[di Ilaria Ioannone, Jessica Pettinacci, Gabriele Sepio, pubblicato in «Il Sole 24 Ore» del 5 settembre, pag. 29]
Per il 2025 anche le Onlus restano tra i beneficiari degli oltre 44 milioni di euro a sostegno delle attività d’interesse generale del Terzo settore. Con decreto 124/2025, registrato alla Corte dei conti il 2 settembre scorso e pubblicato ieri, il ministero del Lavoro individua gli obiettivi generali e le attività finanziabili attraverso il Fondo a sostegno di progetti e attività di interesse generale degli enti del Terzo settore (Ets).
Un provvedimento che arriva in attuazione di quella norma del Codice del Terzo settore (Cts) che attribuisce al ministero il compito di individuare, con proprio atto d’indirizzo, le aree prioritarie di intervento finanziabili con risorse annuali (articolo 72 del Dlgs 117/2017 o Cts). Si tratta ormai di un appuntamento fisso per gli Ets che, peraltro, potrà costituire l’occasione per l’accesso a misure di sostegno anche da parte degli enti di nuova iscrizione. Una platea ampia che, stando ai dati diffusi dal ministero, conta oltre 136mila enti, di cui 44mila neoiscritti.
Beneficiari delle risorse per il 2025, come specificato nell’atto di indirizzo, saranno organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps), anche tramite le proprie reti associative, e fondazioni del Terzo settore. Una categoria quest’ultima che, come precisato nell’ atto di indirizzo, include anche le fondazioni Onlus in quanto Ets “transitori”. Un aspetto quest’ultimo che merita chiarimenti puntuali da parte del successivo avviso recante i criteri e le modalità di assegnazione del finanziamento. Ciò, come precisato dallo stesso ministero del Lavoro, in considerazione dei recenti sviluppi che hanno interessato il Terzo settore.
Ci si riferisce, in particolare, alle novità legate al quadro fiscale del Cts che – a seguito della procedura conclusasi con la comfort letter del 7 marzo scorso e dei successivi interventi normativi (Dl 84/25) – entreranno in vigore a partire dal periodo d’imposta successivo a quello del 31 dicembre 2025 (vale a dire dal 1° gennaio 2026 per gli Ets con esercizio coincidente con l’anno solare).
Un aspetto non di poco conto considerato che, da un lato, la veste di Onlus (o di Ets) deve permanere per tutta la durata del progetto, pena la decadenza dal beneficio e la revoca delle risorse. Dall’altro, le Onlus – in considerazione del nuovo quadro fiscale che comporterà la chiusura dell’Anagrafe e dell’abrogazione del regime di favore previsto dal Dlgs 460/1997 – avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per presentare l’istanza di iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore.
Con riferimento alle risorse stanziate, a differenza dell’edizione passata, il finanziamento riguarderà sia i progetti a rilevanza nazionale sia quelli a rilevanza locale. In entrambi i casi, il novero ricomprende Odv, Aps e Fondazioni Ets. Con la specifica che, nei progetti a rilevanza nazionale, occorre che gli enti beneficiari operino in almeno dieci Regioni. Le somme stanziate dovranno coprire anche i contributi per l’acquisto di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali, nonché i progetti innovativi legati all’intelligenza artificiale. Con l’effetto che dei circa 44 milioni complessivi stanziati solo 14 sono quelli destinati ai progetti di rilevanza nazionale e, tra questi, 10 milioni andranno effettivamente al sostegno di nuove progettualità.
La restante quota ricomprende, infatti, i 2,5 milioni già stanziati con l’avviso 3/2024 — ancora in corso di valutazione — cui il ministero del Lavoro ha deciso di aggiungere un ulteriore milione di euro. Una scelta che si giustifica in base all’alto numero di proposte pervenute e alla stringente attualità della tematica dell’intelligenza artificiale, ma che dovrà essere valutata a regime per i prossimi anni così da evitare una sistematica riduzione delle risorse utili per iniziative in altri ambiti.