[pubblicato su Milano Finanza del 24/01/2024]
Volontariato di competenza: alcuni lo fanno, altri ne parlano, ma pochi lo sanno riconoscere. Per questo l’Osservatorio di diritto del Terzo Settore, della filantropia e dell’impresa sociale – Fondazione Terzjus ETS – continua il suo percorso per accendere i fari su una forma di volontariato che ha tutti i numeri per contribuire ad un cambio di passo importante della cultura aziendale e degli Enti del Terzo Settore – ETS – a vantaggio delle comunità e del Paese. Il volume presentato da Terzjus ‘Riconoscere il volontariato di competenza. Analisi e strategie per valorizzare una pratica emergente’, a cura del ricercatore sociale Cristiano Caltabiano – Editoriale Scientifica, Napoli, 2023 (il testo può essere liberamente scaricato dal sito www.terzjus.it) – ha il principale pregio di colmare il vuoto di conoscenza e di informazioni su questa forma di volontariato che ha la particolarità di puntare sulla circolarità delle competenze aziendali a favore di ETS, affiancandosi o facendo passare in secondo piano attività consolidate come forme di mecenatismo e/o donazioni. Se il volontariato si basa “sulla consapevolezza di un destino comune a tutta l’umanità”, come dichiarò il Presidente Sergio Mattarella, il volontariato di competenza aggiunge la dimensione organizzativa e condivisa all’interno del tessuto sociale di impresa, realizzando forme inedite di economia sociale. Il libro, infatti, raccoglie i contributi di ricercatori, studiosi ed esperti che hanno partecipato ad un complesso percorso di approfondimento conoscitivo, realizzato dalla Fondazione Terzjus, grazie all’incarico e al sostegno ricevuti dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
“Il volontariato di competenza – dichiara Alessandro Lombardi, direttore generale Ministero del lavoro e delle politiche sociali – in quanto capace di sviluppare interazioni reciproche tra il mondo profit e il Terzo settore – che la ricerca pone in evidenza – coglie uno degli aspetti più significativi della riforma del Terzo settore, la relazionalità, intesa come capacità del Terzo settore di creare sinergie sia al proprio interno che con attori esterni, in funzione del migliore soddisfacimento dei bisogni delle comunità in cui esso opera”. A seguire le riflessioni di Claudio Gagliardi, vicesegretario generale Unioncamere. Infatti, proprio grazie al contributo di Unioncamere è stato possibile inserire alcuni quesiti sul volontariato di competenza all’interno della rilevazione del Sistema informativo Excelsior. Da questa rilevazione è emerso che l’impatto del volontariato aziendale appare ancora abbastanza limitato riguardando il 5% delle aziende che impiegano almeno 50 dipendenti. “Se con l’approvazione del codice del Terzo settore sembra essersi aperta una nuova stagione di collaborazione tra enti pubblici e Terzo settore anche all’interno del tessuto produttivo – ha detto Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere – assistiamo a nuove dinamiche in cui si coniuga il profitto con l’etica, la sostenibilità e il benessere”.
Tuttavia il volontariato d’impresa non sembra essere residuale nel tessuto economico del nostro Paese dal momento che coinvolge direttamente o desta l’attenzione di poco meno un terzo delle imprese medio-grandi (31%), le quali già danno la facoltà (o pensano di farlo a breve) ai lavoratori e ai manager di impegnarsi nel sociale e Chiara Tommasini, presidente di Csvnet, ha rinforzato l’importanza del volontariato di competenza quale ponte tra le imprese e il terzo settore, candidando i Centri di servizio del volontariato a diventare dei facilitatori e dei promotori di progetti che vedano insieme imprese ed enti di Terzo settore. Non è mancata la testimonianza di chi concretamente ha inserito nella propria azienda il volontariato di competenza, in particolare Giancarla Bonetta di Manageritalia; Alessandro La Porta di UniGens; Valentina D’Autilia di Chiesi Farmaceutici e Alessandra Baricada della Fondazione Roche. “Avvertiamo un forte senso di responsabilità nei confronti dell’intero Paese: essere un partner sostenibile e affidabile del Sistema Salute per noi non è solo uno slogan, ma un modo di intendere la nostra missione – dichiara Alessandra Baricada – nostra volontà di avere un impatto e generare valore per la comunità si concretizza anche attraverso l’impegno nell’ambito della sostenibilità nelle sue tre dimensioni: economica, ambientale e sociale. Come Roche Italia abbiamo l’ambizione di dimostrare quotidianamente il nostro senso di responsabilità verso l’intera comunità, offrendo tutte le nostre competenze e la nostra energia anche attraverso attività di volontariato di impresa o di competenza“.
L’ultima sessione è stata dedicata alle misure promozionali per incentivarlo, grazie all’intervento di Gabriele Sepio, segretario generale Fondazione Terzjus ETS e Vanessa Pallucchi, portavoce Forum del terzo settore, considerando che il potenziale di crescita sarebbe maggiore se gli amministratori delegati e i responsabili delle risorse umane fossero informati degli incentivi fiscali di cui potrebbero godere nel caso in cui autorizzassero i propri dipendenti a svolgere qualche azione meritoria durante l’orario di lavoro (deduzione del 5 per mille del costo del lavoro, ai sensi dell’articolo 100, comma 2, lett. i del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, oggi recepito anche nel Codice del terzo settore). Più di 6 imprese su dieci hanno infatti affermato di non sapere dell’esistenza di tale norma (61%), nonostante l’indagine abbia raggiunto realtà produttive di una certa consistenza. “Ci sono spazi ancora maggiori per incoraggiare questo tipo di volontariato – ha dichiarato Luigi Bobba, presidente di Terzjus, concludendo l’evento – e questi vanno ricercati nel carattere sempre più vincolante delle linee guida e dei regolamenti varati dalla Ue sui bilanci di sostenibilità, che impongono alle imprese di introdurre alcuni indicatori chiave di prestazione per dimostrare di aver realmente privilegiato i lavoratori, la comunità e l’ambiente, in un’ottica di contribuzione delle aziende alla sostenibilità, anche sociale. I tempi sono maturi per una congiunzione virtuosa tra istituzioni, imprese e ETS, capace di dare un contributo fondamentale alle sfide che in primis il nostro Paese deve affrontare, dove il volontariato di competenza rappresenta il patto di partenariato sociale per eccellenza. L’evento è stato moderato da Sara Vinciguerra – responsabile comunicazione Terzjus – ed è stato realizzato grazie al contributo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Fondo sociale europeo PON Inclusione 2014- 2020, della Fondazione Roche e si avvale anche del patrocinio di Unioncamere e di Manageritalia.