A Cura di Maria Carla De Cesari e Gabriele Sepio
Volontariato, Onlus e associazioni sportive sempre più in corsa per il 5 per mille, il contributo nato nel 2006 come quota parte dell’Irpef, prima di diventare dal 2015 il sostegno finanziario e strutturale del variegato mondo non profit.
Gli enti canditati al 5 per mille – con una dotazione complessiva per il 2022 di 525 milioni – sono 72mila (quattro anni fa erano circa 62mila).
Non mancano, però, le criticità. Secondo il rapporto 2022 di Terzjus – la fondazione che si occupa di monitorare il diritto del terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale – 8.718 enti di volontariato e associazioni sportive (il 13,6%) non sono destinatarie di alcuna preferenza (3.158) oppure risultano sotto il limite di 100 euro (5.560) per cui il contributo non viene erogato.
Inoltre, sul totale dei contribuenti con una tassazione positiva (oltre 30 milioni) quasi la metà, 14 milioni, non attiva la chance del 5 per mille.
C’è dunque molto lavoro da fare per quanto riguarda la sensibilizzazione dei contribuenti: la firma per il 5 per mille non incide sul portafoglio personale, ma può finanziare progetti di utilità sociale e culturale.
Per moltissimi enti del terzo settore, interessati ai fondi del 5 per mille, venerdì 30 settembre scade l’ultimo appello per accedere al riparto dei fondi per l’anno 2022.
Entro venerdì, infatti, si può procedere con la remissione in bonis. Vale a dire quella procedura che permette agli enti di adempiere nell’iscrizione anche oltre il termine ordinario ma comunque entro il 30 settembre, con il versamento di un importo pari a 250 euro (articolo 2, comma 2 del Dl 16/2012).
Il 5 per mille, quest’anno, tiene conto delle novità portate dalla riforma del terzo settore. Infatti, l’avvio del Registro unico il 23 novembre 2021, ha sostituito la categoria del volontariato con quella degli enti del terzo settore (Ets). Attenzione, tuttavia, perché la sola iscrizione nel Registro unico non basta agli enti per accedere automaticamente al riparto del 5 per mille.
Occorre infatti compilare, in sede di iscrizione, l’apposito campo optando per l’accreditamento e indicando l’Iban del proprio conto. Solo così l’ente risulterà iscritto sia nel Registro unico sia nell’elenco permanente del 5 per mille.
Sono molti gli enti del terzo settore che, pur avendone i requisiti, rischiano di restare fuori se non provvedono a regolarizzare la posizione entro venerdì 30. Basterà richiedere l’accredito e versare la somma di 250 euro, tramite modello F24 Elide (codice tributo 8115).
Un discorso a parte meritano associazioni di promozione sociale (Aps) e organizzazioni di volontariato (Odv).
Si tratta di enti che sono ancora coinvolti nell’accesso al Registro mediante il passaggio dai previgenti elenchi di settore. Ove non siano già accreditati, come stabilito dal decreto Milleproroghe, avranno tempo fino al 31 ottobre per iscriversi al 5 per mille 2022 (articolo 9, comma 6, Dl 228/2022).
Solo per queste Organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, tenuto conto delle specifiche tempistiche per l’accesso al Registro unico, sarà dunque possibile accreditarsi con più tempo e avvalersi della remissione in bonis senza, tuttavia, versare la somma di 250 euro.
Spetterà poi al ministero del Lavoro pubblicare sul proprio sito, entro il 31 dicembre, l’elenco complessivo degli enti ammessi e di quelli esclusi, comprendenti sia quelli accreditati nel termine ordinario (10 aprile) che in questo “straordinario” della remissione in bonis, oltreché quelli già accreditati negli anni precedenti.
[Pubblicato su «il Sole 24 Ore» del 25 Settembre 2022]