Sport e terzo settore alleati in campo sociale e culturale

[di Luigi Bobba, pubblicato in «Il Sole 24 Ore» del 12 luglio 2024, pag. 27]

Dalla survey condotta da Fondazione Terzjus, in collaborazione con Italia non profit e con il supporto di Compagnia di San Paolo su un campione di 739 associazioni e società sportive dilettantistiche (Asd e Ssd) – di cui l’82% operanti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – emergono sia una certa insoddisfazione (58%), sia un affaticamento (74%) per i molteplici provvedimenti attuativi della riforma sport. La ricerca, oltre a restituirci una fotografia di una realtà – quella dell’associazionismo sportivo di base – ancora poco studiata, ci fa anche capire come tali enti stiano vivendo le trasformazioni indotte sia dalla riforma dello sport, sia da quella del Terzo settore. Si tratta di un mondo rilevante non solo per i numeri – più di 110 mila le Asd/Ssd iscritte al RASD – ma ancor di più per la funzione di attivatore del benessere fisico di milioni di persone e come vettore di inclusione dei soggetti più fragili. Nel campione esaminato, prevalgono le Asd di piccole e medie dimensioni che operano grazie all’apporto dei volontari (56%) o si avvalgono di collaborazioni sportive remunerate entro la soglia di 5.000 euro (84%). Associazioni che per più del 20% svolgono anche attività diverse da quelle sportive (gestione di centri estivi, attività con le scuole, ecc.) e per quasi il 40% si rivolgono anche a soggetti fragili. L’indagine – svolta tra febbraio e maggio 2024 – ha esaminato anche gli atteggiamenti e i comportamenti degli enti sportivi circa le novità del Codice del Terzo settore (CTS). Seppure appena il 9% degli enti risulta iscritto anche al RUNTS, emerge un sostanziale apprezzamento (tra il 30 e il 50%) per le misure già previste dal CTS.

A fronte di questi risultati, la Fondazione ha formulato alcune proposte che verranno presentate ai Ministeri dello Sport e del Lavoro. In primo luogo – osserva Gabriele Sepio, Segretario di Terzjus – per favorire l’accesso degli enti sportivi al RUNTS, occorrerà introdurre un iter semplificato di iscrizione in modo da non raddoppiare gli adempimenti. Sarà poi importante assicurare un coordinamento normativo, allo scopo di superare gli attuali disallineamenti in tema di personalità giuridica e volontariato. Infine, saranno necessari interventi correttivi sul piano fiscale, così da consentire agli enti sportivi con la doppia iscrizione – RASD e RUNTS – di poter ancora usufruire dei vantaggi fiscali della 398/91, al pari di quelli dotati del solo riconoscimento sportivo. Proposte mirate sia a non chiudere le Asd/Ssd in un recinto separato dagli ETS, sia a valorizzare la loro “vocazione sociale”. In questa trasformazione, un ruolo decisivo lo avranno gli Enti di Promozione Sportiva. Tutti e 14 gli EPS sono iscritti anche nel RUNTS e dunque sono i più vocati a rappresentare i vantaggi legati alle due riforme.

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