Sintesi della ricerca multidisciplinare della Fondazione Terzjus ETS che fa il punto sullo stato di avanzamento dell’Amministrazione Condivisa nel nostro Paese
L’Amministrazione Condivisa (AC) è diventata una parola chiave nel dibattito pubblico, soprattutto dopo la pubblicazione della sentenza n.131/2020 della Corte costituzionale, che ha nei fatti fornito una autorevole fonte di legittimazione non soltanto alla coprogrammazione e alla coprogettazione, disciplinate dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore (CTS – Dlgs. 117 del 2027), ma anche a tutte le prassi più o meno formalizzate attraverso cui si viene a determinare una cooperazione fattiva fra le varie articolazioni dello Stato e gli Enti del Terzo Settore (ETS): regolamenti comunali per la gestione dei beni pubblici, patti di sussidiarietà e di comunità, reti di partenariato su specifiche iniziative, ecc. L’ambito di applicazione di queste politiche collaborative non è solo il settore socioassistenziale, ma anche il più vasto perimetro di attività di interesse generale definite dall’articolo 5 del CTS: dalla rigenerazione urbana, ai servizi di cura della salute, passando per la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, senza dimenticare l’agricoltura sociale e la promozione dello sport per tutti.
Grazie al sostegno ricevuto dalla Fondazione Unipolis e dalla Consulta delle fondazioni bancarie piemontesi e liguri, la Fondazione Terzjus ha lanciato nella primavera del 2022 un ambizioso programma di ricerca interdisciplinare denominato Laboratorio dell’Amministrazione Condivisa (LAC), nella convinzione che fosse necessario promuovere uno scambio proficuo fra diverse discipline (scienze giuridiche, politologia, sociologia, economia), al fine di approfondire lo studio su tali procedure di governance, per molti versi inedite in un Paese come il nostro (anche in altre nazioni, in verità). La visione culturale di questa iniziativa è racchiusa proprio nel concetto di laboratorio: un luogo dove esperti e ricercatori sperimentano diverse metodologie e strategie di ricerca su un fenomeno poco conosciuto, essendo consapevoli che dalla contaminazione fra diverse prospettive di analisi possono nascere nuove idee e chiavi lettura originali su quanto accade nella realtà. Il punto di caduta del progetto non è teorico, quanto piuttosto pratico, nella misura in cui si intende fornire una cassetta di attrezzi utili (linee guida, griglie di analisi e valutazione, proposte di policy, risorse formative, ecc.) a supporto di coloro che sono impegnati a diverso titolo in attività in qualche misura legate alla AC: funzionari e dirigenti della Pubblica Amministrazione (PA), responsabili di ETS, facilitatori e intermediari che operano in questo ambito, ecc. L’obiettivo di fondo è dunque capire come si stanno sviluppando le esperienze di AC (i contesti e le dinamiche locali, i problemi e le innovazioni) e elaborare strumenti operativi per far sì che questa pratica possa diffondersi nella nostra società, contribuendo a migliorare gli standard di servizio del welfare (e di altre importanti politiche pubbliche). Da questo punto di vista, il Laboratorio vuole essere una sorta di “prototipo” dell’Osservatorio dell’Amministrazione condivisa, istituito da un decreto emanato nel mese di ottobre 2022 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociale, di cui si attende ancora il varo definitivo.
Lunedì 11 marzo 2024, presso l’Università Cattolica di Milano, verrà presentato il volume Per un laboratorio dell’amministrazione. Primi risultati di una ricerca multidisciplinare, curato da Barbara Boschetti e appena uscito nella serie “I quaderni di Terzius”, per i tipi di Editoriale Scientifica di Napoli. Il libro raccoglie i contributi della prima annualità della ricerca (2023), che si è concentrata sullo stato di avanzamento delle pratiche di AC nel nostro Paese1, esaminando le loro potenzialità e criticità attraverso un ampio spettro di metodi e tecniche di indagine (mixmethodsresearch– analisi secondaria di dati statistici, rilevazione sistematica sulle procedure amministrative, interviste in profondità con gli attori coinvolti nella AC, osservazione partecipante durante riunioni pubbliche). Nella prima parte del testo si compie una approfondita ricognizione giuridica esplorando i profili del diritto, delle procedure e dei casi giurisprudenziali legati alla AC. Nella seconda parte ci si sofferma invece sulle dinamiche sociali e politiche emergenti in alcune esperienze significative di co-programmazione e co-progettazione sviluppate in diverse aree del Paese. Qui di seguito vengono ripresi alcuni risultati significativi di questa opera collettanea.
NOTE: 1) Mentre nel 2024 è prevista la realizzazione di una guida ragionata sulla AC il cui fine, come si è detto, è quello di offrire un utile ausilio agli addetti ai lavori.