Bobba (Fondazione Terzjus): adeguamento del limite di spesa del 5 xmille come priorità per il terzo settore. Sono 2.500 le Onlus già nel Runts

[intervista a Luigi Bobba, «ItaliaOggi», giovedì 16 gennaio pag. 16]

Alzare il tetto del 5xmille, visto che non solo crescono i contribuenti che effettuano una scelta in dichiarazione, ma anche gli Enti che ne possono beneficiare.

L’anno scorso il limite è stato superato di 28 milioni di euro ed è ipotizzabile che il surplus possa essere ancora più alto quest’anno. Sul regime Iva e la possibile esclusione delle realtà più piccole, la soluzione potrebbe essere accettata dalle istituzioni comunitarie, visto che già esistono situazioni di questo genere in Ue.

Bene le semplificazioni introdotte con la legge 104/2024. Sono alcune delle valutazioni fatte a ItaliaOggi da Luigi Bobba, presidente della Fondazione Terzjus e sottosegretario al lavoro negli anni in cui è stata approvata la riforma del terzo settore.

«Se dovessi individuare la priorità del non profit italiano, forse metterei in cima l’adeguamento del fondo del 5xmille e l’abolizione del tetto di spesa. Nell’ultimo anno abbiamo avuto uno sforamento di 28 milioni; questo sia per la crescita dei contribuenti che hanno fatto una scelta in dichiarazione, sia per la crescita degli enti che possono beneficiare del 5xmille, passati da 50 mila a 58 mila. C’è da aspettarsi che anche nel 2025 ci sarà un ulteriore incremento».

Sempre quest’anno è attesa la fine di un’altra annosa questione, ovvero il passaggio dal regime di esclusione al regime di esenzione Iva per il non profit (e lo sport). Sul punto, il viceministro all’economia Maurizio Leo ha ipotizzato una soluzione che escluda dal passaggio le realtà più piccole. Secondo Bobba si tratta di «una proposta sensata e anche solida, che potrebbe essere accettata dall’Ue visto che già esistono casi del genere. Vedremo come il tutto verrà conciliato all’interno dell’attuazione della riforma fiscale».

Alla questione Iva si aggiunge anche l’attesa sul parere europeo in merito al regime fiscale previsto dalla riforma del terzo settore, che segnerà il destino delle Onlus. Comunque, secondo Bobba, circa 2.500 sono già passate nel Runts (Registro unico nazionale del terzo settore), quindi un 10% delle 22.000 esistenti. Ne rimangono, perciò, 19.000 che dovranno scegliere la loro strada.

«Penso che le soluzioni più appropriate possano essere quelle dell’impresa sociale o, per le realtà che hanno una funzione prevalentemente erogativa, quella dell’ente filantropico», conclude il presidente Terzjus.

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