[di Luigi Bobba, «Corriere della Sera», martedì 16 dicembre 2025, pagina: 41]
C’è una novità importante nella III edizione del Premio volontari@work presentato da Fondazione Terzjus alla sala stampa della Camera dei deputati lo scorso 3 dicembre.
Il Premio – finora riservato alle imprese con più di 50 dipendenti e agli Enti di Terzo settore – si apre ora anche alle imprese con meno di 50 dipendenti. Una scelta coerente con i dati emersi dall’indagine Excelsior condotta da Unioncamere nel 2024, secondo la quale anche nelle piccole aziende esiste – seppur in forma più ridotta – il fenomeno del volontariato di competenza. Sono infatti poco più del 4% le piccole imprese che consentono ai propri collaboratori di svolgere attività di volontariato durante l’orario di lavoro, contro il 9% circa delle imprese medio-grandi, per un totale di quasi 65.000. E il 23% di queste aziende si dichiara interessato a introdurre questa pratica tra i propri dipendenti.
Il Premio volontari@work è nato con lo scopo di far emergere il ruolo strategico del volontariato di competenza come leva di innovazione sociale.
Infatti, attraverso questa pratica, le imprese non si limitano a promuovere azioni filantropiche, ma mobilitano le professionalità dei propri dipendenti per rafforzare e sviluppare le capacità degli Ets nel rispondere ai bisogni delle persone più fragili. È quello che è avvenuto a Roma, al Borgo Ragazzi don Bosco – premiato con unamenzione speciale nella scorsa edizione del Premio – dove è stata realizzata un’esperienza divolontariato di competenza con l’azienda Alice Pizza. Così 150 ragazzi, in situazioni di disagiosociale o familiare, sono stati formati e preparati per essere inseriti nell’impresa. Grazie allecompetenze messe a disposizione dai collaboratori di Alice Pizza e al lavoro educativo e di inclusionesociale dei responsabili del Borgo Ragazzi don Bosco, non pochi giovani hanno trovato e stannotrovando non solo un lavoro, ma anche una propria autonomia e una prospettiva di vita buona.
Lanciare questo ponte tra profit e non profit, tra imprese ed Ets costituisce la finalità primaria del Premio, che porta in emersione questa forma di «volontariato ibrido». Un impegno volontario che non siesaurisce nel tempo del lavoro, ma si trasforma in una disponibilità all’attivismo civico ben oltre lemura dell’azienda.
Esiste anche un modesto – e poco conosciuto – sostegno fiscale. Una norma del Codice del Terzo settore consente alle aziende di dedurre il 5 per 1000 del costo del lavoro del dipendente prestato in forma non onerosa a un Ets. Un incentivo che meriterebbe di essere incrementato per meglio sostenere questaforma di responsabilità sociale delle imprese. È possibile candidarsi al Premio utilizzando tutte leinformazioni presenti nel banner del sito www.terzjus.it . C’è tempo fino al 6 marzo 2026.