Manuale per il Terzo settore 2022

PREFAZIONE
di Luigi Bobba

Questo “Manuale per il Terzo settore 2022”, edito dal Gruppo Sole24ore, rappresenta una duplice novità. In primis, esce nel momento in cui la riforma del Terzo settore è giunta, almeno dal punto di vista dell’emanazione dei decreti di attuazione, quasi al compimento. Infatti, dei 24 decreti e regolamenti previsti all’interno degli atti normativi susseguenti alla legge delega 106 del maggio 2016, ben 19 sono già in vigore. E dei cinque restanti solo uno – quello sui controlli – riveste una particolare rilevanza. Inoltre, il Ministero del Lavoro ha recentemente posto rimedio all’handicap principale della Riforma, ovvero la notifica di alcune norme fiscali contenute nel D.lgs n.117/17 e nel D.lgs n.112/17. È infatti stata avviata l’interlocuzione con la Commissione europea al fine di giungere alla necessaria autorizzazione comunitaria per l’adozione definitiva di tali norme nel nostro ordinamento.

In secondo luogo è singolare che sia proprio il Gruppo Sole24ore – il più qualificato editore nel campo economico e delle imprese – a dar vita a questa pubblicazione. Segno sia dell’intelligenza dell’editore nel percepire le novità di un settore in forte trasformazione, sia che la identificazione del Terzo settore come nuova famiglia di enti giuridicamente riconosciuti – accanto a quelli privati, pubblici e mutualistici – è stata valorizzata anche da chi si occupa primariamente delle imprese profit. E il cambiamento non è solo di carattere normativo, ma prima di tutto di ordine culturale: ovvero, la riforma scommette sugli enti della sussidiarietà orizzontale come attori essenziali dei processi orientati a generare bene comune, mediante lo svolgimento di attività di interesse generale. In sintesi: le nostre società hanno bisogno di un “terzo pilastro” come elemento portante della coesione sociale, come vettore di una crescita sostenibile e inclusiva e come linfa vitale di una democrazia partecipata. Vettore dell’inclusione sociale, sentinella dei territori e delle persone dimenticate e attore non subalterno di una democrazia digitale: ecco le tre sfide che ha di fronte il terzo settore negli anni futuri se vuole diventare, come ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “una struttura portante del Paese, non di supplenza, ma di autonoma e specifica responsabilità”.

Articolato in 23 capitoli e 6 sezioni (il Codice,gli Enti, il Fisco, Adempimenti e controlli, Rapporti con la PA e Lavoro e volontariato), il Manuale offre al lettore un quadro pressoché completo degli interventi normativi, regolamentari e amministrativi che sono seguiti al varo della legge delega per la “ riforma del Terzo settore, della disciplina dell’impresa sociale e del servizio civile universale”. 

Con un linguaggio puntuale ma non eccessivamente specialistico, il Manuale consente a professionisti, quadri ed operatori degli ETS, nonché funzionari della PA di orientarsi nella complessa normativa che ha posto le basi per un “nuovo diritto” del Terzo settore. È proprio questa la novità che ci si trova di fronte: non più una legislazione frammentata e a volte contraddittoria, ma un corpo unitario di disposizioni che vanno a regolare e a promuovere la stabilità e lo sviluppo degli enti della sussidiarietà orizzontale. I curatori del “Manuale del Terzo settore 2022”, oltre ad una ricognizione puntuale degli atti normativi, regolamentari e amministrativi collegati alla Riforma, hanno altresì incorporato nello sviluppo dei diversi capitoli quello che viene chiamato “diritto vivente” del Terzo settore. Ci riferiamo sia agli interventi giurisprudenziali di alto livello (le diverse sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di giustizia europea), sia del variegato e cospicuo panorama di pronunciamenti dei TAR; come pure delle interpretazioni e dei chiarimenti originati dalle circolari ministeriali, dalle massime notarili o dalle scelte operate dagli ETS nel ridefinire i propri statuti o assetti organizzativi.

