Promosso dalla Fondazione Unipolis e condotto dalla direttrice Marisa Parmigiani, si è tenuto a Bologna un vivace confronto sullo stato di attuazione della riforma del Terzo settore e sui potenziali sviluppi dell’Amministrazione condivisa. Ad aprire i lavori è stato Luigi Bobba, presidente della Fondazione Terzjus, che ha ricordato come a fine maggio il numero degli ETS iscritti al Registro aveva ormai superato quota 126.000. Molti di questi sono stati trasmigrati dai vecchi registri regionali, ma è di sicuro interesse il fatto che sono ormai più di 31.000 i nuovi ETS, ovvero soggetti che o sono nati negli anni post riforma o non erano mai stati iscritti ad alcun registro. E il trend delle nuove iscrizioni continua ad essere superiore alle 1200 unità ogni mese. Il che ci fa presumere, ha annotato Bobba, che a regime, il RUNTS sarà popolato da più di 150.000 soggetti.
Nelle conclusioni Bobba ha ripreso quanto indicato nel Terzjus Report 2023, ovvero che il processo di nuova regolazione del terzo settore è ormai in gran parte compiuto (manca l’autorizzazione comunitaria su alcuni regimi fiscali degli ETS), ma ora è tempo di mettere mano alla promozione, in quanto molte risorse attribuite dalla riforma agli ETS non vengono spese. E dunque è sulla promozione che ora bisogna concentrare le energie affinché questo importante cambiamento produca i risultati attesi.
E’ toccato poi alla prof.ssa Barbara Boschetti, coordinatrice scientifica del Laboratorio dell’Amministrazione Condivisa (AC) promosso da Terzjus, fare il punto su quanto questa decisiva innovazione abbia trovato applicazione nelle amministrazioni locali e regionali. Sintetizzando i contenuti del Rapporto sulla AC, presentato a Milano nel marzo scorso, Boschetti ha tracciato il perimetro dei problemi e delle potenzialità della AC attorno a quattro polarità: la legislazione regionale che è venuta nel frattempo maturando; lo sviluppo delle pratiche e delle procedure della AC in particolare nelle amministrazioni locali; i modelli organizzativi che stanno emergendo nella PA e negli ETS con la necessità di delineare la figura dei “facilitatori” dei processi di AC; il contesto culturale che necessariamente deve sorreggere il cambiamento e che richiede anche la messa a disposizione di risorse per rendere praticabile ed efficace l’AC.
Nel confronto che è seguito, il prof. Francesco Vella ha sottolineato che la riforma ha certamente comportato un processo di adattamento degli ETS che si è rivelato faticoso e a volte anche ostico, ma tutto questo ha generato in questi anni una maturazione degli ETS che ora si presentano più forti, meglio organizzati anche di fronte alle nuove sfide in particolare del welfare.
Alberto Alberani, portavoce del Forum del Terzo settore della Regione Emilia-Romagna, ha sostenuto che si deve dare priorità alla coprogrammazione senza quale anche la coprogettazione rischia di essere un surrogato delle vecchie procedure di bando e non offrire risposte efficaci ai nuovi bisogni. Ha poi concluso affermando che sarà essenziale attivare le figure dei “facilitatori” e che il costo di tali figure deve essere a carico della PA. Ciò che sta avvenendo – ha concluso – è una piccola rivoluzione: la PA non ha più il monopolio nella messa in opera di servizi e attività di interesse generale ma mediante l’AC programma e realizza tali risposte insieme con gli ETS.