[pubblicato su «La Stampa» di lunedì 18 novembre 2024]
Il 43% dei contribuenti non destina il 5 per mille, probabilmente perché non è a conoscenza di questa opportunità che in tanti anni non è mai stata veramente promossa a livello governativo. E d’altra parte il fondo destinato a sovvenzionare gli enti scelti dai cittadini dev’essere ulteriormente incrementato». Considerato il «padre» della legge di riforma del Terzo settore, Luigi Bobba – ex parlamentare Pd, sottosegretario al Lavoro nel governo Renzi e prima ancora presidente nazionale Acli – continua a seguire dall’osservatorio della Fondazione Terzjus un mondo che ha frequentato per tutta la vita.
Di ritorno dall’assemblea nazionale delle Pro loco a Roma, Bobba traccia un breve bilancio a 7 anni dall’approvazione della legge che ha ridisegnato il mondo del volontariato e della cooperazione sociale. «Il Registro unico del volontariato, novità principale della legge – dice- ha funzionato: ben 35mila delle 130mila tra onlus, imprese sociali e cooperative oggi iscritte sono soggetti nuovi che hanno scelto di adottare la struttura prevista dalla normativa e ottenere i relativi benefici di legge». Un percorso virtuoso che si rispecchia nel vistoso incremento di soggetti ammessi a ricevere il 5 per mille. «Dal 2017 il numero di beneficiari è salito da 63 mila a 80 mila e sono aumentati anche i contribuenti che hanno fatto questa scelta, prevista dal 2006 e che per loro è a costo zero», aggiunge Bobba.
Positivo anche il bilancio sul fronte delle erogazioni liberali tracciabili, agevolate dal sistema della leva fiscale: dal 2019 è aumentato sia il numero dei donatori che il valore medio delle erogazioni. «Tre elementi che dimostrano come la legge abbia sostanzialmente funzionato. Sul fronte pratico, segnalo l’importante lavoro dei Centri territoriali per il volontariato, risorse preziose soprattutto per le piccole associazioni che trovano personale di riferimento in grado di risolvere molti problemi burocratici».
Sul tavolo però restano alcuni temi caldi da affrontare in fretta: «Innanzi tutto siamo ancora in attesa dell’autorizzazione comunitaria per un regime fiscale univoco che consenta di fare una scelta di campo a circa 20mila realtà ancora ferme in mezzo al guado – spiega Bobba -. E poi occorre dare attuazione al cosiddetto decreto controlli in modo da alimentare la fiducia dei cittadini nella trasparenza dell’intero sistema. Un passaggio importante, infine, è quello della promozione del 5 per mille: dal 2017 a oggi nessun governo si è seriamente impegnato per diffondere capillarmente questa opportunità, delegando il compito ai singoli soggetti del Terzo settore».