[di Maria Carla De Cesari e Ilaria Ioannone, pubblicato in «Il Sole 24 Ore» di giovedì 13 febbraio, pag. 33]
«A due passi dalla meta. Verso il completamento della riforma». Il Terzjus Report, arrivato ormai alla quarta edizione, rappresenta un’occasione non solo per valutare lo stato di salute del Terzo settore ma anche per proiettare lo sguardo verso sfide e opportunità.
Due i passi che mancano alla completa regolazione del Terzo settore: l’autorizzazione europea ai regimi fiscali, da un lato, e il decreto controlli, dall’altro. Questo ultimo documento, come si legge nelle pagine dei rapporto e come spiega Luigi Bobba, presidente di Terzjus – consentirà di definire forme, contenuti e modalità per l’esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo degli enti del Terzo settore (Ets) svolgendo una duplice funzione, Non solo dare “concretezza” al principio di trasparenza che caratterizza gli enti del Terzo settore ma anche definire requisiti e procedure per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di controllo da parte di reti e centri di servizio del volontariato.
Per la verità e è un’altra urgenza come emerso nel mesi scorsi e come ribadisce Bobba: l’incremento del fondo del 5 per mille, per almeno 30 milioni. Il numero dei beneficiari è cresciuto (da 50mila nel 2022 a 58mila nel 2023). L’intervento sul 5 per mille, sollecitato da tempo, si abbina a un’altra priorità: «sostenere e premiare le erogazioni liberali» che Invece sono finite nella forbice severa del taglio delle detrazioni peri redditi oltre 75mila e 100mila euro.
Il IV rapporto Terzjus, il centro studi del Terzo settore, verrà presentato a Roma questa mattina, dalle 10 a Palazzo Wedekind (piazza Colonna).
Tra i temi affrontati, lo sguardo va rivolto al popolamento del Registro unico nazionale del Terzo settore dal 2021. Il numero degli enti iscritti ha, infatti, superato i 130mila alla fine del 2024, con più di 43mila nuove registrazioni. Un trend in crescita che evidenzia la capacità attrattiva del Registro come strumento di trasparenza e legittimazione per le realtà che operano in ambito sociale, culturale e ambientale.
Il trend evidenzia come le associazioni di promozione sociale in particolare (Aps) continuano a rappresentare la maggioranza degli iscritti (45.6%), seguite dalle organizzazioni di volontariato (29%) e dalle imprese sociali (17,5%).
Tuttavia, la sezione «altri enti del Terzo Settore» sta registrando un notevole incremento, dimostrando l’elasticità normativa che permette alle realtà che scelgono la sezione residuale del Registro di rispondere a bisogni diversificati.
In base alla survey condotta all’interno del Report, si registra un trend in crescita anche degli enti filantropici, 339 i nuovi enti, che per la prima volta trovano il loro inquadramento giuridico nel Codice del terzo settore. Questa tipologia di enti, caratterizzata dalla capacità di attrarre risorse private e di promuovere iniziative ad alto impatto sociale, mostra una chiara concentrazione nel Nord Italia (44,3% del totale), Nel centro Italia si colloca, invece, il 19,6% degli enti, principalmente nel Lazio e in Toscana, mentre, il Sud e le isole ospitano il 20.3% degli enti filantropici.
Il Terzjus Report affronta anche il tema delle reti associative (54 quelle riconosciute) e dei centri di servizio per il volontariato, evidenziando ti loro ruolo strategico come infrastrutturedel sistema. Si tratta di facilitatori per l’accesso alle risorse e la condivisione di buone pratiche, ma rappresentano anche un canale privilegiato per il dialogo con le istituzioni, contribuendo alla costruzione di un sistema di governance partecipata.
Grande interesse continuano a suscitare le imprese sociali (pur senza una normativa fiscale ad hoc): dal 2018 le nate sono circa 5mila. Guardando al futuro, le sfide – sostiene Bobba – non si limitano alla dimensione normativa o fiscale. La capacità di innovare, di costruire partenariati strategici e di rispondere ai bisogni emergenti della società richiede un approccio integrato e una visione di lungo periodo. E il Piano di azione per l’economia sociale rappresenta un’opportunità per promuovere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, in cui il Terzo settore svolga un ruolo da protagonista.