Sono circa 25.000 gli enti che sono stati “trasmisgrati” dai registri regionali al nuovo Registro Unico del Terzo Settore, il RUNTS, avviato il 23 novembre 2021 dal Ministero del Lavoro. Una partenza a lungo attesa in quanto rappresenta un passaggio nodale per il superamento dei previgenti registri in cui confluivano le ODV e le APS, nonché dell’anagrafe delle ONLUS. Un cambiamento destinato ad influenzare i comportamenti quotidiani degli ETS,specialmente nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, nonchè ad aprire agli stessi le porte delle non poche opportunità contenute nei diversi provvedimenti attuativi della riforma del Terzo settore.
Come ci si iscrive al RUNTS? Come si mantiene la qualifica? Come si ottiene la personalità giuridica? Come ci si relaziona con gli uffici regionali del RUNTS? A queste, come a tante altre domande, cerca di rispondere una recente pubblicazione, curata da Antonio Fici e Nicola Riccardelli, sotto forma di commento al Decreto istitutivo del RUNTS (D.M.106/2020), per i tipi di Editoriale Scientifica all’interno della Collana “Quaderni di Terzjus”, scaricabile gratuitamente dall’apposita sezione del sito www.terzjus.it
Il commentario offre una riflessione sistematica e concreta, attenta alle implicazioni teoriche e alle ricadute pratiche della nuova legislazione. Si esaminano struttura e funzionamento del RUNTS, nonché il duplice procedimento di iscrizione degli enti (senza o con l’acquisizione della personalità giuridica), oltre a quello di “trasmigrazione” di ODV e APS iscritte nei “vecchi” registri di settore. Particolare attenzione è prestata all’iscrizione delle reti associative, degli enti di protezione civile, delle imprese sociali, nonchè degli enti religiosi civilmente riconosciuti.
Oltre ai saggi di autorevoli accademici e professionisti, il volume presenta anche il contributo degli esperti di Unioncamere-Infocamere a cui il Ministero del Lavoro ha affidato la realizzazione dell’architettura telematica del RUNTS nonchè la messa in opera delle modalità di comunicazione dei dati tra il RUNTS, il Registro delle Imprese e le altre amministrazioni. L’opera appare di stringente attualità in quanto il 2022 costituirà il vero banco di prova per capire se questa “rivoluzione” amministrativa darà i frutti attesi. Restano però alcuni nodi irrisolti. In primo luogo l’invio della notifica alla Commissione europea delle norme fiscali soggette ad autorizzazione comunitaria; passaggio decisivo per consentire ad una buona parte delle 22.000 Onlus di iscriversi al RUNTS; in secondo luogo, l’urgente approvazione di alcune norme correttive o integrative del CTS che non sono state recepite nella recente legge di bilancio; infine, la ricostituzione dell’originaria dotazione delle risorse destinate alla messa in opera del RUNTS – 20 milioni – improvvidamente ridotta di 5 milioni sia nell’anno 2021 che per il 2022. Su questi tre nodi ci si attende una decisa presa di posizione del Ministro Orlando che non può accettare di veder vanificati i propri sforzi per dare completa attuazione della Riforma dall’atteggiamento spesso ostativo o dilatorio del Ministero dell’Economia.