Com’è noto, la riforma del terzo settore, e segnatamente il Codice di cui al d.lgs. 117/2017, aveva previsto una modalità particolare per l’accesso al nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore o RUNTS di quegli enti già iscritti al 22 novembre 2021, giorno antecedente a quello ufficiale di avvio del RUNTS (nonché di quegli enti che avessero presentato entro lo stesso termine una domanda di iscrizione, successivamente accolta, anche dopo il 22 novembre 2021), nei “vecchi” registri di ODV e APS, istituiti rispettivamente ai sensi delle leggi 266/1991 e 383/2000.
A tale modalità di accesso al RUNTS, il Codice del terzo settore aveva assegnato il nome di “trasmigrazione”. Essa avrebbe dovuto riguardare circa 88.000 enti, di cui approssimativamente il 58% APS e il restante 42% ODV, stando alle parole consegnate in un articolo per Terzjus dal dott. Alessandro Lombardi, Direttore generale Terzo settore del Ministero competente in materia.
La trasmigrazione di questi enti dai preesistenti registri di ODV e APS al nuovo RUNTS avrebbe dovuto concludersi i primi di novembre dello scorso anno, anche se strascichi erano possibili in virtù di procedimenti istruttori più complessi che avrebbero dovuto lasciare spazio temporale sufficiente agli enti in trasmigrazione per effettuare modifiche o integrazioni formali o sostanziali (ad esempio al proprio statuto).
Il Ministero, peraltro, nella circolare del 21 aprile 2022, n. 9, aveva cercato in qualche modo di semplificare la vita degli Uffici del RUNTS, consentendo l’iscrizione di enti in trasmigrazione anche solo sulla base di un “set minimo” di dati, salva l’integrazione successiva dei dati mancanti da parte degli enti stessi entro 90 giorni dalla loro avvenuta iscrizione per trasmigrazione nel RUNTS.
Ebbene, alla data in cui si scrive, cioè il 6 luglio 2023, sulla base di quanto è possibile ricavare dai dati pubblici sul RUNTS, cioè dalle liste di enti che il Ministero pubblica e mantiene aggiornate sul proprio sito, la situazione rispetto alla trasmigrazione è la seguente.
Cominciamo col dire che al 6 luglio 2023 risultano complessivamente iscritti nel RUNTS 110.920 enti del terzo settore, di cui 68.737 per trasmigrazione. Questi sono, per lo meno, i totali riportati nelle due liste presenti nel sito del Ministero, ovverosia “elenco enti iscritti” ed “elenco enti iscritti per trasmigrazione”.
Dall’elenco in formato Excel, sempre presente nel sito del Ministero, si trae che i 110.920 enti iscritti al RUNTS risultano così distribuiti tra le varie sezioni del Registro medesimo (presentiamo le sezioni ordinate secondo il numero decrescente di iscrizioni in ciascuna di esse).
Nonostante l’originaria natura, non tutti i 68.737 enti iscritti al RUNTS per trasmigrazione lo sono stati nelle sezioni ODV e APS del RUNTS. Ad un ente era infatti consentito, già in sede di trasmigrazione, chiedere di “migrare”, ovvero di essere iscritto al RUNTS in una sezione diversa da quella di provenienza.
Non siamo purtroppo in grado di calcolare con precisione la distribuzione di questi 68.737 enti nelle diverse sezioni del RUNTS. Nel sito ministeriale, infatti, l’elenco è presente e scaricabile soltanto in formato PDF e non anche in formato Excel. Tuttavia, con un minimo margine di errore, possiamo suddividere questi enti tra le varie sezioni così come indicato nella successiva tabella n. 2. In verità, alcuni di questi enti sono confluiti, in sede di trasmigrazione, nella sezione “reti associative” del RUNTS, ma parliamo di poche unità (essendo le reti associative totalmente iscritte soltanto 33): non avendo la possibilità di accertarlo sulla sola base degli elenchi pubblicati dal Ministero, tratteremo qui queste reti come enti “nuovi” iscritti (anche se in realtà esse “nuovi” enti non sono affatto).
Alla luce di questi dati, gli enti neoiscritti al RUNTS (escludendo le imprese sociali che, come spiegato, si iscrivono direttamente nel Registro delle imprese e successivamente figurano anche nel RUNTS) dovrebbero dunque essere 17.926 (otteniamo questo numero sottraendo dal totale di enti iscritti gli enti iscritti per trasmigrazione e le imprese sociali, che si iscrivono al Registro delle imprese; precisiamo che questo numero potrebbe includere enti iscritti senza provvedimento, sulla base del mero decorso dei termini procedimentali), così suddivisi per sezione di iscrizione.
