La legge antisprechi come parametro per l’assegnazione di benefici fiscali anche agli enti donatari. È un’opportunità data dalla legge 166/2016 e colta da alcuni Comuni, che potrebbero presto diventare modelli di riferimento replicabili per i tanti enti locali che iniziano a guardare con sempre più attenzione ai temi della sostenibilità e dell’economia circolare. Un modo, insomma, per premiare e far crescere le organizzazioni del Terzo settore impegnate nelle attività a sostegno dei bisogni sul territorio.
Sul tema ci sono alcuni esempi agevolmente replicabili anche senza l’impiego di fondi consistenti.
Pensiamo al Comune di Varese, che premia con un’esenzione Tari gli enti che recuperano eccedenze alimentari e le ridistribuiscono a fini di solidarietà sociale mettendo a disposizione fondi per 20mila euro. Più nello specifico, per il 2022 viene ammessa la possibilità per le realtà iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), in regola con il pagamento della tassa sui rifiuti negli anni precedenti, di fruire di un’esenzione della quota fissa e variabile della Tari. Gli adempimenti richiesti per accedere al beneficio non si presentano eccessivamente onerosi. È previsto l’invio di un’apposita domanda corredata da una dichiarazione trimestrale di utilizzo dei beni ceduti, ricompresi tra quelli individuati dall’articolo 16 della legge 166/2016, per finalità istituzionali.
Anche il Comune di Parma incentiva per il 2022 gli enti del Terzo settore stanziando risorse per 80mila euro. In questo caso, per le realtà iscritte al Runts o in possesso dei requisiti per l’accesso è prevista la possibilità di ottenere una riduzione Tari pari all’80% del relativo carico fiscale. Mentre le cooperative sociali di tipo A possono beneficiare di una riduzione del 20%.
Nel Centro Italia, incentivi per gli enti del Terzo settore (Ets) sono previsti dal Comune di Latina, che per il 2022 ha introdotto una riduzione della Tari in favore di organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte nel Runts che svolgono la propria attività in immobili di proprietà, in affitto o in comodato, nei quali non risultano essere residenti nuclei familiari. Un’agevolazione che consiste in una riduzione che può arrivare fino al limite massimo dell’intera quota fissa e variabile della tariffa.
Dal quadro generale emerge un’applicazione di benefici a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, con premi fiscali variabili per gli enti del Terzo settore impegnati nel recupero delle eccedenze e nello svolgimento delle proprie attività istituzionali.
Si registra tuttavia la necessità di promuovere e diffondere queste misure, allo scopo di coinvolgere le imprese e gli enti del Terzo settore. In questo caso, la leva fiscale potrebbe essere uno strumento utile, associando i benefici della legge 166 con le detrazioni e le deduzioni previste dal Codice del Terzo settore per chi effettua erogazioni in natura.
Uno strumento utile potrebbe essere quello di mettere a disposizione specifici fondi per i Comuni, al fine di promuovere iniziative di questo tipo sulla scorta di quanto già previsto dalla legge 166/2016 per lo sviluppo di progetti innovativi “antispreco”.
[Articolo pubblicato su «Il Sole 24 Ore» del 9 marzo 2023]