Presentato il IV Terzjus report per l’anno 2024 presso Palazzo Wedekind

Secondo il segretario generale di Terzjus Sepio “L’obiettivo più atteso è l’approvazione Ue delle misure fiscali che cambierà radicalmente lo scenario economico e tributario degli enti non profit”

[diAndrea Claudio Costa, pubblicato in Milano Finanza del 17 febbraio 2025]

Presentato a Palazzo Wedekind il IV Terzjus Report relativo all’anno 2024 della fondazione Terzjus con il patrocinio dell’Inps e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il contributo della Consulta delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria e della fondazione Cariplo.

Il Terzjus Report 2024 – il quarto della serie che esamina lo stato e l’evoluzione del diritto del terzo settore – rappresenta un viaggio per cercare di capire lo stato di salute del terzo settore, se le norme sono state efficaci o invece non hanno funzionato, quali novità si sono nel frattempo generate in una realtà – per la prima volta riconosciuta in modo unitario sul piano normativo – che si presenta alquanto variegata, fluida e in cambiamento. 

I numeri sono eloquenti: più di 132 mila gli Ets iscritti al Runts a fine gennaio 2025. Di questi, circa 39 mila sono nuovi enti che non provengono dai precedenti registri. Le imprese sociali, nate dopo la riforma fino alla fine del 2023, sono più di 5 mila; i nuovi enti filantropici raggiungono quota 339, le reti associative riconosciute sono 54 e i centri di servizio per il volontariato sono 49.

Gli Ets beneficiari del 5×1000 – misura utilizzata da 17,5 milioni di contribuenti – sono più di 58.700. I corsi di laurea, master e corsi di perfezionamento sul terzo settore, dopo la riforma, sono quasi decuplicati. Anche per l’Economia sociale (Es) numeri importanti: circa 54 mila enti e imprese sociali per un’occupazione totale pari a 1,2 milioni persone.

Diversi i relatori che hanno commentato il report, in particolare sulla filantropia sono intervenuti Carola Carazzone di Assifero, Marco Gilli, Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Claudia Sorlini della Fondazione Cariplo. Il tema delle reti associative e dei centri di servizio per il volontariato è stato affrontato da Vanessa Pallucchi del Forum del Terzo Settore, Chiara Tommasini di CSVnet, e con le riflessioni di Alessandro Lombardi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Non è mancata la prospettiva del governo, grazie alla partecipazione di Maurizio Leo, Maria Teresa Bellucci e Lucia Albano. “Nel 2024 si è assistito ad una evoluzione ulteriore del diritto del terzo settore – dichiara  Antonio Fici, direttore scientifico di Terzjus – che sempre più si presenta come un diritto che si forma grazie all’apporto di fonti diverse, anche dal basso, dinamico e flessibile per adattarsi alle esigenze di un terzo settore per sua natura plurale, e capace di influenzare l’ordinamento giuridico generale ed altre discipline di settore. Un diritto sempre più al servizio del terzo settore ed idoneo a garantirne lo sviluppo”.

In particolare sono state affrontate le urgenze su questioni da tempo irrisolte; le attese circa scelte ormai mature; e le prospettive che hanno come orizzonte temporale il 2027, quando saranno trascorsi effettivamente 10 anni dall’emanazione dei provvedimenti legislativi che hanno dato attuazione alla riforma: l’arrivo dell’autorizzazione europea per i nuovi regimi fiscali degli Ets e per i nuovi strumenti di finanza sociale, il 5×1000, il coordinamento della riforma dello sport con quella del terzo settore per gli enti sportivi dilettantistici.

Infine, ma non certo per importanza, c’è un’altra attesa che riguarda una forma di volontariato ibrido: quello fatto da dipendenti di imprese che prestano il loro tempo e le loro competenze per sviluppare un progetto e un’attività di un Ets. 

“L’obiettivo più atteso – dichiara Gabriele Sepio, Segretario generale di Terzjus – è l’approvazione delle misure fiscali da parte della Ue destinata a cambiare radicalmente lo scenario economico e tributario degli enti non profit. Nascerà un sistema tributario per il terzo settore basato sul riconoscimento del valore generato dallo svolgimento di attività di interesse generale. Un fisco con una doppia veste. Di contribuzione alla spesa pubblica come vuole l’art 53 della Costituzione ma anche di restituzione. Ovvero di sostegno e valorizzazione degli enti destinati ad attuare il principio di sussidiarietà orizzontale. Dopo il varo di Bruxelles più di 20 mila onlus saranno chiamate a trovare posto nel registro. Una scelta che dovrà tenere conto delle nuove regole tributarie e delle diverse opzioni possibili. Tra queste le imprese sociali. Che troveranno per la prima volta un riconoscimento tributario con la defiscalizzazione degli utili reinvestiti nelle attività istituzionali”. 

Infine, all’orizzonte c’è il Piano d’azione per l’economia sociale; Piano che il Governo italiano dovrà varare entro l’anno in corso. L’impegno deriva nella raccomandazione del Consiglio europeo del novembre 2023 ed è finalizzato a rafforzare e sviluppare i soggetti dell’economia sociale in quanto contribuiscono a generare buona occupazione, inclusione sociale e sviluppo economico nelle aree interne o maggiormente svantaggiate.

Un lavoro di ascolto e coordinamento ha preso forma al Mef e ci si attende che, prima di fine anno, il Piano veda la luce indirizzandosi a più di 54 mila soggetti (Rapporto Unioncamere sull’economia sociale) che impiegano 1,2 milioni di persone. Davvero una sfida impegnativa con un orizzonte che arriva fino al 2035.

“La meta è ormai vicina come dice il titolo ‘A due passi dalla meta’ di questo quarto rapporto – dichiara Luigi Bobba presidente di Terzjus – ma allo stesso tempo lontana. Siamo all’anticima, usando una metafora alpinistica, e l’ultimo tratto è il più impegnativo. Ma se gli Ets sono ‘i soggetti della società solidale’ e se ‘chi si impegna nel volontariato’ è espressione di quel “patriottismo” evocato dal Presidente Mattarella nel discorso di fine anno, allora la fatica per compiere l’ultimo tratto di questa ascensione, non sarà sprecata”, conclude l’esperto. 

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