Come può notarsi, rimane costante, ed è anzi ancora maggiore, l’indice di gradimento, tra gli enti “nuovi” iscritti, verso la sezione APS del RUNTS, che avevamo già osservato nel commentare i primissimi dati sulle iscrizioni al RUNTS (a quasi tre mesi dal suo avvio nel novembre del 2021). In lieve calo, invece, il gradimento per la sezione “Altri ETS”. Rimane invece sostanzialmente uguale il gradimento per la sezione ODV.
Preme poi rilevare che seppur “nuovi” nel senso suindicato (cioè iscrittisi al RUNTS su domanda dopo il 24 novembre 2021), in realtà non tutti i 17.926 potrebbero essere realmente “nuovi”, poiché alcuni di essi potrebbe essersi iscritti su domanda dopo il fallimento, a qualsiasi ragione dovuto (ad es. uno statuto non adeguato nei termini), del procedimento di trasmigrazione.
Ai 17.926 “nuovi” enti approdati al RUNTS sono poi da aggiungersi circa 1.555 imprese sociali registratesi nell’apposita sezione del Registro delle imprese dopo il 24 novembre 2021, data di avvio del RUNTS. Occorre tuttavia precisare che il numero delle “nuove” imprese sociali è in realtà da considerarsi ben più ampio, perché le imprese sociali avevano la possibilità di registrarsi nella sezione “imprese sociali” del Registro delle imprese anche prima di questa data (sicché “nuove” imprese sociali, in senso proprio, sono tutte quelle registratesi dopo l’entrata in vigore del d.lgs. 112/2017, e il loro numero sale allora a circa 5.000).
Dai dati sopra riportati emerge che poco più di 19.000 enti, che dovevano trasmigrare, non risultano ancora iscritti nel RUNTS. Perché?
Ebbene, di questi 19.000 enti, più di 8.600 sono stati “diniegati”, ovvero hanno concluso negativamente il procedimento di trasmigrazione, senza essere iscritti nel RUNTS (la trasmigrazione, infatti, era un procedimento da avviarsi d’ufficio per legge, ma non già automatico nei risultati, non garantiva cioè l’esito dell’iscrizione al RUNTS, pur sempre subordinato al possesso dei necessari requisiti di legge, tra cui uno statuto adeguato alla riforma, il numero minimo di soci, ecc.). Naturalmente, alcuni di questi enti potrebbero aver successivamente formulato domanda di iscrizione ex novo al RUNTS, essere stati registrati ed essere dunque oggi compresi nei 17.926 “nuovi” enti iscritti (alcuni dei quali, dunque, cosi “nuovi” in realtà non sono).
Il numero di ODV e APS in trasmigrazione, ancora mancanti all’appello, si riduce dunque a 11.000 circa. Che ne è stato di loro? Alcuni di questi enti sono probabilmente ancora coinvolti nel procedimento di trasmigrazione, nel senso che per loro il procedimento non si è ancora chiuso positivamente con l’iscrizione al RUNTS o negativamente con il diniego di iscrizione. Molti altri potrebbero già ritenersi iscritti al RUNTS per decorrenza dei termini, anche se nel RUNTS ancora formalmente non compaiono in attesa che il Ministero del lavoro ne accerti lo stato e pubblichi, come fa periodicamente nel suo sito Internet istituzionale, alcuni “elenchi” di enti trasmigrati per decorrenza dei termini (ne ha sin qui pubblicati otto, l’ultimo il 7 giugno scorso). Ancora altri potrebbero, in sede di trasmigrazione, essere confluiti nel Registro delle imprese come imprese sociali. Un’altra possibilità è che fosse sovrastimato il numero iniziale di 88.000 enti iscritti nei “vecchi” registri di ODV e APS, che dovevano trasmigrare. Ciò anche in virtù del fatto che, sulla base della legge 383/2000, alcuni enti potevano, a suo tempo, essere iscritti contemporaneamente sia nei registri regionali APS sia nel registro nazionale APS assieme alla loro rete associativa nazionale, e potrebbero dunque essere stati contati due volte nel numero stimato di 88.000 enti che dovevano “trasmigrare” nel RUNTS dai preesistenti di registri di ODV e APS.