[di Alessandro Seminati, direttore di CSVnet, pubblicato in «Avvenire» di mercoledì 21 giugno]
Quasi il 40 per cento delle risorse dei Centri di servizio per il volontariato (Csv) è oggi destinato alla promozione del volontariato. È quanto emerge da una ricerca, diffusa in questi giorni, realizzata dalla Fondazione Terzjus su incarico di Unioncamere, dedicata all’evoluzione delle reti associative e del sistema dei Csv alla luce della riforma del terzo settore. Si tratta di un dato che colpisce, soprattutto se si considera che questo investimento non ha comportato un arretramento dei servizi di supporto agli enti. Al contrario, l’indagine evidenzia la capacità dei Csv di adattarsi alle nuove esigenze del volontariato. L’investimento nell’animazione territoriale e nella costruzione di alleanze è parte di una visione più ampia: quella di un sistema che è stato capace di far crescere i propri servizi anche con una logica culturale per generare partecipazione, connettere attori, sostenere lo sviluppo di competenze affinché il volontariato diventi un motore di cambiamento per le comunità. C’è un altro dato che racconta bene la densità e la complessità di questa sfida: il 30 per cento dei Csv opera in territori con la più alta concentrazione di enti di terzo settore per abitante, dove si registra una media di 17 volontari ogni 12 addetti. Un rapporto che dice molto sull’intensità dell’azione volontaria e sulla domanda di accompagnamento, ma anche sulla necessità di innovare i linguaggi e le modalità di ingaggio. L’indagine, strutturata in due sezioni, ha coinvolto diverse reti associative su tutto il territorio nazionale e quattro Csv territoriali (Torino, Toscana, Emilia e Bari) oggetto di un’approfondita analisi qualitativa. Nella parte dedicata ai CSV si racconta della capacità di interpretare la transizione in corso nel terzo settore: nuove forme di partecipazione, maggiore complessità dei bisogni, frammentazione territoriale, ma anche opportunità di sperimentazione. Dall’analisi dei casi di studio emergono inoltre quattro prospettive strategiche condivise. La prima è il massiccio potenziamento delle piattaforme digitali, pensato per stare al passo con i tempi raggiungere un numero maggiore di potenziali volontari e rafforzare la capacità delle organizzazioni di adeguarsi alla digitalizzazione. Un’altra linea d’azione emersa dall’indagine riguarda lo sviluppo di percorsi formativi e di aggiornamento per potenziare gli interventi degli enti non profit. La terza strategia punta su interventi differenziati a livello locale per attrarre nuovi volontari e sostenere, infine, percorsi di progettazione sociale che aiuti il volontariato ad essere sempre più protagonista. L’evoluzione dei Csv, però, non è finita. Oggi siamo chiamati a un ulteriore salto di qualità, per sostenere il volontariato nell’essere protagonista nel rispondere ai bisogni sociali e alle evoluzioni delle comunità. Dal nostro osservatorio vediamo che il ruolo del volontariato è sempre più centrale in ambiti strategici come salute e benessere, ricambio generazionale e sviluppo di nuove leadership, ripopolamento delle aree interne e promozione di modelli di economia sociale territoriali. Questi settori offrono opportunità per promuovere coesione, benessere e sostenibilità nelle comunità. Naturalmente, il percorso non è concluso. Restano sfide importanti: rafforzare ulteriormente le competenze del sistema e sostenere l’integrazione tra le funzioni tradizionali e i nuovi compiti. Un passaggio cruciale del rapporto, infine, è dedicato alla relazione tra i Csv e le reti associative nazionali. Un rapporto che è sempre più incentrato al confronto e alla collaborazione constante. La riforma, dice la ricerca, ha delineato ruoli distinti ma complementari, offrendo a tutti noi l’opportunità di co-costruire un nuovo equilibrio da coltivare e perfezionare nel tempo per far crescere al meglio il volontariato negli enti e nei territori. Dalla ricerca emerge inoltre che Csv e reti concorrono ognuno con le proprie specificità ad accompagnare il volontariato in una fase complessa ma ricca di possibilità. Oggi più che mai, in un contesto che chiede partecipazione, prossimità e alleanze, siamo pronti a costruire insieme un rinnovato e attualizzato modo di fare volontariato, capace di incidere davvero sulla qualità della vita delle comunità.