In stampa il primo volume dei quaderni di Terzjus: “I rapporti tra pubbliche amministrazioni ed enti del terzo settore”.

LUIGI BOBBA – PREFAZIONE
Forse non è un caso che il primo volume della collana “Quaderni
di Terzjus – Osservatorio di Diritto del terzo settore, della filantropia e
dell’impresa sociale” sia dedicato al tema dei rapporti tra pubbliche
amministrazioni ed enti del terzo settore. Il tema, che ha una valenza
generale, è divenuto negli ultimi tempi ancora più attuale e rilevante
proprio a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del
luglio 2020. E Terzjus – neonata associazione volta a promuovere attraverso attività di studio e di ricerca la comprensione ed un’efficace
applicazione del “nuovo diritto comune del terzo settore” – aveva, poche settimane prima della citata sentenza, organizzato, insieme agli
“amici dell’articolo 55 del CTS”, coordinati da Gregorio Arena e Felice Scalvini, un seminario con qualificati relatori, indirizzato a rispondere proprio alle problematiche interpretative e applicative degli art.
55 e 56 del Codice del Terzo settore (CTS). La pubblicazione della
sentenza della Corte ci ha convinto non solo a raccogliere e a sistematizzare i contributi presentati nel seminario dell’11 giugno 2020, ma
altresì a coinvolgere altri studiosi e qualificati operatori professionali
che nel frattempo avevano accolto l’invito a riflettere su questo snodo
cruciale della riforma del Terzo settore.
Ne è nato così, grazie al prezioso lavoro di coordinamento del Direttore scientifico di Terzjus, Antonio Fici, nonché di Luciano Gallo e
Fabio Giglioni, all’azione di indirizzo del Cda di Terzjus e al supporto
del Comitato scientifico dello stesso, un volume che per la prima volta
esplora, in modo approfondito e da diverse prospettive, una tematica
alquanto controversa, offrendo indicazioni interpretative chiare in merito alla concreta applicazione degli art. 55 e 56 del CTS.
Insomma, non si tratta di un testo meramente accademico (pur essendo coinvolti autorevoli e qualificati professori universitari), ma di
uno strumento finalizzato a supportare la concreta ed efficace applicazione di due articoli fortemente innovativi ma pienamente coerenti con

il dettato dell’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione, che introduce, per la prima volta nella Carta, il concetto di sussidiarietà orizzontale. D’altra parte, Terzjus ha dato vita ad un Osservatorio in grado
di mettere a fuoco l’intero campo del Terzo settore con un’attenzione
aggiuntiva alla filantropia e all’impresa sociale. Un Osservatorio come
strumento di informazione, riflessione critica e approfondimento del
diritto del Terzo settore. I “Quaderni di Terzjus” – che, oltre alla versione cartacea, saranno altresì resi gratuitamente disponibili in versione telematica sul sito di Terzjus –, sono una delle modalità attraverso
cui l’Associazione intende perseguire il proprio scopo sociale. Terzjus
infatti, in ragione anche della variegata compagine dei soci fondatori
(Acli, Airc, Anpas, Assifero, Auser, Consiglio nazionale dei dottori
commercialisti ed esperti contabili, Consorzio Welfare Ambito BR 3,
Fondazione Italia Sociale, Forum nazionale del Terzo settore, Italia
non profit e Rete Misericordia e Solidarietà), intende misurarsi non solo con il monitoraggio della riforma del terzo settore, ma anche nel delineare linee interpretative e buone prassi da far conoscere e diffondere a tutti i diversi interlocutori interessati. Non a caso, il Cda di
Terzjus farà seguire a questo primo volume dei Quaderni di Terzjus,
un seminario di Alta Formazione nel quale analizzare e mettere a confronto le diverse prassi e differenti modelli applicativi nei rapporti tra
PA e Terzo settore. Ciò nella convinzione, che al di là del carattere fortemente innovativo – peraltro sottolineato anche nella sentenza della
Corte – degli articoli del CTS prima richiamati, esista già una variegata
sperimentazione ai livelli comunali e regionali che può costituire un
utile bagaglio per trovare soluzioni comuni ed efficaci. Il modello
“dell’amministrazione condivisa”, che trova un autorevole riferimento
nel CTS, deve ora diventare cultura e prassi delle amministrazioni territoriali. Allo stesso tempo per gli enti del Terzo settore c’è una transizione non facile da compiere: pensarsi non tanto come semplici fornitori di servizi, ma come “partner” delle amministrazioni nel programmare e progettare interventi e servizi volti a promuovere l’inclusione
sociale, il sostegno alle fasce più deboli e la valorizzazione dei territori
dimenticati. Insomma il viaggio è appena cominciato: ora bisogna non
smarrire la bussola e procedere con passo più sicuro e spedito. Questo
“Quaderno di Terzjus” può essere una buona mappa per conseguire la
meta.

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