Il recente webinar tenuto da Franca Maino* nell’ambito della giornata di networking “Fondazione Terzjus: orizzonte 2026” dell’11 ottobre, presso il Borgo ragazzi don Bosco a Roma, ha offerto un approfondito quadro sulle trasformazioni in atto nel mondo del volontariato, nel contesto delle molteplici crisi che oggi mettono in luce le fragilità del sistema di welfare italiano. Il tema centrale affrontato riguarda la domanda di volontariato e il suo possibile declino apparente, a fronte di nuove forme di azione volontaria e di un welfare in profonda evoluzione.
Il welfare state italiano si trova oggi a fronteggiare una triplice transizione caratterizzata da crescenti disuguaglianze sociali e tensioni geopolitiche, con una domanda sociale in aumento, soprattutto nelle categorie più vulnerabili e a rischio esclusione. In questo scenario, il ruolo del volontariato cambia: non più mero fornitore di servizi per la pubblica amministrazione, ma agente attivo di sviluppo e innovazione a favore delle comunità territoriali. La pubblica amministrazione stessa è chiamata a una piena assunzione di responsabilità, senza centralizzazione decisionale, con nuovi modelli di coprogrammazione e collaborazione.
La presentazione ha evidenziato come il volontariato tradizionale, pur in apparente declino, si stia trasformando in forme più ibride, flessibili e spesso episodiche, con un forte ricambio generazionale e una rinnovata centralità della persona e della relazione uno-a-uno, elementi che caratterizzano nuovi approcci relazionali e digitali. Tra questi spiccano le iniziative di volontariato socio-culturale, il net-attivismo tramite piattaforme digitali e il volontariato di competenza nelle imprese.
Un esempio concreto è il progetto “Tu x Tu”, che attraverso relazioni di tutorato individuale con persone provenienti da contesti migratori, mira a creare fiducia, partecipazione e empowerment, promuovendo un volontariato relazionale e di prossimità, capace di adattarsi alle esigenze delle persone e di contribuire efficacemente alla loro inclusione sociale.
Le sfide future riguardano la continuità degli interventi, la formazione e il sostegno ai volontari, la collaborazione con i professionisti, e la valutazione dell’impatto sociale, ma anche le opportunità offerte da nuove energie giovanili e intergenerazionali, dal ruolo innovativo delle fondazioni e dalla capacità di fare rete tra terzo settore e istituzioni.
In conclusione, il volontariato non presenta un declino, bensì una ricomposizione, con un profilo più frammentato, ma anche più personalizzato e orientato alla crescita personale e comunitaria. La sfida, come sottolinea Franca Maino, è quella di accompagnare questa trasformazione valorizzando nuove energie e promuovendo comunità di apprendimento, perché il volontariato resta un pilastro essenziale del welfare e della coesione sociale.
*Docente dell’Università degli Studi di Milano
Presidente Percorsi di Secondo Welfare e Fondazione Ufficio Pio