Perché quello che sta a cuore ai curatori, non è solo la presentazione e il commento della norma astratta e codificata nei testi di legge, bensì la forma che le stesse norme hanno assunto nei comportamenti quotidiani degli ETS, della PA e dei professionisti coinvolti in questo originale processo di riforma.

Se un suggerimento si può offrire – in vista di future pubblicazioni – è, in primo luogo, di dedicare un’attenzione ancor più approfondita agli aspetti promozionali della Riforma. Come è stato evidenziato nel Terzjus Report 2022 (liberamente scaricabile da www.terzjus.it), negli anni a venire servirà “meno regolazione e più promozione”. E ciò vale per tutti gli attori coinvolti. C’ è bisogno di un afflato promozionale, onde evitare che le molteplici opportunità che la Riforma ha messo in gioco, rimangano solo norma scritta, ma diventino invece “diritto vivente”. Ancor oggi infatti – come si evince dalla survey digitale condotta da Terzjus e Italia non profit su più di 1.300 organizzazioni non profit (una sintesi risultati è pubblicata nel Terzjus Report 2022) – le opportunità della riforma appaiono poco conosciute e ancor meno utilizzate. L’emanazione tardiva di alcuni decreti e ancor di più il ritardo nell’invio della notifica alla Commissione UE di alcune normi fiscali soggette ad autorizzazione comunitaria, hanno finito per generare un clima di precarietà e di incertezza che ha portato a trascurare norme già in vigore che rappresentano veri e propri “booster” per la crescita e lo sviluppo dell’azione volontaria, per la qualificazione delle attività degli ETS, per la nascita di nuove imprese sociali, per il potenziamento del Servizio civile universale e per una maggior diffusione tra i contribuenti dell’opzione del 5 per mille.

Un secondo suggerimento riguarda le Reti associative – una novità della riforma – e i CSV, la cui attività è stata ampliata e rivolta alla generalità degli ETS, esclusi quelli costituiti in forma societaria. La scelta del legislatore è stata di tener conto della particolare morfologia del Terzo settore italiano, composto prevalentemente da piccole organizzazioni con bilanci modesti e un numero limitato di soci e volontari. Proprio in forza di tale scelta, il legislatore ha voluto introdurre e riconoscere le Reti associative e riformare i CSV al fine di offrire alle piccole organizzazioni un punto di riferimento nella rappresentanza, un sostegno per gli adempimenti previsti per l’iscrizione al RUNTS, un luogo di formazione dei volontari e degli operatori professionali. Dall’altro, si è inteso orientare – direi quasi spingere – le piccole realtà ad affiliarsi alle Reti esistenti o a crearne di nuove; oppure, ad aderire ad un CSV. Molto del successo della riforma dipenderà dal ruolo che Reti e CSV saranno capaci di svolgere sui territori, specialmente in quelli meno favoriti dove però sono incardinate una miriade di piccole organizzazioni associative e di volontariato che costituiscono un patrimonio fondamentale per la tenuta della coesione sociale e il rafforzamento dei legami comunitari.

Questo Manuale è dunque un formidabile strumento proprio per i responsabili delle Reti associative e dei CSV al fine di realizzare compiutamente le funzioni e i compiti che il Codice del Terzo settore ha loro assegnato. 

In conclusione, non si può che essere grati al Gruppo Sole24 ore e ai qualificati curatori di questo volume per aver predisposto uno strumento finalizzato a supportare coloro che hanno a cuore che la riforma non rimanga solo un complesso e unitario apparato normativo del nostro ordinamento volto a meglio regolare il mondo del Terzo settore; ma diventi altresì la via maestra affinché tutte le istituzioni della Repubblica (vedi art. 118 ultimo comma della Carta costituzionale) favoriscano “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, nello svolgimento di attività di interesse generale secondo il principio di sussidiarietà”.

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