto come obbiettivo del proprio agire e perché si limita a farlo esclusivamente nei confronti dei nostri soci senza cedere a logiche di mercato.

Nel 2024 la Fimiv lanciò, nella propria Giornata della Mutualità a Vicenza, un Manifesto dove molte di queste riflessioni erano evidenziate per punti specifici.

Pensiamo che gli enunciati di quel manifesto siano ancora validi, che le nostre Società di Mutuo Soccorso abbiano ancora molto da dire e da dare alla nostra società ed alle istituzioni che la sovraintendono.

Per questo ci impegneremo per dare un contributo alla stesura definitiva del Piano, così come previsto dalla Consultazione pubblica che si chiuderà il 12 novembre, sperando che le nostre osservazioni possano risultare le più utili possibile, soprattutto quelle che proporranno di inquadrare il mutuo soccorso in maniera più omogenea rispetto agli altri enti del Terzo Settore quali APS od ODV uscendo dall’ambiguità di doversi riferire per gli adempimenti istituzionali, di volta in volta, o al Codice del Terzo Settore o al Codice Civile.

In ogni caso, però, abbiamo registrato il fatto che il Piano rappresenta una tappa evolutiva molto positiva per il nostro mondo e che apre spazi di riflessione e di azione costruttiva per le società di mutuo soccorso che ne vorranno accogliere tutti gli stimoli e di questo vogliamo darne pubblicamente atto.

Starà a noi quindi,  se ne saremo capaci, cogliere positivamente tutte le opportunità che questo testo ci offre.

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